Il 10 dicembre ricorre la Giornata dei diritti umani. Bittter Winter la celebra con quattro articoli che ripercorrono alcuni casi tipici di violazione dei diritti umani in Cina. Il terzo è incentrato sulla sinizzazione delle religioni.
Bitter Winter
1. Per diventare l’unica divinità venerata in Cina, il PCC continua a soffocare la dottrina cristiana, sostituendola con la linea del partito. A fine giugno, non è sfuggita ai rimproveri del governo nemmeno una chiesa delle Tre Autonomie controllata dallo Stato situata in una contea nell’area metropolitana della città di Luoyang nella provincia centrale dell’Henan che, solo dopo ripetute richieste, ha sostituito i Dieci comandamenti con le citazioni del presidente Xi Jinping. I Dieci comandamenti sono stati rimossi da quasi tutte le chiese appartenenti al Movimento delle Tre Autonomie e dalle sale per riunioni nella contea e sostituiti da citazioni di Xi Jinping. Anche in altre parti del Paese i Dieci comandamenti vengono sostituiti dai ritratti di Mao Zedong e Xi Jinping e dalla propaganda comunista.
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2. Quella dei distici cinesi – una forma di poesia tipica – è una tradizione che si snoda lungo le generazioni, per cui le persone scrivono gli auguri, spesso su carta rossa, e li appendono agli ingressi delle case. I distici della Festa di Primavera sono la forma più consueta e tradizionale per festeggiare il Capodanno cinese.
«Lo Stato vieta che le strutture religiose forniscano ai credenti distici di Capodanno con contenuti religiosi»: così ha detto, durante una riunione organizzata da una chiesa il 3 dicembre, il direttore dell’Ufficio per gli affari religiosi di Xiayi, contea della città con status di prefettura di Shanqiu, nella provincia centrale dell’Henan. La dirigenza del Congresso cristiano cinese e del Movimento patriottico delle Tre Autonomie della contea ha sottolineato che quest’anno i distici di Natale e di Capodanno sarebbero stati distribuiti dall’Ufficio per gli affari religiosi, uguali per tutti, e ha avvertito i cristiani che non sarebbe stato loro permesso di appendere distici di contenuto religioso o comunque diverso.
L’8 gennaio due funzionari dell’Ufficio per gli affari religiosi della città di Ruzhou hanno consegnato 350 coppie di distici con le immagini degli “divinità delle porte” al responsabile di una chiesa delle tre Autonomie. Questi ha rifiutato di prenderli, ma i funzionari gli hanno risposto: «Devi prenderli, che tu li voglia o no».
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3. Il 1° ottobre, in occasione dell’anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, un maestro buddhista del tempio Guanshen situato nel borgo di Liangbei nella giurisdizione di Yuzhou, una città nella provincia centrale dell’Henan, ha guidato la sua comunità ripetendo a gran voce slogan patriottici come: «Ama il tuo Paese, ama la tua religione. Non dimenticare la tua intenzione iniziale. Costruiamo insieme il sogno cinese». Alla celebrazione hanno preso parte oltre cento persone compresi i funzionari dell’Ufficio per gli affari religiosi e dell’Associazione buddhista della città nonché monaci e monache di otto diversi templi. Per rendere omaggio alla bandiera che veniva innalzata i fedeli si sono radunati attorno all’asta e sventolando piccole bandiere cinesi hanno cantato l’inno nazionale. Durante i festeggiamenti un maestro buddhista ha eseguito la canzone Il mio cuore cinese, mentre sedici monache in abiti azzurri hanno danzato sulle note della canzone La bandiera cinese.
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Video: durante le celebrazioni della Festa nazionale a un maestro buddhista è stato detto di cantare un inno patriottico
Video: sedici monache danzano sulle note di un inno patriottico
4. Il 19 maggio in un tempio buddhista nella città di Hanzhong, nella provincia nordoccidentale dello Shaanxi, un abate ha ordinato alla comunità, di cui fanno parte circa 60 fedeli, di essere «politicamente affidabili, seguire il Partito e promuovere le politiche del Partito».
Secondo un buddhista del posto, da aprile sono state vietate ai fedeli alcune pratiche, come chiedere consiglio usando i bastoncini divinatori. L’Associazione buddhista ha dichiarato che tale pratica costituisce una «superstizione feudale» e ha fatto rimuovere la coppa contenente i bastoncini, minacciando di chiudere il tempio se fossero state scoperte delle violazioni. Gli slogan della propaganda politica sono stati affissi su tutte le mura del tempio rendendo evidente il controllo del PCC sul buddhismo.
