Il PCC continua a reprimere i luoghi di culto che rifiutano il controllo dello Stato
Di Zheng Jie
Da quando la nuova Normativa per gli affari religiosi è entrata in vigore nel 2018, sono state dichiarate illegali le chiese cattoliche che non aderiscono all’Associazione patriottica cattolica cinese e non dispongono di un regolare certificato di registrazione. La firma dell’Accordo tra la Santa Sede e la Cina del 2018 non ha migliorato la già difficile situazione del dissenso cattolico, che continua ad essere tormentato e perseguitato dal PCC.
Alla fine dell’ottobre 2019, in appena dieci giorni, l’amministrazione di Baochang, nella Bandiera di Taibus della Lega di Xilingol, un’unità amministrativa con status di prefettura nella Mongolia Interna, ha chiuso quattro chiese cattoliche che rifiutavano il controllo dello Stato. Le forze dell’ordine hanno obbligato i responsabili a fermare tutte le attività nelle loro parrocchie e di rimuovere tutti i simboli e segni religiosi.
Una chiesa cattolica costruita più di 40 anni fa a Nanyang, una città con status di prefettura nella provincia centrale dello Henan, ha subito l’incursione dei funzionari amministrativi locali lo scorso marzo, perché era «priva di licenza». Secondo un parrocchiano, gli intrusi hanno distrutto tavoli, sedie e il podio nella chiesa e hanno saccheggiato la residenza del prete. Più di 40 copie della Bibbia, amplificatori e altri oggetti di valore sono stati confiscati. Il responsabile della chiesa, un settantenne, ha rimproverato i funzionari per il loro comportamento brutale. Per tutta risposta, uno di loro ha agitato i pugni, pronto ad aggredire l’anziano, ma è stato fermato da persone che erano sul posto. «Dio vede quel che gli uomini fanno, e il male compiuto dal PCC non sarà tollerato», ha detto con rabbia un fedele locale.
Alla fine del 2018 l’unica chiesa cattolica non gestita dallo Stato nella contea di Zhazhou a Daqing, una città con status di prefettura nella provincia nordorientale dello Heilongjiang, è stata chiusa dopo che i funzionari governativi le hanno staccato la luce. Due telecamere di sorveglianza ad alta definizione sono state installate successivamente sui pali della luce più vicini per controllare che i fedeli non tornassero in chiesa.
Secondo un parrocchiano, la chiesa ha prima ricevuto l’ordine di chiusura all’inizio del 2018, in quanto «luogo pubblico non autorizzato che organizza incontri illegali di preghiera». Ma la parrocchia ha continuato ad incontrarsi in chiesa, così l’amministrazione ha trovato il pretesto che la chiesa non rispettasse «le misure anti-incendio». Tuttavia, un membro del personale dell’Ufficio per il Controllo degli Incendi ha detto che la chiesa non avesse bisogno di equipaggiamenti anti-incendio così sofisticati, come quelli richiesti dai funzionari. In realtà, ha detto, il locale Dipartimento del lavoro del Fronte Unito aveva dato l’ordine di chiudere la chiesa.
L’ampia chiesa, costruita grazie alle donazioni dei parrocchiani, 400mila renminbi (circa 60mila dollari statunitensi) in totale, è stata chiusa dopo soli tre anni di esistenza e i fedeli ora devono riunirsi in un piccolo locale affollato. Ma il governo continua a tormentarli. In luglio la proprietaria del nuovo stabile è stata minacciata del pagamento di una multa da 2mila a 5mila renminbi (da 280 a 560 dollari, circa) se avesse continuato a mettere a disposizione la sua proprietà per gli incontri.
Nell’aprile 2019 la polizia ha fatto irruzione in una chiesa cattolica non autorizzata nella città con status di contea di Shenzhou nella provincia settentrionale dello Hebei. Gli agenti hanno ordinato ai parrocchiani di smettere di riunirsi e di sgomberare la chiesa per «assembramenti illegali». Altrimenti la proprietà della chiesa sarebbe stata confiscata e una multa di 20mila renminbi (circa 2.800 dollari) sarebbe stata imposta ai parrocchiani. Per proteggere simboli religiosi e immagini sacre, i fedeli li hanno spostati e hanno chiuso la chiesa.
Una sorte simile è toccata alla chiesa di Fuyuanju nella diocesi cattolica di Ji’an nella provincia sudorientale dello Jiangxi. Nel marzo 2019 l’amministrazione locale l’ha chiusa in quanto «locale privo di licenza» e ha minacciato di multare i parrocchiani se si fossero incontrati ancora. Dopo che la chiesa è stata chiusa, i funzionari dell’amministrazione hanno ripetutamente ispezionato lo stabile per assicurarsi che non vi si tenessero più incontri. Hanno anche perquisito le case dei fedeli, ordinando loro di «credere nel Partito Comunista, se volete credere in qualcosa» e di obbedire, minacciando di mandarli in galera se avessero espresso il loro credo. Più di 40 parrocchiani ora non hanno un luogo in cui incontrarsi.