Di tutto per far chiudere la Chiesa: dal costringere il proprietario dell’immobile a risolvere il contratto di locazione al negare alla Chiesa un profilo WeChat.
La Chiesa di Sion a Pechino è stata fondata nel 2007. Il capo dei suoi sacerdoti, Jin Mingri, aveva espresso pubblicamente il proprio sostegno alla Chiesa di Shouwang, che era stata soppressa dalle autorità; a titolo di rappresaglia, le autorità hanno fatto pressioni sul proprietario dell’immobile locato dalla Chiesa affinché risolvesse il contratto.
Ma il tentativo di sabotaggio non è riuscito e quest’anno la Chiesa di Sion è diventato il più grande edificio sacro di una Chiesa domestica pechinese: per questo le autorità hanno di recente fatto ricorso a svariati altri metodi per farla chiudere.
In giugno le autorità hanno installato un sistema di riconoscimento facciale all’esterno della chiesa e cimici all’interno. La polizia rintraccia i fedeli sui luoghi di lavoro o nelle loro case per costringerli a firmare dichiarazioni con cui si impegnano a non partecipare più alle riunioni religiose della Chiesa di Sion.
A maggio Bitter Winter ha riferito che il PCC aveva accusato la Chiesa di essere una setta, disponendo l’installazione di telecamere di sorveglianza intorno ai loro luoghi di culto.
Poi, in giugno, le autorità hanno anche cancellato il profilo della Chiesa su WeChat; quando i fedeli hanno tentato di crearne uno nuovo, è stato anch’esso cancellato. Tutto questo si è ripetuto per diversi giorni e sono stati cancellati molti altri profili gestiti dalla Chiesa sui social network. Le autorità hanno persino reindirizzato i telefoni cellulari e i profili personali WeChat di tutti i membri associati al profilo istituzionale della chiesa, inclusi i pastori e i fedeli.
A luglio le autorità hanno cercato di corrompere un pastore, un familiare del quale si trovava in ospedale, proponendogli questo: «Se prometti di collaborare con noi, potremo curare la malattia per cui la tua famiglia sta spendendo decine di migliaia di renminbi con sole poche migliaia ».
Anche altri cinque pastori e una decina di predicatori sono stati interrogati; a un predicatore è stato riferito da un funzionario che il governo aveva una talpa all’interno della Chiesa di Sion ed era quindi in possesso di informazioni riservate.
In agosto il padrone dell’immobile ha subito nuove pressioni per rescindere il contratto di affitto stipulato dalla Chiesa e stavolta le autorità sono riuscite. Il contratto è stato annullato unilateralmente con un preavviso di solo 15 giorni: Chiesa avrebbe dovuto andarsene entro la prima settimana di settembre e trasferirsi altrove.
L’amministrazione della Chiesa ha però deciso di non ignorare il preavviso di sfratto e di rimanere nei locali dato che le obbligazioni derivanti dal contratto erano sempre state regolarmente adempiute.
Il 9 luglio l’Ufficio per gli affari civili del distretto Chaoyang di Pechino ha reso noto che la Chiesa di Sion era stata «vietata per legge» e che il «materiale promozionale illegale» che essa possedeva era stato sequestrato perché violava la Normativa sugli affari religiosi recentemente modificata.
Il pastore Mingri, parlando con il canale di Voice of America in Cina, ha raccontato che, al termine della funzione domenicale del 9 settembre, circa 70 ufficiali pubblici si sono presentati nell’edificio di culto dicendogli che la sua Chiesa era stata bandita e che quindi avrebbe dovuto andarsene. I suoi beni personali sono poi stati confiscati.
All’ingresso della chiesa è stato anche affisso un avviso per i fedeli: «Le masse dei fedeli devono rispettare le leggi e i regolamenti. partecipando agli eventi in sedi religiose legalmente registrate». In Cina, per «sede religiosa legalmente registrata» si intende un’istituzione che è controllata dal governo e che obbedisce al Partito.
Il St. Charles Institute, che ha sede negli Stati Uniti d’America, afferma: «Le Chiese cinesi stanno vivendo il culmine della persecuzione più dura degli ultimi 40 anni. Questi atti persecutori contro i cristiani sono premeditati e pianificati sistematicamente. Imparando dalle esperienze passate, i funzionari governativi di ogni livello trattano le questioni religiose attraverso leggi civili di natura non religiosa. Con questi atti si cerca di mascherare la persecuzione aperta della Chiesa e la soppressione della libertà religiosa. La risoluzione del contratto di locazione sottoscritto da un luogo di culto è solo uno di questi esempi».
Un pastore della Chiesa ha fatto eco, riferendo che: «Prima è stata la volta della Chiesa di Shouwang, ora della Chiesa di Sion. La gente sta iniziando a capire quale realtà si nasconda dietro l’atteggiamento assunto dal governo nei confronti delle diverse Chiese e il sentire comune è sintetizzabile nella formula: se oggi tocca a te, domani potrebbe succedere anche a me. Quello che sta accadendo non è dovuto a qualcosa che il governo abbia contro la Chiesa di Sion; è dovuto a quello che il governo ha contro tutte le Chiese cristiane del Paese».
Servizio di Feng Gang