In Cina gli accademici vengono indagati se danno sostegno a idee democratiche o per avere criticato le politiche e le azioni del PCC
Di Xiao Baiming
Liang Yanping, una docente di Lingua e letteratura cinese nell’Università dell’Hubei, il 20 giugno è stata interdetta dall’insegnamento e dalla supervisione degli studenti laureati ed è stata espulsa dal PCC. L’università ha emesso una dichiarazione sul suo sito web, spiegando che Liang Yanping è stata punita per «commenti errati su Hong Kong e il Giappone» e per aver «violato gli standard etici e professionali dell’insegnamento con un sensibile impatto negativo sulla società».
In marzo la professoressa aveva espresso pubblicamente sostegno per Fang Fang, autrice del Diario di Wuhan, un racconto della sua vita nel mezzo dell’epidemia nella città in cui il coronavirus ha avuto inizio. L’8 novembre Liang Yanping ha pubblicato un articolo su Weibo, la piattaforma di microblogging cinese, piangendo la morte di Chow Tsz-lok, uno studente di Hong Kong caduto da un palazzo durante le proteste filodemocratiche. Il 5 ottobre aveva pubblicato un selfie indossando un cappello nero e una mascherina nera, che è stato interpretato come sostegno ai manifestanti.
Negli ultimi due anni il numero dei docenti universitari che, in Cina, sono stati puniti per «commenti inappropriati» è cresciuto significativamente. L’utente di Twitter中国文字狱事件盘点 (@Speech FreedomCN) ha raccolto alcuni di questi casi.
Il 30 aprile Wang Xiaoni, docente in pensione dell’Università di Hainan, è finito sotto indagine della scuola per aver pubblicato «commenti inappropriati» su Weibo alcuni anni fa. L’insegnante aveva espresso il suo sostegno per Occupy Central with Love and Peace, una campagna di disobbedienza a Hong Kong, e per il Movimento Studentesco del Girasole a Taiwan, entrambi nel 2014, e aveva affermato che Mao Zedong avrebbe dovuto essere giustiziato, come Muammar Gheddafi, l’autocrate della Libia.
Yu Linqi, un professore dell’Università Normale di Harbin, che aveva anch’egli espresso sostegno per Fang Fang, è stato indagato da maggio per aver criticato online Karl Marx, il comunismo e il PCC. Molti altri docenti universitari che hanno parlato in difesa di Fang Fang sui social media sono stati indagati, anche i loro commenti sui social media, di anni fa, sono stati esaminati.
Nel settembre 2018 Hu Hao, docente presso il Dipartimento di Pubblica amministrazione dell’Istituto Cinese per i Rapporti di lavoro, è stato licenziato e ha subito provvedimenti disciplinari in quanto membro del PCC, perché aveva condiviso su Weibo informazioni sulla protesta di Occupy Central di Hong Kong e aveva «parlato di capitalismo, liberalismo e democratizzazione».
Nell’agosto dello stesso anno Yang Shaozheng, docente della Scuola di Economia dell’Università di Guizhou, è stato espulso per aver criticato il sostegno con fondi pubblici del PCC e per aver «pubblicato e diffuso online, a lungo, discorsi politicamente scorretti».
Nell’aprile 2018 Liu Shuqing, docente nella Scuola di chimica e ingegneria farmaceutica del Politecnico di Qilu, è stato sospeso per «articoli anonimi che hanno minato l’autorità del PCC e violato le linee guida del Partito».
Liu Yufu, docente presso la Scuola di Legge del Politecnico di Chengdu e Zhou Yunzhong, professore dell’Università di Xiamen, sono stati punti per aver postato sui social media commenti critici del governo.
Molti altri docenti sono stati puniti in seguito alla denuncia da parte dei loro studenti. Il PCC infiltra spesso degli informatori fra gli studenti per controllare quel che dicono i loro insegnanti.
Il 7 febbraio Zhou Peiyi, docente presso l’Università cinese dell’Accademia delle Scienze Sociali di Hong Kong, è stato denunciato da uno studente per aver pubblicato su WeChat (una piattaforma online polifunzionale per messaggeria e social network) commenti sul coronavirus. L’università lo ha espulso perché ha «attaccato il sistema politico cinese».
Nell’agosto 2019 Zheng Wenfeng, professore associato nell’Università cinese di Elettronica, scienza e tecnologia, di Chengdu, è stato sospeso dall’insegnamento per due anni per aver detto online agli studenti che le quattro grandi invenzioni cinesi, la carta, la stampa, la bussola magnetica e la polvere da sparo, «non sono state introdotte nel mondo e in realtà non hanno generato alcuna produttività o cooperazione».
In marzo dello stesso anno Xu Zhangrun, professore di Diritto nell’Università di Tsinghua, è stato denunciato da uno studente e sospeso dall’istituto per aver criticato il PCC. Tang Yun, un professore associato presso l’Università Normale di Chongqing, è stato privato della facoltà di insegnamento dopo che uno studente lo aveva denunciato per commenti in aula che «hanno danneggiato la reputazione dello Stato».
Zhai Juhong, una professoressa associata della Scuola di Amministrazione pubblica dell’Università di Economia e diritto di Zhongnan, a Wuhan, capitale provinciale dell’Hubei, è stata denunciata dai suoi studenti per aver contestato le riforme della Costituzione cinese che permettono al presidente Xi Jinping di restare al potere a tempo indefinito. È stata licenziata, espulsa dal Partito e privata del certificato di abilitazione all’insegnamento nel maggio 2018.