I funzionari minacciano i credenti di imporre loro l’abiura e la venerazione del Partito Comunista e i suoi leader passati e presenti
di Tang Zhe
Da quando il presidente Xi Jinping è in carica i suoi ritratti e le sue citazioni hanno iniziato a diffondersi nei luoghi di culto e anche nelle case dei credenti, portando il suo culto della personalità a livelli senza precedenti. I credenti vengono minacciati di revoca dei sussidi per la riduzione della povertà e di altri aiuti governativi se non sostituiscono i simboli religiosi con i ritratti di Xi Jinping o Mao Zedong. Bitter Winter riceve un numero sempre maggiore di segnalazioni in merito.
Il 27 dicembre a Fenyi, una contea nella provincia sud-orientale dello Jiangxi, i funzionari della municipalità di Caochang si sono recati nell’abitazione di una donna ‒ da oltre 30 anni fedele della Chiesa delle Tre Autonomie ‒ costringendola a sostituire due immagini a tema religioso con un ritratto di Xi Jinping.
Per assicurarsi che non ospitasse riunioni religiose o leggesse la Bibbia i funzionari del villaggio hanno visitato la casa della donna diverse volte minacciandola di revocarle l’indennità di sussistenza se lo avesse fatto.
In giugno, alcuni funzionari governativi della municipalità di Dongcun nella contea di Fenyi hanno rimosso dalla casa di una credente sessantenne un’immagine della croce e, dopo averla gettata in un bidone della spazzatura, hanno messo al suo posto i ritratti di Xi Jinping e di altri leader del PCC.
Un fedele del posto preoccupato ha commentato: «Il governo sta imponendo un controllo sulla religione sempre più rigoroso. Temo che non potremo più partecipare alla funzione domenicale nella nostra chiesa delle Tre Autonomie».
Nella provincia orientale dello Shandong i credenti affrontano un’analoga persecuzione. Il 15 novembre a Shan, una contea nell’area metropolitana di Heze, alcuni funzionari governativi hanno fatto irruzione in una sala per riunioni della Chiesa delle Tre Autonomie che vanta una presenza quarantennale. I funzionari si sono introdotti nel luogo di culto quando non c’era nessuno e hanno sostituito un dipinto raffigurante Gesù e un’immagine ricamata della croce esposti al centro della sala con un ritratto di Xi Jinping. I funzionari hanno gettato via i dipinti religiosi e hanno spostato tavoli e sedie nel cortile.
Il giorno successivo sono tornati minacciando di demolire l’edificio se il proprietario avesse continuato ad affittarlo alla chiesa e gli hanno ordinato «di lodare il Partito Comunista a cui deve il suo sostentamento, e non Gesù». Prima di andarsene i funzionari hanno aggiunto: «Deve ascoltare il Partito e obbedirgli per sempre».
In dicembre nella contea di Shan anche i dipinti raffiguranti Gesù di due anziane fedeli sono stati sostituiti con le immagini di Xi Jinping. I funzionari hanno minacciato una delle donne dicendole che se avesse continuato a credere in Dio la sua indennità di sussistenza sarebbe stata revocata e poi hanno aggiunto: «Le è permesso di venerare solo Xi Jinping».
Anche un’anziana cristiana residente a Penglai, una città nello Shandong, è stata minacciata di revoca dell’indennità di sussistenza. La donna ha riferito a Bitter Winter: «In Cina credere in Dio è considerato un crimine, i credenti sono soggetti a restrizioni mentre i diritti e la libertà si riducono ogni giorno. Il PCC sostiene che la religione è libera e intanto perseguita le donne anziane come me a causa della loro fede».
In ottobre un funzionario di Lu’an, una città nella provincia centrale dell’Anhui, ha ordinato a una ventiseienne fedele di una Chiesa domestica appartenente a Sola Fide di rimuovere dalla sua casa un’immagine con la scritta «Dio ama il mondo». La donna si è rifiutata di farlo, ma è stata avvertita che se avesse insistito il suo sussidio per alleviare la povertà sarebbe stato revocato. La donna ha scelto la fede piuttosto che i soldi, ma i funzionari hanno comunque rimosso il quadro dicendo che non poteva tenerlo anche se avesse rinunciato al sussidio perché «questa è la politica del Partito». Hanno quindi rimosso il quadro sostituendolo con ritratti di Mao Zedong e Zhou Enlai, il primo premier della Repubblica popolare cinese; fatto ciò hanno scattato delle foto per inviarle ai loro superiori.