Per garantire il “corretto” indottrinamento degli studenti il regime indaga e punisce gli insegnanti credenti, assicurandosi che in classe non dicano nemmeno una parola riguardante la fede
di Han Sheng
Un’insegnante di scuola materna che, sin dalla giovinezza, fa parte della Chiesa cattolica filogovernativa ha riferito a Bitter Winter che, a causa delle pressioni esercitate dall’amministrazione scolastica, per un po’ di tempo è stata riluttante a frequentare la chiesa. Le minacce per indurla a rinunciare alla fede erano iniziate in ottobre e si accompagnavano a continue critiche rivolte durante le riunioni del personale scolastico ad «alcuni insegnanti che continuano a avere credenze religiose anche se ricevono il pane dal Partito Comunista».
L’insegnante ha detto: «Il controllo ideologico dello Stato è sempre più severo, in particolare nel campo dell’educazione. Se, oltre a seguire il Partito Comunista, gli insegnanti hanno anche credenze religiose ciò costituisce un problema politico per il regime».
Il preside ha anche avvertito la donna che diversi milioni di renminbi assegnati alla contea in cui si trova la scuola come «premio per la civiltà spirituale» potrebbero essere revocati se il governo centrale venisse a conoscenza della sua fede. Tali premi, che di solito consistono in notevoli incentivi finanziari, vengono assegnati alle comunità definite «civili», ossia economicamente sviluppate e libere dalla religione. La donna ha aggiunto: «Ho appreso che un’altra contea ha subito la revoca dei premi per la civiltà perché un gruppo ispettivo ha sorpreso due scolari delle scuole elementari che cantavano inni cristiani».
La maestra ha continuato: «Gli insegnanti sono obbligati a indottrinare i bambini con l’ideologia patriottica e a fare in modo che lodino e credano nel Partito. L’intero Paese è permeato di patriottismo. Inoltre, le scuole hanno incaricato del personale appositamente designato per monitorare e segnalare insegnanti e studenti religiosi. Agli insegnanti è stato detto che devono rinunciare alla fede e alcuni di loro sono diventati sorvegliati speciali perché le autorità temono che essi svilupperanno “un’influenza controrivoluzionaria”, colluderanno con forze straniere e provocheranno il caos».
La pressione sugli insegnanti affinché indottrinino gli studenti è aumentata in modo significativo da quando il 10 settembre 2018, nel corso di un convegno nazionale sull’istruzione, il presidente Xi Jinping ha sottolineato che il compito fondamentale dell’istruzione consiste nel formare i costruttori e successori del socialismo.
Nel giugno dell’anno scorso, una scuola elementare nella provincia nord-orientale dello Heilongjiang, ha minacciato di licenziare un’insegnante perché si è scoperto che la donna predicava in una Chiesa domestica. Le è stato ordinato di smettere, o il governo avrebbe punito l’intera scuola.
In agosto, le autorità hanno indagato su una maestra d’asilo di Shenyang, la capitale della provincia nordorientale del Liaoning, perché è una protestante praticante. La donna è stata costretta a lasciare il lavoro.
In novembre, nel corso di una riunione dedicata ai membri del Partito e ai funzionari dell’amministrazione provinciale, Chen Qiufa, segretario del Comitato centrale del PCC della provincia del Liaoning, ha chiesto che fossero eliminate le «influenze religiose» su insegnanti e studenti.
In dicembre, durante un corso di formazione rivolto ai membri del Partito della città di Anshan, nel Liaoning, ai partecipanti è stato chiesto di svolgere le «quattro indagini» – esaminare attentamente scuole, insegnanti, studenti e le loro azioni – per garantire che nessun membro del PCC, insegnante e studente delle scuole materne, elementari o medie abbiano credenze religiose.
Alla fine dello scorso anno sono state adottate misure simili in molte contee e città nella provincia nordorientale dell’Heilongjiang e nella Regione autonoma della Mongolia Interna.
Un insegnante della provincia orientale dello Shandong ha riferito a Bitter Winter che nel luglio scorso i dipartimenti dell’istruzione hanno svolto indagini sugli insegnanti di scuola media appena assunti.
L’obiettivo principale consisteva nello scoprire se costoro avessero credenze religiose e se sostenevano il Partito Comunista. Le indagini sugli insegnanti e sui loro familiari sono state condotte in segreto senza interpellarli direttamente e per fare ciò sono state interrogate non meno di cinque persone nel loro posto di lavoro, comunità residenziale o scuola.
Per assicurarsi che i bambini non abbiano alcun contatto con la religione, il PCC modifica i libri di testo, i classici, i testi di lingua straniera e i libri di storia. Vieta inoltre agli insegnanti di usare termini o indossare simboli religiosi in classe.
Un genitore di uno studente della città di Mudanjiang nell’Heilongjiang ha rivelato a Bitter Winter che in novembre la scuola ha distribuito agli studenti dei questionari per scoprire se gli insegnanti usavano termini religiosi durante l’insegnamento.
Secondo quanto riferito da un insegnante di scuola secondaria dello Shandong, nel corso di una riunione del personale tenutasi lo scorso ottobre, il preside ha vietato a tutti gli insegnanti di avere credenze religiose, indossare gioielli con simboli religiosi e tenere oggetti legati alla religione sulle loro scrivanie. Gli insegnanti, per salvare il proprio posto di lavoro, sono anche stati costretti a sollecitare i loro familiari credenti a rinunciare alla fede.