In appena un mese, 13 delle 14 moschee del borgo sono state demolite per ordine delle autorità e l’unica rimasta è già interamente sotto il controllo del Partito Comunista Cinese
Un informatore ha detto a Bitter Winter che nel borgo di Bashisihu resta una sola moschea a Chen Jia Zhuang e che l’amministrazione la controlla completamente; di recente, videocamere di sorveglianza sono state installate per controllare chiunque vi si rechi per pregare. Le moschee sono state distrutte dopo che in febbraio è entrata in vigore la nuova Normativa sugli affari religiosi.
Secondo un residente musulmano, ogni volta che una persona entra in moschea deve mostrare la carta d’identità per permettere di verificare chi egli sia. Nove funzionari del Dipartimento del lavoro del Fronte Unito (DFUL) e dell’Ufficio per la sicurezza pubblica controllano ogni preghiera speciale della comunità nel primo pomeriggio di ogni venerdì, preghiera obbligatoria per tutti i maschi musulmani. Inoltre l’imam è costretto a leggere dal testo preparato dal DFUL e non può né portarsi una copia del Corano né citarla.
Nello Xinjiang molte moschee sono state demolite. Da primavera le amministrazioni locali hanno intensificato il processo di sinizzazione delle religioni, cioè le stanno adattando alle esigenze del socialismo: nelle moschee che restano in piedi viene issata la bandiera nazionale e si introduce l’insegnamento dei «principi fondamentali del socialismo e dell’eccezionale cultura tradizionale cinese».
Servizio di Li Zaili