Dodici mesi fa lo Stato a cui hanno dedicato tutta la propria esistenza reprimeva i veterani convenuti nello Shandong per reclamare i propri diritti
di Zhang Wenshu
Il 5 ottobre ricorreva il primo anniversario della protesta dei veterani a Pingdu, una contea nella provincia orientale dello Shandong, dove militari in pensione provenienti da tutta la Cina erano convenuti per protestare contro i maltrattamenti loro inflitti dal governo dopo anni di servizio. La protesta ha avuto inizio dopo che 38 veterani sono stati intercettati e malmenati dalla polizia mentre si recavano a presentare una petizione al governo centrale di Pechino. Una ventina di veterani che hanno preso parte alla protesta di Pingdu sono stati arrestati.
Dalle interviste rilasciate a Bitter Winter emerge che l’aver osato affrontare il governo chiedendogli di tenere fede alle promesse ha avuto gravi ripercussioni sulle loro vite.
Si intensifica il controllo sui veterani
Secondo documenti riservati in possesso di Bitter Winter, dopo le proteste svoltesi a Pingdu, ma anche in altre parti del Paese, il governo ha incluso i veterani tra gli obiettivi primari delle misure per il «mantenimento dell’ordine». Quelli che hanno preso parte alle proteste o che hanno spesso presentato petizioni al governo affinché risolvesse i problemi dei veterani sono sottoposti a un controllo ancora più rigoroso e alcuni di loro sono stati messi sotto sorveglianza 24 ore su 24.
Un veterano residente nello Shandong ha riferito a Bitter Winter che dopo le manifestazioni è stato costantemente monitorato. Quattro malviventi assoldati dal governo lo sorvegliano a turno fuori dalla sua abitazione. Quando si reca al lavoro, visita i parenti o fa una passeggiata viene costantemente sorvegliato. Per lasciare la zona in cui risiede deve richiedere l’autorizzazione ai funzionari locali. La stretta sorveglianza era diventata un problema anche per il suo datore di lavoro che lo ha licenziato.
Sottoposto a sorveglianza 24 ore su 24 per aver presentato diverse petizioni al governo, un veterano dello Shandong non ha nemmeno potuto partecipare al funerale di un parente stretto. L’uomo si è lamentato dicendo: «Ho difeso il Paese come soldato e ora mi trovo agli arresti domiciliari».
Altri sono stati arrestati sulla base di accuse infondate. Le autorità della provincia centrale dell’Henan hanno convocato un veterano firmatario di una petizione fingendo di voler affrontare e risolvere un problema da lui sollevato, invece l’uomo è stato multato e arrestato con l’accusa di «frode».
In marzo, un altro veterano che aveva presentato diverse petizioni è stato arrestato con l’accusa di «estorsione e ricatto» anche se ha più di 80 anni.
Molti veterani che l’anno scorso hanno preso parte alle proteste sostengono che i loro spostamenti vengono ostacolati. Un veterano residente nello Shandong ha riferito a Bitter Winter: «Ogni volta che uso il mio documento d’identità per entrare in autostrada gli agenti mi riportano indietro con la forza». Durante un viaggio l’uomo aveva deciso di pernottare da un parente perché se avesse trascorso la notte in un hotel avrebbe dovuto esibire il proprio documento d’identità. Tuttavia, quando ha raggiunto la sua abitazione ha visto che una decina di funzionari governativi ne bloccavano l’ingresso. Questo fatto ha confermato che il suo sospetto di essere costantemente monitorato era fondato.
Il monitoraggio dei veterani si intensifica ulteriormente durante importanti incontri politici o in occasione di festività e celebrazioni. In questi casi forze dell’ordine appositamente incaricate svolgono operazioni di sorveglianza e indagini segrete «per mantenere l’ordine a tutti i costi».
In tali occasioni ogni funzionario governativo di basso livello deve sorvegliare alcuni veterani e riferire i loro movimenti ai propri superiori tre volte al giorno. Questi funzionari devono inoltre mettersi in contatto con i veterani per comprenderne le tendenze ideologiche e impedire loro di recarsi a Pechino per presentare petizioni al governo centrale.
Ai veterani è proibito cenare insieme
Nel dicembre 2018 alcuni di veterani di Putian, una città nella provincia sudorientale del Fujian, avevano deciso di cenare insieme per la prima volta dopo 40 anni. Per organizzare l’incontro, avevano condiviso le informazioni su WeChat, un popolare sito di messaggistica cinese. Però, a quanto pare, la polizia sorvegliava il gruppo e ai veterani è stato proibito di incontrarsi. Gli agenti di polizia hanno anche minacciato di compromettere le prospettive lavorative dei loro figli se avessero disobbedito.
Altri veterani del Fujian che avevano organizzato un incontro in febbraio sono stati costretti a cancellarlo.
Un veterano ha detto: «Tutti noi siamo stati in guerra e il governo teme che ci riuniamo per parlare di questioni politiche. Non avrei mai pensato che, dopo aver servito il Partito Comunista per così tanti anni, saremmo stati monitorati anche quando ci ritroviamo».