«Ho bruciato tante croci. Ho tradito Dio. Cosa dovrei fare?». Queste sono state le ultime parole pronunciate da Wen Weiquan prima di suicidarsi
Cai Congxin
Wen Weiquan, un cristiano di 70 anni, frequentava una Chiesa domestica nella contea autonoma di Wufeng Tujia, nella provincia centrale dell’Hebei. Da quando nel 1998 si era convertito aveva sempre sostenuto la chiesa e si era recato in varie regioni per predicare il Vangelo.
Il 18 febbraio, in seguito a una denuncia, Wen Weiquan è stato arrestato con il collega con cui condivideva il Vangelo.
La polizia, venuta a conoscenza che Wen Weiquan aveva sofferto di gravi problemi cardiaci e temendo che morisse mentre si trovava in prigione, lo aveva rilasciato trattenendo il suo collaboratore.
Tuttavia, la polizia non aveva permesso a Wen Weiquan di andarsene senza conseguenze.
Il giorno dopo il suo rilascio, il comandante della stazione di polizia, accompagnato da un altro agente, si era precipitato a casa di Wen e lo aveva minacciato dicendogli: «Lo Stato non permette di credere in Dio. Deve consegnarci tutto ciò che ha a che fare con la religione, altrimenti, sarà arrestato e messo in prigione».
Wen Weiquan ha consegnato la sua Bibbia, un lettore MP5 e numerose croci che usava per condividere il vangelo. Vedendo le croci, il comandante lo ha rimproverato: « A quante persone ha intenzione di diffondere il Vangelo? Si sbrighi a bruciarle!». Così Wen Weiquan, tremante per la paura, aveva gettato le croci in un braciere.
Poi gli agenti hanno ancora una volta minacciato di arrestarlo e di metterlo in carcere se avesse continuato a credere in Dio e a diffondere il vangelo. I poliziotti hanno anche aggiunto: «Elimineremo tutti coloro che credono in Dio».
Wen Weiquan provava rimorso e una grande angoscia. Continuava a ripetere a se stesso: «Ho commesso un crimine mortale e ho tradito Dio. Cosa devo fare?». Il mattino seguente, incapace di sopportare ulteriormente la sofferenza ha ingerito del pesticida che ne ha causato la morte.
Il figlio di Wen Weiquan si è recato alla stazione di polizia per chiedere spiegazioni, ma il comandante gli ha detto: «Il pesticida lo ha ingerito a casa sua. Non siamo responsabili di questo. Tuo padre credeva in Dio e per questo è stato preso di mira dallo Stato». Ha inoltre aggiunto che se qualcun altro nella famiglia crede in Dio, ai suoi figli e nipoti non sarà permesso di frequentare l’università o di servire come funzionari pubblici.
Il figlio di Wen, temendo ritorsioni governative, ha rinunciato al suo appello.
Per evitare complicazioni, la polizia e il segretario del villaggio sono rimasti nella casa di Wen Weiquan fino al suo funerale il 23 febbraio.
La tragedia di Wen Weiquan è solo un esempio di come il PCC perseguita decine di milioni di cristiani. In precedenza, Bitter Winter ha riferito che spingendo i credenti a rinunciare alla propria fede, il PCC spesso li costringe a firmare una “dichiarazione di pentimento”. Per molti, il dolore provocato da questo tormento psicologico non è minore di quello provocato dal dolore fisico, infatti alcuni preferiscono essere torturati e imprigionati piuttosto che firmare tale dichiarazione.