Massimo Introvigne
Le decisioni di due tribunali italiani citano studi accademici per respingere la fake news secondo cui la Chiesa di Dio Onnipotente è “contraria alla famiglia”
Una fake news molto diffusa sulla Chiesa di Dio Onnipotente (CDO), un nuovo grande movimento religioso di origine cristiana fortemente perseguitato in Cina, è che sia “contro la famiglia” e “sfasci le famiglie”. Sfortunatamente, la notizia viene diffusa da media occidentali in articoli visibili su Internet e citati in vecchi rapporti delle autorità per l’immigrazione in Canada, ancora presenti negli archivi dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (UNCHR/ACNUR) – benché in Canada non più usati, dove molte delle richieste di asilo da parte di rifugiati della CDO ora vengono concesse.
Ciò comporta che quando i rifugiati diu questa Chiesa dicono alle commissioni per l’immigrazione che sono stati convertiti da membri della propria famiglia, oppure, che a propria volta, hanno convertito dei parenti, le loro testimonianze sono rifiutate come non credibili e l’asilo è negato, sulla base dell’argomento: “è impossibile, dato che è ben risaputo che la Chiesa è contro la famiglia”.
Gli studiosi, compreso il sottoscritto, hanno comunque smentito questa fake news e diversi tribunali in vari Pne stanno prendendo atto, come dimostrato da recenti sentenze italiane.
In realtà, la teologia della CDO proclama che la famiglia esiste in forza della sovranità e della volontà di Dio e che essa è una caratteristica positiva della società umana. Dio Onnipotente insegna: «Se non fosse per la predestinazione e per la guida del Creatore, una vita appena nata in questo mondo non saprebbe dove andare o dove stare, non avrebbe parenti né un luogo d’origine né una vera casa. Tuttavia, grazie alle disposizioni meticolose del Creatore, essa inizia il viaggio della sua vita con un posto dove stare, con due genitori, un luogo d’origine e alcuni parenti» Nelle parole di Zhao Weishan, il principale responsabile amministrativo della CDO, a cui nella Chiesa ci si riferisce come l’Uomo Mosso dallo Spirito Santo: «Il matrimonio e la procreazione dei figli hanno origine dalla creazione e dalla predestinazione di Dio. Fu Egli che, in principio, creò l’uomo e la donna affinché il genere umano potesse riprodursi e moltiplicarsi. Questo è un fatto incontestabile. Poiché il matrimonio e la procreazione dei figli hanno origine da Dio, si tratta di elementi positivi. Questo è innegabile».
Ho condotto un’indagine nel 2018 fra i fedeli della CDO in diversi Paesi, i cui esiti sono stati raccolti in uno studio pubblicato dal prestigioso Interdisciplinary Journal of Research on Religion, un periodico della Baylor University di Waco, in Texas. L’indagine ha dimostrato che, nonostante esistano altri metodi di proselitismo, gran parte dei fedeli della CDO sono stati convertiti dai propri parenti e hanno cercato di convertire i propri familiari. D’altra parte dalla mia ricerca è risultato anche che sia fattualmente corretto affermare che le famiglie dei fedeli della CDO siano spesso sfasciate. Sono infatti state distrutte dalla persecuzione condotta dal PCC, che separa le coppie sposate arrestando uno dei coniugi, o entrambi, comunque mandando marito e moglie in carceri separati, e che costringe i fedeli della Chiesa a lasciare le famiglie per fuggire all’estero onde evitare l’arresto imminente.
Due ordinanze del Tribunale italiano di Perugia, la n. 614 del 31 agosto-6 settembre 2018 e la numero 615 del 31 agosto-10 settembre 2018, hanno preso in considerazione gli studi accademici, hanno ribaltato la decisione amministrativa che aveva respinto le richieste di asilo di due donne fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente e hanno garantito loro lo status di rifugiato.
Nel primo caso, la locale commissione territoriale per i rifugiati ha respinto la domanda perché la richiedente asilo aveva riferito di essere stata ospitata e protetta contro la persecuzione dai parenti e di avere convertito la sorella mentre la commissione riteneva che la CDO fosse nota per essere «ostile alle relazioni familiari».
Nel secondo caso, la commissione territoriale ha concluso che la storia raccontata dalla richiedente asilo non fosse credibile perché la donna aveva dichiarato di essere stata convertita dai genitori laddove la commissione citava ancora fonti secondo cui la Chiesa sarebbe «ostile alle relazioni familiari».
In entrambi i casi i giudici hanno citato i miei studi per respingere queste conclusioni, constatando che gli studi accademici dimostrano come «la maggior parte delle conversioni avviene su base familiare e le reti familiari svolgono un ruolo centrale nella protezione dei fedeli dalle persecuzioni».
Le due decisioni, inoltre, basandosi su dichiarazioni giurate rilasciate da esperti, ribadiscono che il fatto che i richiedenti asilo avessero ottenuto un passaporto valido in Cina ‒ ottenuto considerando «l’estensione del Paese, il farraginoso sistema amministrativo cinese, l’elevato livello di corruzione delle autorità pubbliche, soprattutto a livello locale» ‒ non provava affatto l’infondatezza della loro paura di essere perseguitati.
Il testo completo delle sentenze