A dicembre, si è scatenata una dura persecuzione contro i protestanti dei borghi e dei villaggi della contea, e le chiese sono state chiuse perché «illegali»
di Lin Yijiang
Da quando, nel febbraio 2018, è entrata in vigore la nuova Normativa sugli affari religiosi, la persecuzione contro le Chiese domestiche che appartengono al cosiddetto «mercato grigio» (in Cina, il segmento più ampio della religione) si è intensificata. La persecuzione è stata implementata in tutto il Paese e la contea di Ninghai della città con status di prefettura di Ningbo, nella provincia dello Zhejiang, non ha fatto eccezione.
La più grande sala per riunioni delle Chiese domestiche della contea di Ninghai, la chiesa Chengzhong, è stata chiusa in dicembre per ordine dell’amministrazione locale. Tutti i fedeli della comunità, circa 900 persone, non hanno avuto altra scelta se non disperdersi in piccoli gruppi e pregare di nascosto in luoghi e orari strani.
Mirando a farla chiudere, l’amministrazione della contea, unitamente all’Ufficio per gli affari religiosi, al Dipartimento del lavoro del Fronte Unito, all’Ufficio per la sicurezza pubblica e ad altri enti hanno convocato più volte il suo responsabile per fargli pressioni affinché aderisse al Movimento patriottico delle Tre Autonomie. Quando questi si è rifiutato, l’amministrazione ha dato ordine alla comunità di interrompere qualsiasi assemblea e ha minacciato di comminare delle multe nel caso in cui non l’avessero fatto. I funzionari hanno usato svariati pretesti per vessare la Chiesa, per esempio dicendo che «durante le riunioni sono presenti troppi fedeli», «le misure igieniche e per la prevenzione antincendio non sono adeguate» e «l’edificio che ospita la Chiesa è stato ricavato da una fabbrica e ciò non è legale».
Nove sale per riunioni delle Chiese domestiche sono state chiuse in sette villaggi del borgo di Changjie. I loro responsabili sono stati costretti a firmare dichiarazioni in cui giuravano che avrebbero smesso di gestire sedi religiose private.
Dopo la chiusura delle Chiese domestiche, i funzionari governativi implementano le “ispezioni di ritorno” come regola per essere certi che esse non riaprano le porte ai fedeli. Gli amministratori di griglia e i funzionari di villaggio hanno istruzione di pattugliare le sale ormai chiuse nelle giornate di domenica, per evitare che i fedeli organizzino servizi di preghiera in quelli che erano i loro luoghi di culto. Spesso scattano fotografie e le caricano sui server del governo e riferiscono immediatamente ai superiori se notano qualcosa di sospetto.
Nel sottodistretto di Qiaotouhu sono state chiuse cinque sale. Un fedele di una di queste ha detto a Bitter Winter che i funzionari hanno fatto pressioni alla Chiesa affinché aderisse al Movimento patriottico delle Tre Autonomie oppure, in caso continuasse con le assemblee, esponesse la bandiera nazionale e un ritratto di Xi Jinping, installasse telecamere di sorveglianza e postasse propaganda in favore del Partito.
Per la maggior parte dei fedeli delle Chiese domestiche l’adesione alla Chiesa controllata dallo Stato non è un’opzione plausibile; piuttosto sono disponibili a perdere le sale per riunioni. Così tre sale di Chiese domestiche del borgo di Chalu sono state chiuse per aver rifiutato di far parte della Chiesa delle Tre Autonomie.
Un fedele della chiesa Lujia ha raccontato a Bitter Winter che i funzionari governativi hanno minacciato di comminare alla Chiesa una multa da 20 a 50mila renminbi (circa 2.900-7.200 dollari statunitensi) per ogni volta in cui essa fosse stata scoperta a organizzare assemblee religiose. Mentre una Chiesa domestica nel borgo di Changjie ha rischiato una multa da 50 a 100mila renminbi (circa 7.200-14.400 dollari) e probabilmente l’arresto del responsabile se i fedeli avessero continuato a riunirsi. Nel villaggio di Guanzhuang, un funzionario dell’Ufficio per gli affari religiosi ha messo in guardia una Chiesa domestica dicendo che «in casi gravi, una Chiesa che tenesse raduni illegali può ricevere una multa di 200mila renminbi (circa 28.700 dollari)», il massimo previsto nella nuova Normativa sugli affari religiosi. L’amministrazione ha inflitto multe esorbitanti anche ai proprietari di immobili che affittassero alle Chiese domestiche, sperando di fiaccarne l’espansione.
Nel sottodistretto di Taoyuan, due Chiese domestiche sono state chiuse e i fedeli, la maggior parte dei quali anziani di 70 e 80 anni, sono stati costretti a firmare dichiarazioni con la promessa di non riunirsi più. «È come durante la Rivoluzione Culturale», si è lamentato uno degli anziani cristiani.