Le autorità dello Xinjiang si recano dalle famiglie musulmane costringendole a gettare tutti gli oggetti domestici che rechino impressi simboli islamici.
Bitter Winter ha abbondantemente riferito dei diversi metodi con cui le autorità cinesi perseguitano i musulmani nella regione autonoma dello Xinjiang, mascherandoli come lotta all’estremismo: persone innocenti vengono imprigionate nei “campi di rieducazione attraverso l’educazione”, le moschee vengono chiuse o demolite e i simboli islamici sono rimossi dagli edifici. Chi ha la fortuna di rimanere a casa propria, è ulteriormente vessato da iniziative assurde assunte in tutta la privinciacome il programma di “casa-soggiorno”in base al quale i quadri del Partito Comunista sono costretti a vivere nelle case degli Uiguri per indottrinarli.
In nome della “de-arabizzazione”, le autorità dello Xinjiang si recano ora nelle case dei musulmani per costringerli a liberarsi di tutti quegli oggetti domestici di uso quotidiano, come pentole, piatti, coperte o bollitori, che rechino impresso un qualche motivo islamico e che, per questa ragione, vengono confiscati e poi distrutti.
Nel novembre 2014, alcuni poliziotti dotati di armi pesanti sono giunti in un villaggio nella contea di Yining, dipendente dalla città di Yining, e hanno costretto porta a porta gli abitanti del villaggio a consegnare tutti gli oggetti con simboli islamici, avvertendoli che chi non avesse rispettato questa direttiva nazionale sarebbe stato costretto a frequentare i “corsi di studio”. Le autorità usano questa formula apparentemente innocente. per indicare quelli che in realtà sono i “campi di rieducazione” dove le persone sono costrette a subire un intenso indottrinamento. Gli abitanti del villaggio non hanno avuto altra scelta che consegnare tutti i recipienti per lavarsi le mani, le copie del Corano, ma anche tazze e piatti d’argento o di rame, coperte, cappelli e hijab recanti impresse simbologie islamiche. Gli oggetti sono stati dapprima caricati sul veicolo a bordo del quale i poliziotti erano giunti nel villaggio, quindi portati nel cortile dell’Ufficio del comitato del villaggiodove sono stati distrutti e bruciati.
In aprile, il personale del “gruppo di lavoro” inviato in una comunità nella contea di Shawan, nella prefettura di Tacheng, ha dato ordine agli abitanti del villaggio di bruciare tutte le copie del Corano e altri oggetti relativi alla loro fede.
Un uomo uiguro, che ha chiesto di mantenere l’anonimato, ha detto al nostro inviato: «Tutti gli oggetti presenti nelle case dei residenti che recano simboli islamici devono essere distrutti, altrimenti vengono confiscati. Anche le maniglie delle porte con simboli islamici devono essere rimosse o segate. Se si scopre che una famiglia non ha gettato questi oggetti, tutti i suoi membri vengono immediatamente arrestati e internati in “corsi di studio”. Disperati, molti hanno gettato da soli oggetti domestici cui tenevano molto ».
Servizio di Li Zaili