La pressione del PCC per eliminare il buddhismo si diffonde ovunque e non risparmia nemmeno le statue dei templi autorizzati dallo Stato
di Xin Lu
Anche le statue dei templi autorizzati vengono distrutte
Il 6 dicembre l’amministrazione comunale di Yongcheng, una città nella provincia centrale dell’Henan, per lasciare il posto a un parco e a uno stadio ha ordinato la distruzione delle 500 statue degli Arhat situate all’esterno del tempio di Chongfa. Secondo un buddhista del posto, il tempio, molto noto a turisti e fedeli, era stato costruito oltre trent’anni fa con l’approvazione dell’amministrazione locale.
Ai primi di novembre, all’esterno di un tempio nel borgo Shuangqiao di Yongcheng, una statua all’aperto della Guanyin è stata rimossa perché secondo i funzionari era «troppo alta».
Il tempio Baiyun nella contea di Yongsheng, nell’area metropolitana della città di Lijiang nella provincia sud-occidentale dello Yunnan, era stato edificato con i necessari certificati di registrazione per l’uso del terreno e con il certificato di registrazione come sala per attività religiosa.
Nonostante ciò in giugno la sezione dell’Ufficio per gli affari etnici e religiosi della contea ha assunto degli operai per demolire in quanto illegali oltre 90 statue e alcuni edifici facenti parte del tempio che disponeva di più di 70 stanze. La denominazione «tempio Baiyun» sull’insegna è stata cambiata in «Parco montano Baiyun». Le demolizioni hanno comportato perdite per circa 1,43 milioni di dollari statunitensi.
Il tempio Tianmen a Mile, una città nella prefettura autonoma hani e yi di Honghe nello Yunnan, è stato chiuso. In precedenza, l’8 giugno, erano state distrutte sei statue collocate all’esterno del luogo di culto.
Nel novembre 2018 l’amministrazione locale ha distrutto una statua della Guanyin alta quasi 13 metri che era posta all’esterno del tempio Longwang a Nanchong, una prefettura nella provincia sud-occidentale del Sichuan. Un testimone oculare ha riferito a Bitter Winter che, mentre la statua della Guanyin veniva distrutta, i residenti maledicevano il Partito Comunista, dicendo che «sarà punito per la distruzione delle statue buddhiste».
La statua della Guanyin trasformata in un albero e quelle degli Arhat in rocce
Talvolta le autorità, invece di distruggere le statue, le coprono per tenerle lontane degli occhi della gente.
In maggio l’amministrazione della contea di Changtai a Zhangzhou, una prefettura nella provincia sud-orientale del Fujian, ha chiesto al responsabile dell’area panoramica di Tianzhushan di coprire le sue tre statue buddhiste all’aperto: il Buddha sdraiato, il Maitreya Buddha e una Guanyin dai quattro volti. L’amministrazione ha dichiarato che «costruire statue buddhiste in aree panoramiche equivale a commercializzare il buddhismo».
Un dipendente dell’area panoramica ha rivelato a Bitter Winter che tutte le statue erano state costruite grazie alle donazioni di singoli fedeli. Quando i funzionari dell’Ufficio per gli affari etnici e religiosi provinciale hanno ispezionato le tre icone nascoste hanno fatto notare che la statua della Guanyin dai quattro volti era ancora visibile. Il responsabile è stato costretto ad assumere degli operai per trasformarla in un albero spendendo decine di migliaia di dollari.
Un componente dello staff ha dichiarato: «I funzionari erano terribili e prepotenti e appena arrivati hanno iniziato a dare ordini. Hanno inflitto una sanzione basata su accuse inventate».
In aprile, sull’isola di Arhat, nel celebre punto panoramico Qixingyan di Zhaoqing, una città nella provincia meridionale del Guangdong, quasi 600 statue degli Arhat sono state ricoperte di cemento rendendole simili a rocce.