Il governo cinese non rallenta il passo nella distruzione di templi e di statue buddhisti, arrivando perfino a danneggiare quelli che in precedenza aveva risparmiato
Come se non fosse sufficiente distruggere templi sacri, statue e reliquie, però, il Partito Comunista Cinese (PCC) si occupa anche dei colori che ritiene “troppo religiosi”, come il giallo e il rosso cupo divenuti il simbolo dei templi buddhisti.
A partire dal 30 ottobre, i muri esterni di colore giallo del Wenchang Pavilion, nella città di Ruichang, nella provincia sudorientale dello Jiangxi, sono stati dipinti di bianco, impiegando per una settimana più di venti operai della nettezza urbana.
Video: I muri esterni del Wenchang Pavilion, nella città di Ruichang, nella provincia sudorientale dello Jiangxi, sono stati dipinti
Nella provincia orientale dell’Anhui, nella città di Chizou, il Monte Jiuhua, che si trova nella contea di Qingyang, è una delle quattro montagne della Cina sacre per i buddhisti. L’anno scorso, è stato sottoposto a un giro di vite su vasta scala. Anche i templi delle zone limitrofe non sono riusciti a sfuggire all’intervento di “lifting”.
Secondo una delle nostri fonti, nel mese di ottobre l’amministrazione della contea di Qingyang ha convocato una riunione dei segretari delle sezioni del Partito di ogni villaggio. Nel corso dell’incontro, le autorità hanno detto di ritenere che circa 90 milioni di persone al momento avessero fede nel Partito Comunista, laddove invece 200 milioni credevano nel buddhismo, e che, be’ semplicemente la cosa non poteva continuare.
Così il governo si è scagliato contro il buddhismo, contro il Monte Jiuhua e contro i templi dei villaggi limitrofi. Hanno ordinato che ogni tempio fosse dipinto di bianco, e che si smettesse di bruciare l’incenso.
Le mura esterne del tempio Xifeng, originariamente di colore giallo, sono state dipinte di bianco. Anche nel distretto Guichi della città di Chizhou, ai confini della contea di Qingyang, l’aspetto dei siti buddhisti è cambiato.
Il 22 ottobre i muri esterni del tempio Guanyin, che sorge nel borgo di Meijie del distretto di Guichi, è stato dipinto di bianco. Insieme a due templi del borgo di Wusha del distretto di Guichi, anche i muri esterni colorati di giallo del tempio Tanghua (nel borgo di Niutoushan del medesimo distretto), che è costato più di un milione di yuan e ha richiesto quasi otto anni per essere costruito, è stato dipinto di bianco. I simboli tipici del buddhismo e i bruciatori d’incenso sono stati parimenti distrutti, e i templi sono stati chiusi.
«Persino il Monte Jiuhua sta affrontando un giro di vite. Non possiamo farci niente. Gli addetti del governo vengono qui quasi ogni giorno per condurre ispezioni», ha affermato un monaco del luogo.
Sempre in ottobre scorso, anche i muri originariamente gialli del tempio Huayan, nella città di Huangshi, nella provincia dell’Hubei, sono stati dipinti di bianco, e i caratteri cinesi per “Amitabha” (阿弥陀佛) sono stati sostituiti dalla frase «Il Paese fiorisce e il popolo vive in pace». Anche il nome del tempio è stato cambiato, passando da tempio Huayan a “porta Fulin”.
«Gli impiegati dell’Ufficio per gli affari religiosi hanno detto che ogni luogo dedicato ad attività religiose deve essere “sinizzato”», ci ha raccontato una fonte. «Il tempio deve pagare per queste opere. Sono stati spesi 30mila renminbi (circa 4.290 dollari statunitensi) solo per dipingere i muri, rimuovere le parole e altri lavori di “correzione”».
In novembre anche il tempio Yangsi nella città di Huangshi è stato dipinto di bianco. Personale governativo ha affermato che stavano realizzando una città civilizzata e che le colonne rosse del tempio e i simboli buddhisti ne influenzavano l’aspetto.
Servizio di Yang Luguang