Il bersaglio delle restrizioni sono insegnanti e operatori sanitari, oltre ai funzionari pubblici di livello basso
Il PCC ha limitato da lungo tempo i viaggi all’estero compiuti per motivi personali, ma negli ultimi anni le autorità hanno gradualmente irrigidito questo atteggiamento specialmente nei confronti dei funzionari pubblici di livello basso. Inoltre hanno ampliato questa politica normativa anche al settore dell’educazione, stabilendo che le scuole primarie e secondarie di tutto il Paese debbano rafforzare il controllo sugli insegnanti che desiderino viaggiare all’estero, semplicemente trattenendo i loro passaporti.
Questa norma è passata in vigore l’anno scorso, subito prima della Festa della Giornata nazionale, il 1° ottobre.
«A tutti i direttori scolastici di distretto, ai presidi delle scuole secondarie, ai direttori di scuole sia primarie sia secondarie che si trovano direttamente sotto l’amministrazione della contea, ai direttori delle scuole materne. Si prega di raccogliere tutti i passaporti, i permessi di entrata e uscita verso e da Hong Kong e Macao, i permessi di viaggio uscita/entrata verso Taiwan dei cittadini della Cina continentale. Questo vale per gli insegnanti di tutte le vostre unità di lavoro. Dovrete poi inviarli all’archivio del Provveditorato a gli studi in modo che siano gestiti tutti insieme. Per chi si rifiutasse di consegnare i documenti personali che servono a lasciare il Paese (o il proprio territorio) è prevista una punizione», recita una nota.
La nota è stata inviata il 7 settembre a un gruppo WeChat di insegnanti della scuola primaria nella città di Yinchuan, nella Regione autonoma hui del Ningxia.
Il preside di quella scuola ha obbedito agli ordini del governo e ha dunque costretto gli insegnanti a consegnare i propri passaporti per “affari privati”. In Cina ci sono, infatti, tre tipologie di passaporto: quello ordinario, cioè un passaporto per “affari privati”, che è poi quello che la maggior parte dei cittadini userebbe per viaggiare se fosse permesso loro, poi quello diplomatico e infine quello di servizio.
Il 9 ottobre l’amministrazione della scuola ha inviato un altro messaggio al gruppo WeChat, stavolta stabilendo che, secondo le disposizioni raccolte nel Regolamento disciplinare del Partito Comunista Cinese, da poco revisionato e in vigore dal 1° ottobre, il Dipartimento per l’educazione della regione ha al momento cessato di prendere in esame qualsiasi richiesta di viaggio all’estero per motivi personali.
In altre parole, nessun membro del corpo docente o dello staff amministrativo può lasciare il Paese a proprio piacimento.
La situazione in realtà è ancora peggiore e la decisione di impedire ai cittadini di lasciare il Paese sta prendendo sempre più piede in tutta la Cina. Praticamente è come essere prigionieri in casa propria.
Il 25 dicembre la sezione dell’Ufficio per l’educazione della città di Xinle, nella provincia settentrionale dell’Hebei, ha emesso un documento dal titolo Nota urgente per le operazioni speciali di pulizia e normativa contro l’uscita illegale dal Paese (o dal territorio) per motivi personali. Tale nota impone che tutte le scuole della città si concentrino per “ripulire” e “normare” tutte quelle situazioni in cui la gente si rifiuti di consegnare il passaporto ordinario, parta senza permesso, non faccia menzione di viaggi all’estero per motivi personali e così via.
La nota impone tra l’altro che ogni unità conduca ulteriori verifiche e ricerche sui documenti validi per l’espatrio per motivi personali di ciascun membro dell’unità stessa i cui passaporti e altre carte siano stati registrati e archiviati, e questo onde assicurarsi che siano stati consegnati tutti.
È la prima volta più meno in 40 anni che le possibilità di viaggio degli insegnanti vengono bloccate così
A parte il corpo docente, poi, negli ultimi anni le autorità hanno controllato sempre più strettamente i viaggi all’estero dei funzionari pubblici e dei dipendenti pubblici di livello basso.
In ottobre l’amministrazione di una contea nella città di Baoding, della provincia dell’Hebei, ha emesso una nota che impone che lo staff e i responsabili di ogni unità che siano regolarmente assunti dalla contea debbano consegnare i passaporti e i permessi di entrata/uscita verso e da Hong Kong e Macao, nonché i permessi di viaggio per Taiwan, in modo i membri di uno staff appositamente predisposto li gestisca in maniera unificata.
La nota, inoltre, sottolinea che chiunque non riferisca di eventuali viaggi all’estero con un passaporto ordinario per motivi personali, oppure rifiuti di consegnare i documenti per uscire dal Paese, passaporti o permessi che siano, subirà un severo rimprovero da parte della Commissione di Partito (o sezione di Partito) della sua unità.
Lu Yao (pseudonimo) lavora in un ospedale a Baoding. Ha riferito a Bitter Winter che dove lavora hanno sequestrato i passaporti del personale in novembre, non appena ricevuto l’ordine dall’alto. Se i dipendenti ne hanno bisogno, devono farne domanda all’amministrazione e attendere l’approvazione.
Più o meno nello stesso momento, anche l’Ufficio per la sicurezza pubblica di una delle contee della città di Langfang, nella provincia dell’Hebei, ha emesso un documento con la richiesta che tutta la contea prosegua «[…] a portare avanti il lavoro normativo speciale» rivolto a chi possiede passaporti ordinari e a volto a garantirne una gestione centralizzata e ben organizzata dal punto di vista gerarchico.
Il documento, inoltre, stabilisce che tale lavoro normativo speciale sia parte essenziale della “Operazione Skynet” della provincia dell’Hebei, una campagna contro la corruzione lanciata dal governo di Xi Jinping e mirante a far rientrare funzionari corrotti fuggiti all’estero, da Paesi quali per esempio la Gran Bretagna e gli Stati Uniti.
Servizio di Yang Xiangwen