• Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • HOME
  • EDITORIALI
  • DOCUMENTI
    • EVENTI
  • INTERVISTE
  • NOTIZIE
  • TESTIMONIANZE
  • TEMI
  • FOTO
  • VIDEO
  • APPROFONDIMENTI
  • CHI SIAMO
    • REDAZIONE
  • GLOSSARIO

Bitter Winter

LIBERTÀ RELIGIOSA \n E DIRITTI UMANI \n IN CINA

three friends of winter
Home / Notizie

Aumenta ancora il numero di uiguri costretti ai lavori forzati

27/05/2020Ruth Ingram |

Un think tank australiano sonda le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang ed emerge che i trasferimenti di uiguri ai lavori forzati sono in aumento

di Ruth Ingram

Uiguri al lavoro in una fabbrica
Uiguri al lavoro in una fabbrica nella provincia dell’Hubei (Immagine tratta da Internet)

Dopo il rivoluzionario rapporto uscito in febbraio e intitolato «Uyghurs for Sale», ulteriori indagini dell’ASPI (Australian Strategic Policy Institute) hanno portato alla luce prove che dimostrano come, nonostante la pubblicità negativa ricevuta dalle sue politiche, il PCC abbia spudoratamente intensificato la sua azione. Decine di migliaia di uiguri, molte volte reclutati direttamente nei campi di concentramento, vengono ammassate sui treni. Per soddisfare l’ondata di quote punitive stabilite dal regime un numero crescente di persone viene mandato a lavorare in fabbriche e botteghe dove, nel cuore della Cina, si producono merci per conto di note aziende occidentali.

Nel rapporto originale redatto dall’ASPI intitolato «Uyghurs For Sale» sono stati identificati 83 brand e marche a livello internazionale che beneficiano del lavoro forzato degli uiguri almeno in una fase della loro catena di approvvigionamento. Sono coinvolte le principali società tecnologiche, automobilistiche e della moda di tutto il mondo, tra cui nove Paesi europei.

Il 19 maggio condividendo le loro scoperte nel corso di un webinar organizzato da Reinhard Bütikofer, presidente del Partito Verde al parlamento europeo e portavoce degli affari esteri, i componenti del gruppo di ricerca ASPI hanno reso noti i fatti più scioccanti.

Avvalendosi di materiale open source e siti web governativi cinesi, la ricercatrice Vicky Xu ha scoperto che, lungi dal tentare di nascondere la campagna, il PCC si vanta apertamente online delle proprie attività. La studiosa ha aggiunto: «Il governo cinese si gloria di allontanare gli uiguri dalle loro case e di portarli in una provincia lontana dove viene dato loro un mestiere, dove lavorano, sono costretti a lavarsi i capelli e non possono indossare il turbante».

Grazie a informazioni di pubblico dominio il team ASPI ha rilevato un’accelerazione nel flusso di reinsediamento di uiguri, specialmente nelle province costiere.

Nel rapporto Xu ha descritto i dormitori separati (da quelli degli altri lavoratori) e le lezioni ideologiche e di mandarino dopo il lavoro, aggiungendo: «Ovviamente non possono praticare la loro religione» inoltre ha parlato della sorveglianza costante, gli uiguri infatti sono raggruppati in gruppi di 50 persone ognuno dei quali è controllato da un sorvegliante. Xu ha detto: «Spesso agenti di polizia li scortano fino alla fabbrica e li osservano mentre sono al lavoro», scrivono persino rapporti sui loro pensieri. La donna ha concluso quasi incredula: «Il livello raggiunto dal governo cinese è incredibile, si tenta di controllare il pensiero di queste persone».

Xu ha inoltre affermato che il conteggio delle aziende coinvolte non si ferma a 83 e ha precisato: «Il loro numero è certamente maggiore», ha anche sottolineato che non sempre è chiaro a quale livello ciascuna società sia coinvolta nel processo produttivo e ha osservato che le aziende stesse si pubblicizzavano come componenti della catena del valore, confermando così la possibilità che i marchi internazionali stiano effettivamente beneficiando del lavoro forzato.

