Allentate le restrizioni per la prevenzione del coronavirus, le Chiese controllate dallo Stato della provincia dello Jiangxi subiscono una recrudescenza della persecuzione. Molte vengono chiuse
Di Zhang Feng
In aprile, in una sola settimana sono state rimosse le croci da almeno sei chiese appartenenti al Movimento patriottico delle Tre Autonomie nella contea di Yugan, nella giurisdizione della città con status di prefettura di Shangrao, nella provincia sudorientale dello Jiangxi. Alcune chiese sono state sgomberate e chiuse in modo permanente, lasciando le loro comunità senza un luogo in cui riunirsi.
Il 21 aprile alcuni operai dell’amministrazione pubblica sono stati inviati a rimuovere la croce della chiesa delle Tre Autonomie, regolarmente autorizzata, del villaggio di Gaojia, nella municipalità di Yangbu della stessa contea, e a comunicare alla comunità di cedere la chiesa. Tre giorni dopo, quattro funzionari di villaggio si sono recati presso la chiesa e hanno rimosso tutti i simboli religiosi, hanno dato una mano di vernice sopra la croce sul podio e hanno rimosso tutte le sedie. Uno dei funzionari ha proclamato che «Credere in Gesù è vietato, secondo la politica del governo». La chiesa è stata chiusa e più di 100 fedeli sono rimasti abbandonati.
Il giorno stesso la croce è stata rimossa da una chiesa delle Tre Autonomie nel villaggio di Jiangjia della stessa municipalità. Poco tempo prima, un funzionario del villaggio aveva detto al direttore della chiesa e a più di 30 fedeli della comunità che autorità superiori avevano chiesto di rimuovere le croci da tutte le chiese, dotate di licenza o no, e di vietare i servizi liturgici in tutti i luoghi di culto protestanti. Il protestantesimo, come ha detto il funzionario, è stato introdotto da Paesi stranieri e «Gli stranieri sono così malvagi da aver diffuso l’epidemia di coronavirus in Cina». Il funzionario ha anche minacciato di trasformare la chiesa in un’associazione di mutuo soccorso per gli anziani se non fosse stata chiusa.
Tre giorni dopo quattro funzionari del villaggio hanno rimosso tutte le sedie e i simboli religiosi dalla chiesa e l’hanno dichiarata chiusa.
«Abbiamo fatto tutto quello che il governo ci ha detto di fare», ha detto sconsolato il direttore della chiesa. «Abbiamo dimostrato il nostro patriottismo, offerto soldi per aiutare a combattere il coronavirus a Wuhan, come ci avevano chiesto. Nonostante ciò, il governo ha detto che la nostra chiesa era cresciuta troppo rapidamente, temevano che, l’aver troppi fedeli, fosse uno svantaggio per loro. Ora non sappiamo cosa fare».
Sono state rimosse le croci a due chiese del Movimento delle Tre Autonomie nei villaggi di Ruoyuan e Paifang nella municipalità di Yangbu, poi trasformate in centri di attività.
Nel villaggio di Xinyuan i funzionari hanno usato coltelli da cucina per scalpellare via croci e altri simboli religiosi dalle pareti di una chiesa delle Tre Autonomie. «In una chiesa potete ballare, ma non pregare Dio», ha detto uno di loro alla comunità, mentre rimuoveva la croce. «Se non siete d’accordo, porteremo una ruspa per demolire la chiesa».
La chiesa delle Tre Autonomie della Grazia trionfante nel distretto di Xinjiang di Nanchang, la capitale dello Jiangxi, aveva sette croci di varie dimensioni sopra il suo ingresso. Nella seconda metà del 2018 le autorità locali avevano ordinato la rimozione di sei croci, affermando che fossero troppo alte e ampie. Il 25 aprile un saldatore assoldato dal governo ha rimosso l’unica croce rimasta e tutti i distici cristiani nella chiesa.
«Ci avevano detto che dopo aver aderito alla Chiesa delle Tre Autonomie, la persecuzione sarebbe terminata», ha detto un fedele della chiesa. «Ma continuiamo ad essere perseguitati comunque. La Costituzione garantisce la libertà di religione, ma è solo una menzogna. Xi Jinping agisce come una brava persona quando si mostra a noi, ma non appena gli voltiamo le spalle diventa malvagio».