Le autorità continuano la rimozione delle croci con ogni mezzo possibile.
Nota di redazione: nella Cina continentale è in corso da quattro ani una campagna di demolizione forzata o di rimozione delle croci delle chiese. Fino al luglio 2015 nella sola provincia dello Zhejiang erano state rimosse più di 1.700 croci.
Nell’agosto 2016 le autorità hanno preso di mira la Chiesa delle Tre Autonomie di Fenqgiao, nella città di Haining, provincia dello Zhejiang. I funzionari dei dipartimenti del lavoro del Fronte Unito hanno convocato una riunione del Consiglio Cristiano e del Movimento Patriottico delle Tre Autonomie per discutere la questione. Quindi a Wang Xinyue, capo della chiesa locale, è stato notificato che nei giorni successivi le autorità avrebbero rimosso la croce.
Wang si è però opposto fermamente all’ordinanza. Ha addirittura chiuso a chiave le porte della chiesa per impedire alle autorità di entrare. Il 23 agosto, di buon’ora, le autorità sono arrivate con le gru e con un escavatore. Davanti alla protesta, Li, capo del dipartimento del lavoro del Fronte Unito, ha finto di voler affrontare la questione in modo amichevole. Ha condotto Wang dentro la chiesa per parlamentare, ma, nello stesso tempo, a insaputa dell’uomo, ha anche dato l’ordine di procedere con la rimozione della croce.
Quando Wang è uscito e si è reso conto di ciò che stava succedendo, si è indignato, ma è stato nuovamente intimidito e minacciato da Li, che gli ha detto: «Se qualcuno osa fare cenno della rimozione di questa croce o gira un video e lo diffonde, ci saranno conseguenze». I trasgressori di quest’ordine rischiano pure di vedersi decurtato il salario dal Consiglio Cristiano e dal Movimento Patriottico delle Tre Autonomie.
Passato un anno, Wang è stato improvvisamente colpito da ictus cerebrale. Si è ripreso, ma continua a vivere in uno stato di angoscia per la pressione che le autorità esercitano su di lui a motivo della fede che lo anima.
Servizio di Lin Yijiang