La donna ha citato un rapporto della giornalista di The Washington Post Anna Fifield che, all’inizio dell’anno, ha visitato la Taekwang Shoe Company a Qingdao intervistando chiunque potesse. La giornalista ha confermato che 800 operai uiguri sono di fatto reclusi dietro alte recinzioni e filo spinato sotto lo sguardo delle telecamere di sorveglianza 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e impossibilitati a tornare a casa. Xu ha commentato: «Questa azienda è il principale fornitore di Nike e produce 8 milioni di paia di scarpe ogni anno. Queste persone non sono autorizzate a lasciare i locali senza permesso, non possono tornare a casa per le vacanze, non hanno la libertà di movimento, seguono corsi di indottrinamento e ricevono salari inferiori rispetto ai loro colleghi han». La donna ha aggiunto che le loro famiglie nello Xinjiang vengono regolarmente visitate da funzionari governativi e che ogni lavoratore è stato costretto a installare nel proprio telefono un’applet per il monitoraggio. Xu si domanda: «Se davvero sono felici di lavorare lì, perché è necessaria una tale sorveglianza?» e ha ricordato la cinica campagna pubblicitaria condotta dalla Nike per coinvolgere le donne musulmane nello sport mentre allo stesso tempo chiudeva un occhio sulle donne musulmane uigure che lavorano coercitivamente, «Quello non era sufficiente e soprattutto ci vuole coerenza».

A proposito di Foxconn, un’altra azienda in cui lavorano gli uiguri e nota per i suicidi e i maltrattamenti dei lavoratori, Xu osserva: «Se anche normalmente gli uiguri che ci lavorano sono privati dei loro diritti chissà cosa succede durante la pandemia».

Un altro caso riguarda un’azienda che produce per conto del marchio tedesco Adidas e che è risultata complice del trasferimento di centinaia di uiguri da un «centro di detenzione» nello Xinjiang a una fabbrica nella provincia costiera dell’Anhui. Tenuto conto della natura forzata del lavoro e della segretezza in merito alle loro condizioni Xu teme per la sicurezza dei lavoratori uiguri.

Nel rapporto vengono nominate molte aziende tra cui le tedesche BMW, Bosch, Mercedes, Puma e Siemens, l’italiana Candy, le svedesi H&M e Electrolux, la filippina Jack and Jill, la francese Lacoste e la spagnola Zara.

La risposta del governo cinese al rapporto è stata brutale e la politica governativa è stata giustificata in quanto necessaria per combattere la povertà e per fornire opportunità di lavoro ai «diplomati» dei campi per la trasformazione attraverso l’educazione. Le condanne del ministero degli Esteri, le denunce del Global Times e del People’s Daily non si sono fatte attendere, tuttavia ricerche indipendenti condotte dalla U.S. Congressional-Executive Commission on China citate tra l’altro dalla Associated Press e dal South China Morning Post (SCMP) non solo hanno confermato le conclusioni del rapporto, ma il SCMP è andato oltre fornendo ulteriori prove dell’accelerazione della campagna, che si è spinta fino a trasportare gli uiguri nella provincia dell’Hunan, uno degli epicentri del COVID-19, per farli lavorare proprio nel momento di massima diffusione del virus. Xu ha aggiunto che le quote stabilite dal governo centrale per costringere i governatori delle varie province a impiegare un numero crescente di uiguri indicano che la situazione «può solo peggiorare».

Il dottor James Leibold, professore associato e capo dipartimento nella La Trobe University di Melbourne in Australia, nonché coautore del rapporto ASPI, ha sottolineato che nel rapporto non si sostiene affatto che tutti gli uiguri impiegati in tali aziende lavorino sotto costrizione. I trasferimenti di manodopera uigura sono iniziati nel 2000 e molti di loro erano felici di lavorare lontano da casa. Tuttavia Liebold aggiunge che a partire dal 2017 – con la nomina di Chen Quanguo e l’internamento nei campi per la trasformazione attraverso l’educazione di un numero di uiguri che potrebbe raggiungere i 3 milioni di unità – un numero considerevole di prove dimostra che molti uiguri «potrebbero lavorare contro la propria volontà». L’accademico ha dichiarato: «Acquisiamo tutte le prove che riusciamo a reperire», aggiungendo che le conclusioni del rapporto si basano su «prove parziali», ma che la diffusa intimidazione delle famiglie dei lavoratori, le minacce di essere rimandati in un campo di concentramento unitamente alle discriminazioni salariali e all’intensa sorveglianza parlano da sole.

Secondo Kelsey Munro, analista senior dell’ASPI e coautore del rapporto, gli ordini del governo centrale di spostare gli uiguri fuori dallo Xinjiang stanno rendendo la vita difficile anche alle stesse aziende che rischiano la chiusura se si rifiutano di collaborare in quanto, a suo avviso, la non partecipazione non è un’opzione.

Né Vicky Xu né i gli altri coautori auspicano una reazione impulsiva contro tutto il lavoro degli uiguri perché ciò secondo Xu: «Sarebbe disastroso». Tuttavia il team di ricercatori auspica che le aziende in affari con la Cina siano più consapevoli della propria catena di approvvigionamento aggiungendo: «Le società straniere dispongono della leva per agire».

