Il 10 dicembre ricorre la Giornata dei diritti umani. Bittter Winter la celebra con quattro articoli che ripercorrono alcuni casi tipici di violazione dei diritti umani in Cina. Oltre la libertà religiosa.
Bitter Winter
1. Il movimento democratico di Hong Kong è entrato nel suo sesto mese. Una città intera trasformata in un campo di battaglia. In questa città-territorio adesso la routine quotidiana è la violenza implacabile della polizia filo-PCC. Commentando le immagini che state vedendo ora, Chin ha detto a Bitter Winter: «Ecco la polizia antisommossa nel cuore del distretto finanziario, nel centro di Hong Kong. Adesso è questa è la nuova normalità».
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2. Nel marzo 2006 il Congresso nazionale dei rappresentanti del popolo aveva lanciato la politica della «nuova campagna socialista». Ma con l’attuale regime non importa quanto sia valido un piano a «vantaggio della popolazione» perché inevitabilmente, durante la sua attuazione, funzionerà male e la gente sarà vittima dei “risultati politici” dei funzionari.
In maggio, nel quadro dell’operazione «campagna splendida», l’amministrazione del borgo di Baini, nella contea di Chongyang, nella provincia centrale dell’Hubei, ha fatto demolire gli edifici di 13 imprese private situati lungo la China National Highway 106. I commercianti colpiti hanno protestato, ma non hanno avuto modo di difendere i propri diritti. Gao Xiaojiao, una donna che si è vista espropriare Lara, ha chiesto giustizia, ma i suoi appelli sono stati respinti più volte. Il 24 maggio la donna, disperata, si è tolta la vita, gettandosi in un invaso.
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3. Nell’agosto dello scorso anno le autorità della provincia sudorientale dello Jiangxi, hanno varato una «riforma funeraria» volta a sostituire le inumazioni con la cremazione, disponendo la cremazione di tutti i defunti a partire dal 1° maggio.
Hu Guiwen, un anziano residente nel borgo di Quanfeng nella contea di Xiushui, amministrato dalla città di Jiujiang, è deceduto l’11 giugno e la sua famiglia lo ha segretamente sepolto la sera stessa. Oltre 2mila persone si sono presentate spontaneamente al cimitero per proteggere la tomba di Hu. Il 13 giugno, quando gli abitanti del villaggio hanno scoperto che l’amministrazione stava pianificando di inviare oltre 400 agenti di polizia per tenerli a bada il loro numero è salito a quasi 10mila persone molte delle quali provenienti dai villaggi circostanti.
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4. È già abbastanza grave che i funzionari del governo cinese possano andare in una città e dichiarare che edifici e case siano abusivi solamente per soddisfare le proprie stravaganze, il governo ha designato circa la metà di esse, cioè più o meno 900, come edifici «non autorizzati». Le demolizioni sono iniziate in agosto, ma i residenti non hanno voluto arrendersi senza combattere. Nel mese di novembre hanno raccolto oltre 2 milioni di renminbi (circa 298mila dollari) per assumere un pool di legali di Pechino che li rappresentassero in giudizio. Tuttavia, quando il Tribunale del popolo di Wenzhou ha avviato il procedimento, per qualche motivo sconosciuto gli avvocati ingaggiati non hanno osato dire nulla. La cospicua somma di denaro spesa per le spese legali è stata quindi sprecata. Secondo fonti informate, la mattina dell’udienza, oltre cento abitanti del villaggio che erano in viaggio verso il Tribunale del popolo di Wenzhou sono stati fermati dalla polizia sull’autostrada e condotti alla stazione di polizia del borgo di Aojiang.
In risposta agli appelli degli abitanti del villaggio, il 14 gennaio alcuni funzionari locali, accompagnati da elettricisti e da 50 guardie di sicurezza armate di scudi e di lunghe aste in ferro, si sono presentati al villaggio. Agli elettricisti è stato ordinato di interrompere le forniture di acqua e di energia elettrica, rimuovendo i contatori, operazione, questa, che è durata una settimana.
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Video: Gli abitanti dei villaggi protestano contro la demolizione forzata delle proprie case
5. Zhang Ning, 18 anni, è morto in circostanze sospette nel campus della scuola. Per scoprire le cause della morte di Ning, i genitori, accompagnati da altri parenti, si sono recati a scuola. Con grande sorpresa hanno trovato il cancello chiuso e gli impiegati dell’amministrazione li hanno mandati via, rifiutandosi di discutere dell’accaduto.
La mattina del 18 più di dieci parenti del ragazzo morto misteriosamente sono ritornati nella scuola; qui sono stati intercettati da 30 poliziotti, che hanno pure bloccato il traffico agli incroci stradali dei paraggi. Intorno alle 9:00 del mattino la scuola ha permesso a tre membri della famiglia di entrare nella scuola per «mediare». Ma ciò che la famiglia Zhang non si sarebbe mai aspettata era che non solo la scuola e la polizia tacesse sulle cause della morte di Zhang Ning, ma che addirittura ordinasse loro di smettere di piangere davanti ai cancelli perché «è contro la legge». Gli agenti hanno infatti minacciato di arrestarli se avessero continuato a «creare problemi».
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Video: i familiari manifestano davanti alla scuola e denunciano l’incapacità del governo nell’aiutarli a risolvere il caso della morte del figlio
6. Yan Chunxiang, un ex assistente ingegnere della provincia centrale dell’Hubei, ha combattuto contro il governo per gli ultimi vent’anni, cercando di difendere il proprio diritto e quello dei colleghi a ricevere la sudata pensione. Ma non ha potuto godersela, visto che ha trascorso ogni minuto a presentare istanze all’amministrazione per ottenere ciò a cui, insieme ai colleghi, ha pieno diritto.
Il 9 giugno 2009 Yan, che allora aveva 73 anni, si è recato da solo all’ufficio dell’amministrazione di Ezhou per presentare istanza. Con sua sorpresa, non appena è sceso dal bus tre giovani che neppure conosceva l’hanno fermato e l’hanno picchiato. Gli hanno fatto cadere molti denti e gli hanno rotto una caviglia prendendolo a calci. Le cicatrici si vedono ancora oggi. Dopo questo episodio, è stato picchiato due volte da delinquenti assoldati dal governo. Ha però dovuto affrontare persecuzioni continue, è stato picchiato da malviventi assoldati dal governo ed è stato detenuto in due occasioni in un ospedale psichiatrico.