Continua la persecuzione contro templi e luoghi di culto buddhisti. Le statue vengono distrutte e la propaganda prende il posto dei simboli religiosi
di Li Yan
Da quando, nel 2018, è entrata in vigore la nuova Normativa sugli affari religiosi, il PCC accampa sempre nuovi pretesti per distruggere le statue buddhiste, «dall’essere troppo visibili» all’«ostacolare la vista dei piloti». Bitter Winter continua a ricevere notizie delle repressioni governative ai danni di templi e luoghi di culto all’aperto in tutta la Cina.
Il 5 novembre alcuni funzionari della contea Sui, nell’area metropolitana di Shangqiu, una città nella provincia centrale dell’Henan, hanno fatto irruzione in un tempio buddhista nel villaggio di Xiaoguo. L’insegna del luogo di culto, i fornelli per l’incenso e la statua del Bodhisattva Earth Store sono stati distrutti. Libri e registrazioni audio buddhiste sono stati confiscati in quanto si tratterebbe di «materiali che diffondono credenze xie jiao».
Stando a quanto riferitoci da un residente il tempio era stato costruito nel 2013 grazie al denaro raccolto dai fedeli ed è costato più di un milione di renminbi (circa 140mila dollari statunitensi). Negli ultimi anni tuttavia, a causa dell’intensificarsi della persecuzione religiosa, i credenti sono riluttanti a recarsi al tempio. L’uomo ha lamentato: «Il regime non consente alle persone di credere in Gesù o di adorare il Buddha e pretende che si abbia fede solo nel Partito Comunista».
Il 2 dicembre alcuni funzionari dell’amministrazione locale hanno fatto demolire una statua del Buddha che si trovava nel cortile del tempio Mafo nel villaggio di Haizhai nella contea di Sui. Una statua del Buddha che si trovava nella sala del tempio è stata fatta a pezzi e, oltre a un fornello per bruciare l’incenso, sono state distrutte varie targhe in memoria dei benefattori.
Una statua del Buddha coricato, che si trovava nella Sala dei Re Celesti nel tempio dedicato alla Guanyin a Baoji, una prefettura nella provincia nord-occidentale dello Shaanxi, è stata demolita e sepolta. Nel villaggio di Gelao, situato nell’area metropolitana di Yan, la statua del Buddha nel tempio della Guanyin è stata distrutta e sull’altare sacrificale sono stati collocati i ritratti di Karl Marx e di Vladimir Lenin.
Un abitante del luogo ha commentato: «Il governo demolisce ogni statua del Buddha che vede» e ha aggiunto che «l’imperatore della nostra generazione», riferendosi al presidente Xi Jinping, non consente alle persone di venerare il Buddha perché pretende che la venerazione sia riservata solo a lui.
Diverse centinaia di statue buddhiste di varie dimensioni e forme adornavano la Thousand Buddhist Square situata nel punto panoramico del Palazzo Yuhua a Tongchuan, una città nello Shaanxi. La piazza era costata circa 20 milioni di renminbi (circa 2,8 milioni di dollari), ma nell’aprile dello scorso anno, tutto le statue sono state distrutte per ordine del governo.
Il tempio Xiangshan nella città di Baoji nello Shaanxi risale al periodo Kaiyuan (713-741) durante la dinastia Tang (618-907). In giugno, per evitare la distruzione di una statua del Buddha, il responsabile del tempio l’ha fatta rimuovere dopo averla coperta di stoffa. Nel tempio sono stati esposti slogan propagandistici e citazioni di Xi Jinping.
In settembre, l’amministrazione della contea di Xifeng nella provincia nord-orientale del Liaoning ha fatto ricoprire tutte le 800 statue degli Arhat che si trovano nell’area sacra panoramica di Taoyuan. In dicembre, la più grande statua del Buddha è stata coperta con una struttura che ricorda un fiore di loto.
Il Tiandian Garden Folk Tourism Holiday Resort è stato costruito nel 2015 e si trova nella contea di Ju amministrata dalla prefettura di Rizhao nella provincia dello Shandong. All’epoca i residenti avevano donato un milione di renminbi (circa 140mila dollari) con cui era stata eretta una statua della Guanyin alta 12 metri che attirava un flusso costante di pellegrini.
Il 16 marzo 2019 alcuni funzionari del Dipartimento del lavoro del Fronte Unito, dell’Ufficio per gli affari religiosi della contea e di altre istituzioni hanno ordinato al responsabile del centro di demolire la statua della Guanyin perché «era all’aperto e troppo alta». Poiché la demolizione avrebbe comportato operazioni complesse e costose, il responsabile ha dovuto coprire la scultura con manifesti di propaganda socialista. Anche il Tempio del Loto è stato chiuso.