Vicky Xu ha dichiarato che purtroppo le risposte al rapporto fornite dalle società straniere sono state deludenti e alcune hanno minacciato azioni legali. Altre come Microsoft, Apple e Amazon si sono impegnate a occuparsi ulteriormente della questione, tuttavia la migliore speranza di cambiamento è rappresentata da attivisti, consumatori e governi coraggiosi disposti a mettere i valori e i principi morali al di sopra del denaro e, se necessario, ad affrontare l’ira e le reazioni di Pechino. Xu ritiene che la strada da percorrere sia quella delle campagne informative per indurre i consumatori a fare pressioni sulle aziende e a manifestare il loro dissenso. Gli Stati Uniti d’America, l’Unione Europea e in una certa misura il Regno Unito hanno alzato la testa e risolto i problemi in modo mirato, tuttavia Kelsey Munro ha deplorato le difficoltà incontrate nello spingere il mondo intero a far sentire la propria voce. La ricercatrice auspica la diffusione di un seme di cambiamento tra i cinesi han, ma se ciò non accade vi sono ben poche speranze almeno nel prossimo futuro.

Vicky Xu ritiene che la mancanza di simpatia per il popolo uiguro sia prevalente nel Paese e la criminalizzazione di un’intera etnia, guidata dal razzismo e dalla paura, stia esacerbando la xenofobia profondamente radicata nella nazione e conclude: «Credono di poter condurre una vita prospera e pacifica solo sottomettendo gli uiguri».

Contrassegnato con: Detenzione in Cina, Musulmani Uiguri

Ruth Ingram

Ruth Ingram, ricercatrice, collabora assiduamente a varie testate, fra cui il sito dell’Institute of War and Peace Reporting (la principale pubblicazione su Asia Centrale e Caucaso), Guardian Weekly e The Diplomat.

Articoli correlati

  • Gli uiguri discriminati e vessati in tutto il Paese

    Gli uiguri discriminati e vessati in tutto il Paese

  • Arrestati quasi 120 fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente

    Arrestati quasi 120 fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente

  • Il World Uyghur Congress al Comitato Olimpico: fermate le Olimpiadi cinesi del 2022

    Il World Uyghur Congress al Comitato Olimpico: fermate le Olimpiadi cinesi del 2022

  • Il PCC distrugge le case tradizionali uigure. È l’ennesimo strumento di genocidio culturale

    Il PCC distrugge le case tradizionali uigure. È l’ennesimo strumento di genocidio culturale

Vedi anche

  • Sterilizzazione di massa delle donne uigure: il PCC commette un nuovo crimine contro l’umanità
    Sterilizzazione di massa delle donne uigure: il PCC commette un nuovo crimine contro l’umanità

    Un nuovo studio di Adrian Zenz dimostra che le donne musulmane dello Xinjiang sono costrette all’aborto, alla sterilizzazione, all’uso di dispositivi contraccettivi intrauterini

  • La trappola morale dello Xinjiang: un giovane ricercatore riflette sui genocidi
    La trappola morale dello Xinjiang: un giovane ricercatore riflette sui genocidi

    Lo Xinjiang e altri luoghi, teatro di genocidio, possono sembrare lontani. In realtà non lo sono, così come, nei negozi, i prodotti frutto del lavoro …

  • La riduzione della povertà è solo un altro mezzo per tenere lo Xinjiang sotto controllo
    La riduzione della povertà è solo un altro mezzo per tenere lo Xinjiang sotto controllo

    In nome della lotta alla povertà, il PCC sposta nello Xinjiang famiglie povere provenienti da tutto il Paese, costringendo gli uiguri ai lavori forzati in altre province

  • «Questo non è lo Xinjiang che ricordavo»
    «Questo non è lo Xinjiang che ricordavo»

    La testimonianza di un cinese han che, dopo molti anni, ha fatto ritorno nella regione uigura di Li Benbo Il regime del PCC ha intensificato le misur…

  • Lo «Uyghur Human Rights Act»: cade la maschera del PCC
    Lo «Uyghur Human Rights Act»: cade la maschera del PCC

    Firmato dal presidente Trump, difende chi nello Xinjiang è perseguitato per motivi etnici e religiosi, denunciando la politica razzista del regime cinese

  • Il PCC davanti alla Corte penale internazionale per il genocidio degli uiguri
    Il PCC davanti alla Corte penale internazionale per il genocidio degli uiguri

    Benché la Cina non abbia sottoscritto il trattato che ha istituito il tribunale de L’Aia, l’avvocato londinese Rodney Dixon ritiene che possa esservi fatta valere la giurisdizione nei confronti di Pechino

