Xinjiang: gli arresti di massa di uiguri e altri a scopo di rieducazione richiedono un maggior numero di guardie carcerarie, ma le autorità faticano a trovarle
Bitter Winter informa costantemente sui dettagli della campagna, vasta e crescente, di arresti e di incarcerazioni di massa di uiguri, hui e altre minoranze nella regione dello Xinjiang. Adesso pare che le incarcerazioni di massa stiano creando alle autorità un problema nuovo: come attirare le guardie necessarie a supervisionare e a controllare tutti i nuovi prigionieri politici?
Il 26 ottobre l’Ufficio per l’amministrazione carceraria dello Xinjiang ha avviato la ricerca di 1.013 candidati per il posto di secondino. L’annuncio elencava i numerosi benefit del mestiere, quali per esempio il «livello di dipendente ufficiale e uno stipendio generoso», segno che le autorità stanno incontrando difficoltà ad attrarre un numero sufficiente di candidati.
Negli ultimi due anni, le autorità dello Xinjiang hanno costruito campi per la trasformazione attraverso il lavoro in tutta la regione. Nei campi sono internati prevalentemente musulmani uiguri, kazaki e hui, e i campi mirano a trasformare tutti in sostenitori patriottici del Partito Comunista Cinese.
Un parente di un detenuto musulmano di etnia hui ha raccontato al nostro reporter: «Nel campo, stanze costruite per alloggiare dieci persone ora ne contengono trenta; non ci sono neppure stanze sufficienti per dormire a turno. In queste condizioni di vita miserabili è inevitabile che le prigioni abbiano necessità di aumentare le forze di polizia».
Per incrementare le forze di sicurezza, negli ultimi mesi le sedi carcerarie di tutta la regione hanno reclutato ogni genere di agente delle forze dell’ordine, pagando salari elevati. Le autorità si sono persino ridotte a recrutarli da altre province, tra cui l’Henan. In dicembre, per esempio, la città di Alashankou, nello Xinjiang, ha assunto 200 persone tra agenti delle forze dell’ordine e polizia ausiliaria, pagando uno stipendio di circa 9.400 renmimbi al mese (circa 1.370 dollari statunitensi) agli agenti e di 7.000 renmimbi al mese (circa 1.020 dollari) agli ausiliari.
Alcuni ritengono che uno sforzo di questo genere rifletta le crescenti tensioni della regione. La polizia deve far fronte sia alle necessità dei campi sia alle azioni giornaliere di “mantenimento della stabilità sociale”, anch’esse incrementate di recente.
Manca poco a trasformare l’intero Xinjiang in una gigantesca prigione.
Servizio di Li Benbo