Bitter Winter ha appena ricevuto un resoconto stilato da quattro membri di una Chiesa domestica di un villaggio nella provincia dello Jilin riguardante la persecuzione per motivi religiosi che stanno subendo da tre anni. Alle 9 del mattino del 10 giugno 2015, la squadra della polizia giudiziaria dell’Ufficio della pubblica sicurezza della città di Huadian inviava sette furgoni con a bordo più di 20 agenti al villaggio di Yuxing, nel distretto di Changshan, eseguendo irruzioni coordinate nelle abitazioni di quattro cristiani. Un gruppo di agenti si era recata a casa di una signora di 50 anni, Zhang Shumnei (pseudonimo), ponendole domande: da quanto tempo credesse in Dio Onnipotente e se possedesse libri religiosi. Poi le ha ordinato di seguirli, caricandola a spintoni, nonostante le sue proteste, in un furgone della polizia. Nello stesso tempo, gli agenti facevano irruzione nelle case di altri due cristiani, Xiao Yun e Li Na, arrestandoli. Tutte e tre sono stati portati alla Scuola del partito di Huadian.
Un altro gruppo di agenti aveva fatto irruzione nell’abitazione di un uomo cristiano di 53 anni, Wu Qiang, in cui si svolgevano incontri religiosi. Per impedirgli di scappare, hanno anzitutto bloccato l’ingresso principale, quello sul retro e tutte le finestre. Dopo essere entrati con la forza, hanno trovato in casa solamente la moglie di Wu. «Da quanto tempo credi in Dio?», le hanno gridato. «Da quanto tempo gli altri abitanti del villaggio credono in Dio?». La donna non ha risposto. Dopo aver e rimosso una croce da un muro, i poliziotti hanno saccheggiato la stanza, mettendola completamente a soqquadro senza peraltro trovare alcun oggetto religioso. La donna non è stata arrestata solo perché disabile, ma le è stata scattata una foto per gli archivi della polizia e le è stato detto: «Quando tuo marito torna, digli di recarsi alla Scuola del Partito di Huadian. Se non lo farà, verrà punito severamente e arrestato!».
Il giorno dopo, Wu Qiang non ha avuto altra scelta che recarsi al luogo convenuto, dove a ogni cristiano viene affiancato un funzionario dell’amministrazione locale che stia con lui sorvegliandolo. Ai cristiani era proibito parlare ed erano tenuti sono attenta sorveglianza, anche quando dormivano o usavano i bagni. Per costringerli a rinunciare alla loro fede, le autorità li hanno sottoposti a 20 giorni d’intense pressioni psicologiche. I funzionari governativi li indottrinavano quotidianamente con ateismo, evoluzionismo (inaccettabile per la maggior parte dei membri delle Chiese domestiche) e altre teorie che negano l’esistenza di Dio. Li hanno quindi obbligati a leggere testi che negano e che bestemmiano Dio per provocare in loro sofferenza mentale e fisica. Dopo giorni e giorni di questo trattamento, il segretario del villaggio ha riportato i quattro cristiani nel loro villaggio e ha radunato tutte le loro famiglie obbligando a firmare un documento dietro questa minaccia: «Se non smetterete di credere nel Signore, la prossima volta che sarete arrestati sarete condannati al carcere».
Una volta tornati al villaggio, i detenuti sono stati sorvegliati costantemente dagli agenti della stazione di polizia del distretto di Changshan ed è stato proibito loro di lasciare il Paese per cinque anni.
Nel marzo di quest’anno, alcuni agenti della stazione di polizia del distretto di Changshan sono tornati al villaggio, hanno scattato foto a Xiao Yun, Li Na, Wu Qiang e Zhang Shumei, e hanno raccolto campioni della loro saliva. Li Na non ha saputo tacere: «Non avete già fatto abbastanza? Perché continuate a venire qui?». Il poliziotto ha risposto: «Non possiamo forse venire a farvi un salutino?». Zhang Shumei racconta che tutti gli anni gli agenti sono tornati a fotografare i quattro cristiani e le lo famiglie, dicendo che così sarebbe stato per sei anni. Quelle persone vivono insomma in una prigione invisibile, costantemente minacciate di essere arrestate.
Servizio di Piao Junying