Nell’Hubei alcuni fedeli del movimento Sola Fide sono stati arrestati e picchiati: anche condividere un pasto è un’attività religiosa illegale
Cai Congxin
I fedeli di una Chiesa domestica picchiati a Xiangyang
Adesso per i cristiani cinesi anche trovarsi per mangiare assieme è off-limits. Sembra infatti che pranzi e cene sino considerati assemblee religiose e che quindi debbano essere autorizzate.
È questa la dura lezione che hanno dovuto imparare 11 credenti, appartenenti a una Chiesa domestica del movimento Sola Fide, nella città di Xiangyang, nella provincia dell’Hubei, la notte del 13 marzo, quando sono stati arrestati dopo aver cenato insieme. Subito dopo avere lasciato la sala per riunioni dove si erano ritrovati, sono stati circondati da più di 20 agenti di polizia che hanno girato loro intorno, li hanno fatti salire sulle auto e li hanno condotti alla stazione di polizia. Gli agenti hanno riferito di aver ricevuto una soffiata, probabilmente da alcuni vicini che desideravano una ricompensa per aver denunciato un’assemblea religiosa illegale.
Bitter Winter ha appreso che quando una signora di circa sessant’anni ha chiesto semplicemente ai poliziotti cosa stessero facendo, la risposta è stata un pugno sul petto. La donna soffre di una malattia al cuore e di pressione alta. Ignorando le sue condizioni, l’agente l’ha percossa fino a che non è svenuta. Quando si è ripresa, ha ricominciato.
Alla stazione di polizia, alcuni impiegati dell’Ufficio per gli affari religiosi locale hanno rimproverato i credenti, dicendo che non avevano il permesso di tenere assemblee e ancor meno di predicare in altre zone. In effetti, alcuni di loro erano venuti con il bus da un’altra contea, cosa che i funzionari governativi considerano come «predicazione inter-regionale» proibita. Alla fine sono stati rilasciati, ma la salute della donna con problemi di cuore è peggiorata sempre più, con battito cardiaco irregolare, vomito e incontinenza urinaria. È stata portata in ospedale, dove hanno riscontrato ferite multiple al petto, all’addome e al volto. In più, anche le condizioni del cuore sono peggiorate. La spesa per le cure ospedaliere ha superato i 3mila renminbi (circa 450 dollari statunitensi).
La donna ha disposto una denuncia scritta dell’accaduto e ha chiesto spiegazioni alle autorità. Non solo i funzionari non le hanno dato risposta, ma le hanno dato qualcos’altro. Un ulteriore avvertimento. Come riferito a Bitter Winter da alcuni credenti che abitano nella zona, le è stato detto che «Credere in Dio è illegale. Se continuerete a tenere le riunioni, vi arresteremo di nuovo». Quando si è lamentata di come tutto ciò fosse illegale, e ha rammentato che la Costituzione cinese prevede che sia garantita la libertà religiosa, uno degli agenti ha risposto: «Come osi parlare a me della legge? Qualunque cosa io dica, è legge. Altrimenti, vattene e fammi causa!».
Chiusa una chiesa a Suizhou
Di recente, nell’Hubei, le sale per riunioni di svariate Chiese domestiche (tra cui alcune di Sola Fide e della Chiesa avventista del Settimo Giorno) sono state represse e chiuse. L’8 aprile la Chiesa di Xinwang, situata nella città di Suizhou, nell’Hebei, è stata presa d’assalto. Più di 30 agenti della Brigata per la sicurezza nazionale e della sezione locale dell’Ufficio per gli affari etnici e religiosi sono piombati nella sala per riunioni, hanno sequestrato i beni della Chiesa e hanno chiuso i locali con il pretesto che le assemblee erano illegali.
Il direttore della Chiesa ha chiesto alla polizia di presentare le proprie credenziali, ma ha ricevuto un rifiuto. Voleva scattare delle foto del raid, ma è stato arrestato e portato alla stazione della polizia, dove gli hanno chiesto quante persone facessero parte della Chiesa e di quanti soldi disponesse. Anche altri tre collaboratori sono stati arrestati, interrogati e messi in guardia: non dovevano più tenere assemblee.
Il direttore, dopo il suo rilascio, si è recato all’Ufficio per gli affari etnici e religiosi per cercare di ottenere la restituzione dei beni sequestrati, ma il capo dell’Ufficio gli ha detto che la Chiesa è un gruppo religioso illegale che porta avanti attività missionarie vietate, perciò le offerte dei credenti costituiscono donazioni religiose illegittime e pertanto da confiscare.
Un collaboratore della Chiesa ha raccontato a Bitter Winter che una volta i funzionari dell’amministrazione locale hanno ordinato loro di aderire alla Chiesa delle tre Autonomie, ma che questo ha incontrato la fiera opposizione dei fedeli. «All’apparenza il governo cinese parla di libertà di religione. Nei fatti invece stanno mettendo tutto sotto il suo controllo. Vietano alla Chiesa delle tre Autonomie di parlare della creazione da parte di Dio. Devono parlare di evoluzione e i sermoni e le lezioni sulla Bibbia devono prima essere rivisti dal governo», ha spiegato. «Nelle chiese delle tre Autonomie bisogna appendere i ritratti di Xi Jinping e di Mao Zedong. Bisogna anche issare la “bandiera rossa [nazionale]” e cantare “canzoni rosse”. Come può essere il luogo per adorare il Signore?».