Falliti i tentativi per costringere una Chiesa domestica ad aderire al Movimento delle Tre Autonomie, le autorità entrano con la forza
An Xin
L’8 aprile le autorità hanno preso d’assalto una Chiesa domestica del borgo di Houlong, nel distretto di Quangang della città di Quanzhou, nella provincia sud-orientale del Fujian. Secondo alcuni testimoni oculari, la polizia del borgo e l’amministrazione locale hanno fatto squadra per condurre sul posto più di 50 addetti che hanno usato dei martelli per buttare giù l’ingresso posteriore della chiesa e depredarla di ogni cosa in meno di mezz’ora.
L’anno scorso questa Chiesa domestica ha subito ripetute aggressioni da parte delle autorità per aver rifiutato di aderire al Movimento delle Tre Autonomie. La persecuzione si è intensificata verso la fine dell’anno. I funzionari dell’Ufficio per gli affari etnici e religiosi si sono recati nella sala degli incontri della Chiesa quasi ogni settimana e hanno interrotto i raduni. Le autorità avrebbero ordinato agli agenti di polizia di sorvegliare l’ingresso della chiesa per impedire ai fedeli di entrare. In qualche caso, gli agenti hanno fatto irruzione durante i raduni e hanno preso nota dell’identità dei fedeli, oppure hanno posizionato dei posti di blocco agli incroci che portavano alla sala degli incontri.
Secondo uno dei fedeli, che ha chiesto di rimanere anonimo, nel corso dell’irruzione dell’8 aprile gli aggressori hanno distrutto i dispositivi di sorveglianza installati sui tre piani della chiesa, hanno abbattuto tutte le croci e hanno razziato ogni oggetto di valore, tra cui computer, casse, stampanti, un podio, più di cento sedie e oltre cento copie della Bibbia e dei libri degli inni, cosa che per la chiesa ha comportato una perdita economica di circa 80mila renminbi (più o meno 11.800 dollari statunitensi).
«Hanno aperto la porta e hanno saccheggiato ogni cosa. È stata una rapina premeditata. La polizia ha infranto la legge, benché ci si aspettasse che dovesse farla rispettare», ha affermato uno dei fedeli. «Il loro scopo è di far chiudere del tutto la nostra chiesa, in modo che non potremo più tenere i raduni. Così facendo tentano di costringerci ad aderire al Movimento delle Tre Autonomie».
Uno degli abitanti del villaggio, con il cellulare, ha scattato alcune foto agli agenti in azione, ma è stato scoperto dalla polizia, che l’ha minacciato di demolirgli la casa se non avesse cancellato le immagini. L’uomo non ha avuto altra scelta che ubbidire, mentre la polizia stava a guardare.
Dopo la razzia, un anziano collaboratore della chiesa ha affermato: «Benché ci abbiano rubato i tavoli, le sedie e il podio, noi continueremo ad adorare il Signore, anche se dovremo stare in piedi. Le autorità hanno portato via i nostri beni materiali, ma non possono sottrarre i nostri cuori, e men che meno far mancare la nostra fede».