Barra laterale primaria

Sostieni Bitter Winter

Per saperne di più

CANALI SOCIALI UFFICALI (IN INGLESE)

Effettua la ricerca delle notizie per regione cliccando sulla mappa

Mappa geografica della Cina

ARCHIVIO

  • Ottobre 2020
  • Settembre 2020
  • Agosto 2020
  • Luglio 2020
  • Giugno 2020
  • Maggio 2020
  • Aprile 2020
  • Marzo 2020
  • Febbraio 2020
  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Settembre 2019
  • Agosto 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Ottobre 2018
  • Settembre 2018
  • Agosto 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018

Newsletter

Iscriviti alla newsletter

* indicates required
Scegli una lingua

Footer

Notizie in esclusiva
Notizie in esclusiva

Redazione

Direttore

MASSIMO INTROVIGE

Direttore responsabile

MARCO RESPINTI

Indirizzo

CESNUR

Via Confienza 19, 10121 Torino, Italy,
Phone: 39-011-541950

Codice Fiscale 97567500018

Partita IVA 07208700018

Articoli

CANALI SOCIALI UFFICALI (IN INGLESE)

Collegamenti

logo orlir hrwf logo cesnur logo

Copyright © 2022 - INFORMATIVA SULLA PRIVACY

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web per offrirti l'esperienza più pertinente ricordando le sue preferenze e ripetendo le visite. Cliccando su "Accetta", acconsenti all'uso di TUTTI i cookie.
.
Maggiori informazioni Impostazioni
RifiutaAccetta
Cookie

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
Cookie Durata Descrizione
ak_bmsc 2 hours This cookie is used by Akamai to optimize site security by distinguishing between humans and bots
bm_sz 4 hours This cookie is set by the provider Akamai Bot Manager. This cookie is used to manage the interaction with the online bots. It also helps in fraud preventions
cookielawinfo-checkbox-advertisement 1 year Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to record the user consent for the cookies in the "Advertisement" category .
cookielawinfo-checkbox-analytics 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional 11 months The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
cookielawinfo-checkbox-necessary 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
cookielawinfo-checkbox-others 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
cookielawinfo-checkbox-performance 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
CookieLawInfoConsent 1 year Records the default button state of the corresponding category & the status of CCPA. It works only in coordination with the primary cookie.
viewed_cookie_policy 11 months The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
_abck 1 year This cookie is used to detect and defend when a client attempt to replay a cookie.This cookie manages the interaction with online bots and takes the appropriate actions.
Functional
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytics
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Cookie Durata Descrizione
CONSENT 2 years YouTube sets this cookie via embedded youtube-videos and registers anonymous statistical data.
_ga 2 years The _ga cookie, installed by Google Analytics, calculates visitor, session and campaign data and also keeps track of site usage for the site's analytics report. The cookie stores information anonymously and assigns a randomly generated number to recognize unique visitors.
_gat_UA-118991308-8 1 minute A variation of the _gat cookie set by Google Analytics and Google Tag Manager to allow website owners to track visitor behaviour and measure site performance. The pattern element in the name contains the unique identity number of the account or website it relates to.
_gid 1 day Installed by Google Analytics, _gid cookie stores information on how visitors use a website, while also creating an analytics report of the website's performance. Some of the data that are collected include the number of visitors, their source, and the pages they visit anonymously.
Advertisement
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
Cookie Durata Descrizione
fr 3 months Facebook sets this cookie to show relevant advertisements to users by tracking user behaviour across the web, on sites that have Facebook pixel or Facebook social plugin.
NID 6 months NID cookie, set by Google, is used for advertising purposes; to limit the number of times the user sees an ad, to mute unwanted ads, and to measure the effectiveness of ads.
VISITOR_INFO1_LIVE 5 months 27 days A cookie set by YouTube to measure bandwidth that determines whether the user gets the new or old player interface.
YSC session YSC cookie is set by Youtube and is used to track the views of embedded videos on Youtube pages.
yt-remote-connected-devices never YouTube sets this cookie to store the video preferences of the user using embedded YouTube video.
yt-remote-device-id never YouTube sets this cookie to store the video preferences of the user using embedded YouTube video.
yt.innertube::nextId never This cookie, set by YouTube, registers a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.
yt.innertube::requests never This cookie, set by YouTube, registers a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.
_fbp 3 months This cookie is set by Facebook to display advertisements when either on Facebook or on a digital platform powered by Facebook advertising, after visiting the website.
Others
Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
ACCETTA E SALVA
Powered by CookieYes Logo