Il PCC applica il piano quinquennale per “sinizzare” l’islam al di fuori dello Xinjiang e fa rettificare le moschee per renderle «più cinesi»
di Li Wensheng
Il piano quinquennale (2018-2022) per “sinizzare” i musulmani fuori dallo Xinjiang, viene attivamente implementato in tutto il Paese e così i simboli islamici scompaiono dalle moschee privando i musulmani hui della loro cultura e dei loro costumi.
In dicembre l’amministrazione del villaggio di Menglou nella contea di Ningling a Shangqiu, una città nella provincia dell’Henan, ha ordinato la demolizione della cupola e la rimozione della mezzaluna con la stella della locale moschea. Lo stessa cosa è accaduta ad altre quattro moschee di Xinyang, una città nella prefettura dell’Henan.
Un musulmano della zona ha detto a Bitter Winter: «Il PCC esige che ogni gruppo etnico utilizzi la cultura e l’architettura cinesi come standard, proprio come avveniva durante la Rivoluzione Culturale».
Un imam dello Xinyang, commentando il piano del PCC per sinizzare l’islam, ha detto: «Il regime teme che i musulmani si uniscano a forze straniere e quindi ci obbliga a modificare le strutture islamiche e ad adottare lo stile architettonico cinese. Se disobbediamo, oltre a rischiare l’arresto, ci viene revocata la qualifica di imam».
In un mese sono state rettificate 16 moschee in una sola città
In dicembre a Pingliang, una prefettura nella provincia nord-occidentale del Gansu, sono stati rimossi tutti i simboli islamici di almeno 16 moschee. Dopo la demolizione della cupola e la rimozione della mezza luna con la stella, la Grande Moschea Pangmo si presenta come un qualunque edificio in stile cinese.
Parlando con Bitter Winter un musulmano hui ottantenne ha commentato: «Il governo ha preteso che nella moschea ogni cosa apparisse cinese. La rimozione dei simboli islamici ci ha rattristati, ma purtroppo si tratta di una politica a livello nazionale e non possiamo farci nulla».
La cupola e la mezza luna sulla moschea Xiantai nel quartiere Kongtong sono state demolite e sostituite dallo slogan «Ama il Partito e ama il Paese. Unità e armonia».
Lo stesso è accaduto alla Grande Moschea orientale di Huating, una città nella contea di Pingliang. La moschea, che nella sua architettura e nei suoi simboli rappresentava le usanze dei musulmani cinesi, è stata radicalmente modificata perdendo così ogni rilevanza come centro religioso e culturale. Sempre a Huating il 27 dicembre è stata demolita la cupola e rimossa la mezza luna con la stella della moschea Dongchuan.
Gli imam di alcune moschee cittadine non erano disposti a scendere a compromessi con il governo e hanno cercato di impedire queste modifiche. Per vincere tali resistenze, le autorità locali hanno organizzato una visita a Guyuan, una città nel nord-ovest nella Regione autonoma del Ningxia Hui, per mostrare agli imam come le moschee fossero state «sinizzate». Ciò è stato fatto con l’intenzione di spezzare la loro volontà e per dimostrare l’inarrestabile attuazione della «sinizzazione» in tutto il Paese. Visto che moltissimi residenti sono musulmani la città di Guyuan costituisce un obiettivo chiave della repressione e dunque numerose cupole, minareti e altri simboli islamici sono stati rimossi.
Vietati i suoni «fastidiosi»
La «sinizzazione» consiste anche nell’impedire alle moschee di suonare l’adhan, ossia le quotidiane chiamate alla preghiera .
In novembre, funzionari della contea di Linqing, nell’area metropolitana della città di Liaocheng nella provincia orientale dello Shandong, hanno ordinato la rimozione degli altoparlanti utilizzati dalle moschee per invitare i fedeli alle preghiere quotidiane in quanto, a loro avviso, l’adhan avrebbe «disturbato le persone».
Un imam ha commentato: «L’affermazione dell’amministrazione locale è solo una scusa. Ovunque ci sono persone che ascoltano musica e ballano. Forse che questi non disturbano? Perché per loro l’amministrazione chiude un occhio?».
In novembre l’Ufficio per gli affari religiosi della contea di Guan a Liaocheng ha ordinato alle moschee di suonare l’inno nazionale al posto dell’adhan. Da allora, i residenti di otto villaggi hui sono quotidianamente costretti ad ascoltare l’inno nazionale.
Un imam della contea di Guan ha detto a Bitter Winter: «Suonare l’inno nazionale al posto della chiamata alla preghiera è un modo per “sinizzare” l’islam. Nell’aprile dello scorso anno, ai responsabili di tutte le moschee nella provincia dello Shandong è stato chiesto di frequentare appositi corsi di formazione per studiare le politiche nazionali che Xi Jinping ha avviato quando è entrato in carica. L’obiettivo è quello di far loro accettare la guida del Partito Comunista convincendoli a fare ciò che dice il Partito». L’imam ritiene che il governo stia sradicando le religioni tramite l’assimilazione.