Manipolati dalle menzogne del governo, i parenti dei fedeli di gruppi religiosi banditi sono costretti a maltrattare i propri cari per salvarsi
di Lu Xiaojing
I fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente (CDO) ‒ il gruppo religioso più perseguitato in Cina ‒ soffrono da anni per colpa del regime comunista, specialmente da quando nel 1995 il movimento è stato incluso nella lista degli xie jiao. Per massimizzare il numero di arresti in tutto il Paese sono stati offerti considerevoli premi in denaro per incoraggiare le persone a denunciare i fedeli della CDO. Parallelamente il governo fa pressione sulle famiglie dei credenti incitandole a indurre i loro congiunti a rinunciare alla fede.
Queste manipolazioni del governo hanno conseguenze tragiche per intere famiglie. Una ottantenne fedele della CDO ha recentemente raccontato a Bitter Winter la sua storia.
I problemi della donna con i suoi familiari sono iniziati più di un anno fa, il 2 settembre 2018. Quel giorno sua figlia, un’insegnante con la cui famiglia la donna anziana viveva era andata al lavoro come al solito. La donna ha ricordato con emozione: «Al mattino uscendo di casa mia figlia sembrava felice e non mi sarei mai aspettata che la sera stessa mi avrebbe mandata via». Il ricordo di quei momenti è ancora profondamente impresso nella sua memoria e ha aggiunto: «Non riuscivo a smettere di piangere mentre ascoltavo le cose spietate che mia figlia mi ha detto quella sera».
La figlia era a conoscenza del credo religioso della madre e l’aveva sempre sostenuta pensando che i credenti fossero brave persone. Ma tutto è cambiato quando il 2 settembre un gruppo di funzionari dell’amministrazione locale si è recato nella sua scuola chiedendo a tutti gli insegnanti di firmare un documento intitolato «La mia famiglia rifiuta gli xie jiao». Firmandolo si sono impegnati a denunciare i loro familiari appartenenti ai gruppi religiosi inseriti nella lista degli xie jiao. I firmatari erano anche obbligati a chiamare immediatamente la polizia se fossero venuti a conoscenza di un fedele della CDO o se avessero scoperto i loro incontri, anche quelli a cui partecipavano solo due o tre persone. Chi non avesse denunciato tali casi, oltre a perdere il lavoro e i sussidi sociali, avrebbe potuto essere punito per aver ospitato dei criminali e i suoi figli non avrebbero potuto sostenere gli esami di ammissione all’università o al college.
Messa sotto pressione, la figlia ha dovuto rompere con la propria madre. Le ha detto più tardi di essere costretta a farlo per salvare il resto della sua famiglia, infatti sia lei sia il marito lavorano alle dipendenze di istituzioni governative e senza i loro stipendi la famiglia sarebbe andata in rovina.
Secondo un documento interno del PCC di cui Bitter Winter è in possesso, le carte «La mia famiglia rifiuta gli xie jiao» fanno parte di una campagna propagandistica a livello nazionale volta ad aiutare le autorità a individuare i fedeli di gruppi religiosi considerati xie jiao avvalendosi delle loro famiglie e delle comunità di base. Il documento prevede che le famiglie siano «la prima linea di difesa contro gli xie jiao e incoraggiano le masse a unirsi in modo proattivo alla battaglia contro di loro». Per anni il PCC ha utilizzato i concetti di colpa per associazione o la politica dello «sterminio familiare» per mettere le persone contro i loro parenti religiosi.
Per supportare questo processo, i media gestiti dal governo diffondono volutamente falsa propaganda e voci diffamatorie nei confronti della CDO e di altri gruppi religiosi e incoraggiano le persone a segnalarli alla polizia in modo che non abbiano luoghi sicuri, nemmeno a casa, per praticare la loro fede. Il risultato di tale campagna di disinformazione e propaganda è che i fedeli sono soggetti a maltrattamenti e persino a violenze inflitte dalle loro stesse famiglie, dai vicini, dalle comunità e anche dai colleghi di lavoro.
Una fedele della CDO residente nella regione autonoma dello Guangxi, ricordando ciò che è successo quando i suoi vicini di casa hanno appreso della sua fede, ha detto a Bitter Winter: «Gli abitanti del villaggio erano alla mia porta e urlavano: “Picchiatela a morte e smetterà di credere in Dio, uccidetela se continua a crederci e a comprometterci”».
Prima di quel giorno, la donna era rispettata nel villaggio e andava d’accordo con i vicini. Ma tutto è cambiato quando i funzionari governativi hanno convocato una riunione dei residenti del villaggio e calunniandola hanno detto che essendo una fedele della CDO si «oppone allo Stato» e «disturba l’ordine pubblico». Così la donna è diventata una nemica pubblica degli abitanti del villaggio e ha subito continui attacchi e abusi da parte loro.
A peggiorare le cose anche suo marito ha iniziato a picchiarla con violenza per costringerla a rinunciare alla sua fede. Una volta, dopo averla riempita di lividi l’uomo ha iniziato a piangere e ha ammesso di averlo fatto perché non riusciva più a sopportare gli attacchi quotidiani degli abitanti del villaggio.
Bitter Winter è in possesso di documenti governativi provenienti da tutto il Paese secondo i quali il PCC sta attuando una serie di campagne propagandistiche contro gruppi designati come xie jiao, e in particolare contro la CDO. I documenti sottolineano che occorre agire in «aziende, famiglie, scuole, istituzioni pubbliche, villaggi e comunità». Aziende e comunità sono tenute a «gestire il proprio personale» intensificando gli sforzi per controllare e trasformare i fedeli della CDO.
In seguito alle indagini svolte dalla polizia, un’insegnante della CDO di Liaocheng, una città nella provincia orientale dello Shandong, è stata messa sotto pressione dalla sua scuola che, in collaborazione con i funzionari dell’Ufficio per la sicurezza pubblica, voleva indurla a rinunciare alla sua fede. Nel settembre 2019, non riuscendo più a sopportare l’intensità dello stress a cui era sottoposta, la donna si è suicidata gettandosi in un lago. Dopo la tragedia sul suo cellulare è stato trovato questo messaggio non inviato: «Non voglio che mio marito e mio figlio siano coinvolti. Li amo!».