Sfidando il divieto del PCC, il 4 giugno una folla enorme di manifestanti democratici si è riunita a Victoria Park. Bitter Winter pubblica alcune immagini esclusive dell’evento
di Marco Respinti
Tutte le immagini sono di Edward C.K. Chin
Le misure di sicurezza per contenere il contagio del coronavirus sono state la scusa con cui il PCC ha impedito che a Hong Kong si svolgesse una manifestazione in memoria di un orribile massacro di studenti innocenti. Il divieto è stato però beffardamente ignorato dai coraggiosi cittadini di Hong Kong, che così facendo hanno dimostrato che la Cina non è invincibile.
È quanto avvenuto a Hong Kong il 4 giugno, nel 31° anniversario del massacro di Piazza Tiananmen ordinato dal PCC e costato 10mila morti, con una manifestazione che ha smascherato la violenza, le menzogne e la debolezza del regime cinese.
A volte la violenza non è sufficiente per fermare un popolo libero. La lezione duratura di Tiananmen è questa. La protesta del 1989 che chiedeva riforme e democrazia è stata allora sconfitta, ma i carri armati dell’Esercito popolare di liberazione non hanno potuto schiacciare lo spirito di quei giorni. Tutto al contrario, quello spirito è sopravvissuto ed è cresciuto. Nei decenni trascorsi da quel giorno ha prodotto un risveglio religioso significativo, seppure clandestino, anche fra i membri del PCC stesso, e una nuova sete di verità e di giustizia in persone di ogni estrazione. I vecchi gruppi religiosi hanno conosciuto importanti rinnovamenti interni, sono sorti movimenti spirituali nuovi e sono riuscite a emergere persino nuove forze democratiche. La resistenza democratica di Hong Kong è uno degli esempi principali di questa nuova Cina nata dalle ceneri di Tiananmen per promuovere e per riaccendere lo spirito del 1989.
Edward C.K. Chin gestisce hedge fund ed è il principale organizzatore di “2047 HK Monitor”, un gruppo di professionisti che operano nel settore finanziario, in ambito giuridico e nel mondo universitario di Hong Kong. Il 4 giugno era tra la folla enorme che, sfidando il potere repressivo del governo filocomunista di Hong Kong, si è radunata a Victoria Park come ha sempre fatto ogni anno, ma non quest’anno per via del divieto imposto dalle autorità. Chin ha inviato a Bitter Winter le immagini stupefacenti e commoventi che i lettori possono vedere in questa pagina, accompagnandole con un messaggio: «Non temete, non ci dimenticheremo del 4 giugno 1989 a Tiananmen. La veglia al Victoria Park di Hong Kong continuerà, in qualche modo, nonostante la malvagia legge sulla sicurezza nazionale che il PCC cerca di imporre al popolo di Hong Kong».
Queste poche, accorate parole di Chin contengono la vera chiave di volta di ciò che è accaduto e che sta accadendo lì. Il 4 giugno 2020 segna un punto di non ritorno per la Cina neo-post-comunista. I suoi stessi cittadini l’hanno sfidata apertamente di fronte al mondo. Dunque cosa farà adesso il PCC? Un’altra Tiananmen, Dio non voglia? E che cosa farà il mondo di fronte a una così coraggiosa sfida al regime, forse più importante di elezioni “democratiche” più o meno truccate?