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5. La repressione del PCC contro il cristianesimo viene intrapresa in nome della «de-occidentalizzazione» mentre la persecuzione dell’islam viene giustificata con la lotta contro «terrorismo e radicalismo». Non è stata però fornita alcuna chiara motivazione per giustificare la sempre crescente persecuzione delle religioni tradizionali cinesi, ossia il buddhismo e il taoismo. Per ora sembra che la repressione sia semplicemente motivata dall’obiettivo generale di eliminare qualsiasi presenza religiosa.
I residenti nella città di Dengfeng situata nella provincia centrale dell’Henan hanno recentemente visto sparire il carattere cinese che significa “tempio” dal nome della «Scuola di arti marziali del tempio Shaolin Tagou». Il nome della scuola che era anche scritto sul retro delle vecchie uniformi degli studenti è stato coperto con un panno rosso o una bandiera cinese, mentre in quelle nuove la parola “tempio” non compare più nel nome della scuola. Questo provvedimento è stato applicato a maggio quando sono entrate in vigore le norme statali che prevedono la rimozione di tutte le parole riferite alla religione.
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6. La repressione dei musulmani non si limita alla Regione autonoma uigura dello Xinjiang: il PCC ha infatti esteso le misure repressive ad altre regioni del Paese. I musulmani hui della provincia centrale dell’Henan e nella Regione autonoma hui dello Ningxia, nella parte nordoccidentale della Cina, sono oggetto di durezze particolari da quando il governo ha varato il piano quinquennale per “sinizzare” tutti i musulmani fuori dallo Xinjiang. Le moschee sono in stretta sorveglianza, i simboli islamici sono stati rimossi, la predicazione degli imam è rigidamente controllata e le scritte in arabo sono vietate nei luoghi pubblici.
Tra giugno e luglio tutte le strutture in stile islamico sono state rimosse da tre moschee nella città di Guyuan nel Ningxia: la Grande moschea Nanfang e la moschea di Jiulong Road, nel distretto di Yuanzhou, e la Grande moschea Shaanxi.
In agosto nella città di Xinxiang, nell’Henan, per garantire «l’uso uniforme del cinese scritto», sono state rimosse le iscrizioni in arabo dalle insegne di almeno 250 negozi. Anche i simboli halal sulla confezione degli alimenti sono stati banditi.
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Per eliminare qualsiasi contenuto didattico avente sfumature religiose, il PCC sta epurando i libri di autori stranieri letti dagli studenti delle scuole primarie e secondarie.
Nella provincia settentrionale dell’Hebei, stando a quanto riferito da un genitore, il contenuto di alcuni libri è stato cancellato o alterato nell’edizione del manuale di lingua cinese per la sesta classe, pubblicato dalla People’s Education Press nel 2019. Nel romanzo Robinson Crusoe dello scrittore inglese Daniel Defoe, nella nuova versione del libro, le parole relative alla Bibbia e ai libri di preghiera è stato rimosso, le parole «Sabbath days» sono state cambiate in «giorni di riposo».
Anche il racconto Van’ka dello scrittore russo Anton Čechov (1860-1904) è stato alterato fino a renderlo irriconoscibile. Le frasi della versione originale contenenti espressioni riferite alla religione come «partecipare alla funzione domenicale», «auguro che il Signore ti mandi ogni bene», «pregherò per te» e «ti prego per l’amore di Gesù Cristo» sono state rimosse e «per amor di Dio» è stato anche modificato in «per bontà».
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8. Il governo Cinese offre salari elevati a molti studenti universitari di altre province perché insegnino la lingua cinese nello Xinjiang nell’ambito del cosiddetto “programma di importazione di talenti nella Cina occidentale”. Abbiamo domandato a Liu: «Perché vengono trasferiti così tanti insegnanti di etnia Han nello Xinjiang?». «Per sradicare la cultura uigura si inizia dai giovani, i bambini uiguri studiano la cultura Han e parlano in cinese mandarino. L’attività repressiva del governo è vigorosa per quanto concerne l’istruzione, i costumi e la lingua, il tutto per far scomparire l’antico stile di vita degli uiguri».