Il governo ha una tradizione nel negare la verità sui disastri. Bitter Winter ha raggiunto un villaggio nello Shandong scoprendo un precedente relativo al tifone Lekima
di Xiao Baiming
Il PCC ha fornito troppe poche informazioni e troppo tardi anche cercando di manipolare l’opinione pubblica e ciò ha peggiorato la situazione creatasi a causa del coronavirus a Wuhan. Si dice che, nonostante la montatura sugli ospedali costruiti in una sola notte, il numero reale di diagnosi e decessi confermati sia superiore a quello ufficiale e che i ritardi nel fornire assistenza abbiano messo in pericolo la popolazione.
Questa non è la prima volta che il comportamento del PCC peggiora gli effetti di un disastro. Donggaoxi è un piccolo villaggio situato nel distretto Zhangqiu di Ji’nan, una città nella provincia orientale dello Shandong, che in agosto è stato colpito dal tifone Lekima più gravemente di ogni altro centro abitato nella provincia. Dopo sono iniziate le bugie.
Video: scena dell’inondazione
Calamità naturale o catastrofe provocata dall’uomo?
A causa delle crescenti piogge il bacino idrico di Xinglin situato a monte del villaggio doveva rilasciare le acque in eccesso. L’11 agosto, l’Ufficio di prevenzione delle inondazioni di Zhangqiu ha diffuso un avviso in cui si affermava che il deflusso sarebbe stato di 30 metri cubi al secondo. Successivamente un dipendente del personale preposto alla gestione dell’invaso ha rivelato che il deflusso era aumentato fino a 60 metri cubi al secondo.
Un funzionario del villaggio ha riferito a Bitter Winter: «L’amministrazione locale non ha segnalato la gravità del rischio e non ha fornito i materiali per prevenire le inondazioni. Inoltre gli abitanti del villaggio non hanno ricevuto un avviso di evacuazione».
In una lettera congiunta che gli abitanti del villaggio hanno inviato alle autorità si dice: «Quando l’invaso di Xinglin ha rilasciato le acque in eccesso anche l’acqua dello stagno [un piccolo serbatoio a valle dell’invaso di Xinglin] ha rotto la diga – il cui freno negli anni non è mai stato sollevato – raggiungendo direttamente il villaggio. Altra acqua si è così aggiunta al flusso. Gli abitanti del villaggio colpiti dall’alluvione speravano che i leader potessero indagare su questo incidente e rendere loro giustizia».
Un funzionario dell’amministrazione locale ha ammesso che l’inadeguata prevenzione ha direttamente provocato le gravi calamità che hanno colpito gli abitanti del villaggio.
Un residente ha dichiarato: «Loro [i funzionari del PCC] hanno detto che si è trattato di un disastro naturale, ma non ne sono affatto convinto, anzi credo che esso sia stato causato dall’uomo».
Falsi certificati di morte
Secondo gli abitanti del villaggio l’alluvione ha causato otto morti, ma ufficialmente è stata data notizia solo della morte di un giovane annegato durante un tentativo di salvataggio. Negli altri casi sono stati emessi falsi certificati di morte secondo cui si sarebbe trattato di «decessi per malattia».
Un parente di una delle vittime ha dichiarato: «L’agenzia funebre ha scritto che si trattava di “decesso per malattia” invece di “morte per annegamento” o “decesso provocato da una caduta”, ma se non avessimo firmato il certificato non avrebbero cremato la salma».
Un residente ha aggiunto: «I corpi emanavano già un cattivo odore, ma l’amministrazione ha ordinato che fossero portati via con un’ambulanza fingendo di soccorrerli come se fossero stati ancora vivi».
Quando gli abitanti del villaggio hanno riferito la vera causa delle morti al mondo esterno, l’amministrazione ha dichiarato che stavano diffondendo delle fake news.
Un dipendente dell’amministrazione locale ha commentato: «Visto il numero di vittime l’amministrazione aveva delle responsabilità, ma nessun funzionario era disposto ad assumersele.
Per paura di essere licenziati non hanno segnalato i decessi ai loro superiori».
Spariti gli aiuti
In agosto, i giornali locali hanno dato notizia di una raccolta fondi. Qilu Evening News ha riferito che tre giorni dopo l’alluvione la sola comunità imprenditoriale aveva donato 23 milioni di renminbi (circa 3,3 milioni di dollari statunitensi).
Nonostante ciò gli abitanti del villaggio hanno dichiarato di non aver ricevuto un’adeguata assistenza materiale. Ognuno ha ricevuto solo una scatola di noodles precotti, due trapunte e del cibo deteriorato. Queste sono le «ingenti donazioni» ricevute dagli abitanti del villaggio.
Secondo i residenti sono andate distrutte 48 case e centinaia di migliaia di chilogrammi di grano. Il governo ha promesso solennemente che avrebbe fornito aiuto, ma nei mesi successivi non se ne è più avuta notizia.
Un’impresa commerciale ha aggirato l’amministrazione locale fornendo i propri aiuti direttamente al comitato del villaggio, in modo che ogni abitante potesse ricevere da 300 a 500 renminbi (da 43 a 72 dollari circa). Purtroppo però l’amministrazione cittadina ha incaricato degli agenti di andare di casa in casa sostenendo che le donazioni non potevano essere consegnate direttamente alle vittime dell’alluvione.
Un abitante del villaggio ha riferito: «Un funzionario ha detto che le donazioni non ci riguardavano, ma in realtà qualcuno se ne è appropriato. Il funzionario ci ha anche detto: “Non parlatene nemmeno, tanto non otterrete un soldo”».
Gli abitanti del villaggio hanno scritto diverse lettere per segnalare la situazione a un livello superiore del governo, ma non hanno ricevuto alcuna risposta. Inoltre i funzionari del villaggio hanno minacciato di arrestare chiunque avesse tentato di aggirarli appellandosi ad autorità superiori.
I media del PCC non hanno dato notizia della reale situazione creatasi con l’alluvione, ma hanno sottolineato quanto fossero state efficaci le autorità durante tifone. Ciò era evidentemente falso e non depone a favore della veridicità delle notizie ufficiali sul coronavirus.