In Cina i datori di lavoro richiedono ai lavoratori l’impegno formale a non professare alcuna fede, pena la perdita dell’impiego e dei mezzi di sostentamento
La completa repressione della religione da parte del governo cinese mette i credenti in una posizione molto difficile, al punto da portarli a perdere il lavoro se non abbandonano la fede. I licenziamenti dei cristiani sono divenuti particolarmente rapidi e severi, poiché molti di loro si rifiutano di farlo, come invece impone il governo cinese.
Il 31 gennaio Pan Fei, un cristiano appartenente alla Early Rain Covenant Church della città di Chengdu, nella provincia sudoccidentale del Sichuan, è stato licenziato dal suo posto di lavoro, il supermercato Yonghui, perché non rinunciava ad andare in chiesa.
Nel settembre 2018 un cristiano appartenente alla Chiesa di Sion di Pechino è stato licenziato dall’azienda per cui lavorava per via del suo credo religioso. Secondo un suo collega, la polizia ha fatto pressioni sulla dirigenza ordinando che l’uomo fosse licenziato e che il suo nome venisse rimosso dall’organigramma, affinché l’azienda non fosse penalizzata per averlo nell’elenco dei dipendenti.
Secondo una fonte interna dell’Ufficio per la sicurezza pubblica del comune di Pechino, l’uomo frequentava i raduni della Chiesa solo da nove mesi. Eppure la sezione locale dell’Ufficio per la sicurezza pubblica lo ha trattato alla stregua di una “personalità religiosa”, registrandone le generalità.
Altri fedeli della Chiesa di Sion di Pechino hanno subito la stessa minaccia: «Abbandona la tua fede, o perderai il lavoro!».
Sia la Early Rain Covenant Church che la Chiesa di Sion di Pechino sono Chiese domestiche che hanno vissuto dure persecuzioni e talvolta sono state del tutto chiuse.
Lu Ming (pseudonimo), cristiano, è un militare dell’esercito che all’inizio del 2017, per via del suo credo religioso, è stato trasferito a un impiego civile – una possibilità abitualmente riservata a funzionari di livello intermedio o anziani – benché non vi fossero le condizioni per un cambiamento di questo genere.
Pochi mesi più tardi è stato inviato a lavorare per un tribunale del popolo. Dando corso alla nuova Normativa sugli affari religiosi del febbraio 2018, i datori di lavoro hanno iniziato a pretendere dagli impiegati la firma di un «impegno a non professare alcuna fede», cosa che Lu Ming si è rifiutato di fare. Il capo dell’ufficio del personale è andato a parlargli tre volte di fila, imponendogli di abiurare. Ma Lu Ming ha sempre rifiutato, dicendo: «Non firmerò, anche se significa perdere il lavoro».
Nel marzo 2018, la Squadra centrale di ispezione religiosa si è recata al tribunale per un’indagine. Poiché il tribunale temeva di essere coinvolto in un problema connesso con le attività religiose, ha stabilito di rinviare la documentazione relativa a Lu Ming all’esercito. L’uomo ha cercato di trovare altri sbocchi di carriera, ma ogni volta è stato rifiutato per non aver firmato l’«impegno a non professare alcuna fede».
Perciò in novembre l’esercito ha comunicato a Lu Ming che non poteva aspirare a nessun altro impiego e che quindi doveva essere smobilitato, con questo intendendo che lo Stato non poteva, o non voleva, trovargli un impiego.
Servizio di Shen Xinran