Ignorando le crescenti preoccupazioni della comunità internazionale, il PCC aumenta i controlli sulla vita delle persone, monitorandone ogni mossa
di Xiang Yi
Secondo un documento diramato nel 2019 da un’amministrazione municipale nel nord dello Xinjiang, alle comunità residenziali della città è stato ordinato di installare sistemi di rilevazione poco visibili al fine di «migliorare il meccanismo di acquisizione delle informazioni necessarie al mantenimento dell’ordine pubblico» e per «rafforzare la sorveglianza sociale». Tali sistemi dovrebbero anche essere usati per raccogliere informazioni sul movimento delle persone già identificate e categorizzate come «black list», «persone di interesse» e simili.
Alcuni sistemi di verifica individuale di cui sono dotati alcuni di tali sistemi di intelligenza artificiale “discreti” possono analizzare in modo completo i dati personali ‒ inclusi quelli biometrici ‒ e consentono una verifica a prova di errore dell’identità delle persone.
In una comunità residenziale visitata da Bitter Winter alcuni tecnici stavano installando nuove apparecchiature di sorveglianza su un sistema a tornelli come quelli generalmente impiegati nelle stazioni degli autobus o ferroviarie, nelle fabbriche o in altri luoghi pubblici. Nello Xinjiang, tuttavia, tali sistemi sono installati anche nelle normali comunità residenziali.
I tecnici non hanno rivelato se l’installazione del sistema fosse stata eseguita in seguito agli ordini impartiti l’anno scorso dall’amministrazione municipale. Uno di loro ha spiegato che il volto di chiunque avesse attraversato il tornello sarebbe stato scansionato e anche quelli che avessero cercato di nascondersi dietro a un’altra persona sarebbero stati rilevati. Le persone vengono anche classificate, evidenziando se si tratti di residenti o di semplici visitatori. L’operaio ha anche aggiunto: «Il sistema è anche in grado di rilevare coloro che si trovano all’esterno del cancello della comunità».
Dopo aver installato una telecamera di sorveglianza in cima all’apparato, il lavoratore ha spiegato che tutte le immagini e i dati raccolti sono archiviati in un sistema di backup per essere analizzati. Lo schermo di un computer mostrava le immagini delle persone che entravano e uscivano dalla comunità accompagnate da una serie di grafici. Il sistema può identificare i visitatori in base alla loro etnia, per esempio han, uiguri, hui e altri gruppi etnici, oppure raggrupparli in base alle regioni di provenienza. L’ora in cui un residente entra ed esce dalla comunità e il tempo di permanenza dei visitatori vengono registrati con precisione. L’uomo ha affermato che tutti i dati potrebbero essere trasmessi simultaneamente ai centri di comando antiterrorismo e a quelli preposti al mantenimento dell’ordine pubblico.
Il tecnico ha commentato: «Quelli che tentano di entrare nella comunità nascondendosi dietro a qualcun altro diventeranno obiettivi chiave delle indagini» e ha aggiunto che in questo modo potranno essere esaminate anche le persone prive dei documenti di identità che vogliono entrare per una breve visita.
L’uomo ha spiegato che il sistema segnala se persone con precedenti penali o nella lista dei ricercati tentano di entrare nella comunità. Ha aggiunto che questo tipo di sistema di sorveglianza viene introdotto in tutte le comunità residenziali della città come ordinato dal ministero per la Sicurezza pubblica. I rappresentanti della Commissione per gli affari politici e legali della città ispezionano personalmente i sistemi installati.
Un residente ha commentato lamentandosi: «Ogni giorno il PCC controlla dove andiamo e chi contattiamo».
Un fedele di una Chiesa domestica ha commentato che una maggiore sorveglianza rende ancora più difficile organizzare incontri religiosi. Man mano che vengono raccolti sempre più dati importanti, il governo può rilevare i modelli di movimento dei residenti, compresa la loro partecipazione ad attività religiose.