Avevano organizzato un pellegrinaggio in Terrasanta, ma il viaggio non è stato autorizzato. Le loro chiese sono state vessate, chiuse e costrette a fondersi
A luglio un gruppo di 30 persone tra pastori e fedeli della commissione missionaria di una Chiesa domestica di Qingdao, una città nella provincia dello Shandong, sulla costa orientale della Cina, si stavano preparando per recarsi in Israele con un gruppo di turisti. Quando hanno appreso che i fedeli della Chiesa domestica intendevano recarsi all’estero, le autorità di Qingdao hanno proibito ai 30 cristiani di lasciare il Paese sostenendo che stavano «andando all’estero per svolgere attività missionaria». Le autorità hanno poi inserito le 30 persone nella lista nera e le hanno poste sotto sorveglianza.
A metà settembre, il pastore Pan Yongliang, responsabile della suddetta commissione, è stato convocato dall’Ufficio per gli affari religiosi. Contemporaneamente le autorità hanno inviato degli agenti a sigillare uno dei luoghi di assemblea della chiesa sulla base del fatto che la Chiesa stava appunto «andando all’estero per svolgere attività missionaria».
Un fedele della Chiesa, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha dichiarato: «Un poliziotto è andato direttamente a cercare la proprietaria del locale dove la Chiesa si riunisce e l’ha minacciata, dicendole che è vietato affittare l’appartamento a noi e che sarà arrestata se continuerà a farlo».
Il 23 settembre, il personale di una chiesa delle Tre Autonomie si è recato nel luogo ove si riunisce la commissione, consegnando una
direttiva dell’Ufficio per gli affari religiosi che ordinava di aderire a una vicina chiesa delle Tre Autonomie e di rimettere a questa il ricavato delle offerte. Inoltre le autorità nomineranno un pastore appartenente alla chiesa delle Tre Autonomie affinché tenga sermoni alla commissione.
Il fedele ha anche rivelato che la sezione dell’Ufficio per gli affari religiosi di Qingdao ha diffuso un avviso per ordinare a tutti i luoghi di assemblea della Chiesa domestica di registrarsi per l’affiliazione a una locale chiesa delle Tre Autonomie. Le chiese delle Tre Autonomie approvate dallo Stato devono gestire tutti gli affari ecclesiastici e le sedi delle chiese non registrate sono considerate illegali. Se vengono scoperte riunioni illegali, viene comminata alla comunità una multa di 50mila renminbi (circa 7.400 dollari statunitensi).
A causa della severa pressione del governo, molti luoghi di incontro della commissione hanno dovuto interrompere i propri incontri, lasciando circa 500-600 persone senza un luogo di culto.
Le restrizioni di viaggio e le vessazioni sopra descritte sono tipiche dell’intensificarsi del controllo e della soppressione delle attività delle Chiese domestiche. I fedeli che vanno all’estero attirano in modo particolare l’attenzione del governo. Secondo l’articolo 70 delle nuove Norme sugli affari religiosi entrate in vigore nel febbraio 2018, tutte le organizzazioni di cittadini non autorizzate che si recano all’estero per partecipare a corsi di formazione religiosa, conferenze, culto e altre attività legate alla religione, sono proibite. La mancata osservanza di questa norma può comportare multe che vanno da 20mila a 200mila renminbi (ossia da 2.960 a 29.600 dollari statunitensi).
Il pastore coreano-americano Jack, della Chiesa avventista del settimo giorno, a proposito del divieto del PCC relativo ai viaggi all’estero dei pastori, ha detto che le autorità temono che i fedeli cinesi si impegnino in discussioni legate alla fede con fedeli stranieri.
La Chiesa avventista del settimo giorno tiene annualmente un congresso mondiale. Quello del 2018 si è svolto in agosto nella Corea del Sud. Quando la chiesa ha tentato di organizzare la partecipazione dei pastori cinesi al convegno in Corea del Sud, il governo cinese ha proibito loro di lasciare il Paese.
In seguito i movimenti del pastore Jack, che è uno dei missionari stranieri di questa Chiesa presenti in Cina, sono stati messi sotto controllo. Il pastore ha commentato così: «Il governo mi ha detto che non ho il permesso di andare a predicare Gesù e tanto meno di andare nelle chiese per tenere dei sermoni. Ora, ogni volta che vado in una chiesa, la polizia mi ordina di andarmene non appena mi vede». Ha anche aggiunto che, al momento, l’Ufficio comunale della sicurezza pubblica di Wuhan, la capitale della provincia dell’Hebei, nella Cina centrale, ha già iniziato a svolgere indagini su di lui ed è possibile che presto non avrà altra scelta che quella di lasciare la Cina.
(Tutti i nomi usati in questo articolo sono pseudonimi)
Servizio di Li Mingxuan