Felipe Alexandre (autore ospite)
A sorella Danxiang Cheng, di 18 anni, è stato riconosciuto lo status di rifugiata dopo una battaglia giuridica durata diversi mesi
Sorella Danxiang Cheng è una fedele diciottenne della Chiesa di Dio Onnipotente (CDO). In Cina ha vissuto parecchi momenti di disagio che l’hanno spaventata. A scuola ne hanno indagato scrupolosamente l’appartenenza religiosa e, benché fosse una studentessa diligente, la pressione l’ha indotta ad abbandonare la scuola. Siccome apparteneva alla CDO, la madre ha rischiato di essere arrestata dalla polizia e solo per poco è riuscita a sfuggire. Eppure è stata costretta a nascondersi in un’altra città, lontano dalla figlia. Inoltre, due fedeli della CDO vicini alla donna sono stati arrestati e uno di loro è stato condannato a 12 anni di reclusione per le sue convinzioni e per le sue attività!
Danxiang ha deciso di fuggire negli Stati Uniti d’America ed è riuscita ad imbarcarsi su un volo diretto dalla Cina a Saipan. Grazie al programma di esenzione previsto dal Commonwealth of Northern Mariana Islands (CNMI), non era necessario alcun visto. Nell’ambito di quel programma, infatti, i cittadini cinesi possono entrare a Saipan ” sulla parola” senza aver precedentemente ottenuto un visto statunitense. Tuttavia, all’aeroporto, Cheng ha informato i funzionari dell’immigrazione che stava scappando dalla persecuzione in Cina e che intendeva fare domanda di asilo. Sebbene avesse il diritto di farlo, sfortunatamente apparteneva alla categoria indesiderabile di “straniero in arrivo”. Per “straniero in arrivo”, ai sensi della legge sull’immigrazione e sulla cittadinanza, si intende un soggetto che, per diversi motivi, non può beneficiare dell’asilo. Tale categoria comprende le persone che sono intercettate in mare e coloro che si avvalgono del programma CNMI per ottenere l’ammissione negli Stati Uniti senza visto. Pertanto, Cheng è stata presa in custodia dal Dipartimento della Sicurezza nazionale (DHS) che le ha negato il titolo. A causa del suo status di “straniero in arrivo”, il giudice dell’immigrazione ha stabilito che non poteva concedere a Cheng la libertà su cauzione. Pertanto, il suo caso avrebbe dovuto essere analizzato mentre lei rimaneva in custodia del DHS, Cheng è stata dunque trasferita in un centro di detenzione a Milwaukee.
Fortunatamente, Cheng ha ricevuto un grandissimo supporto da parte della comunità della CDO negli Stati Uniti, grazie ad essa ha ricevuto visite durante la detenzione, ha ottenuto dichiarazioni di sostegno giurate e ricerche sulle condizioni del Paese. Ha anche potuto trovare un avvocato specialista di immigrazione, particolarmente versato sulle richieste di asilo presentate da cittadini cinesi e ha persino potuto contattare il professor Massimo Introvigne, che è un esperto di fama mondiale sulla persecuzione della CDO in Cina. Con l’aiuto dei fedeli della CDO e del professor Introvigne, Cheng ha ottenuto oltre 15 dichiarazioni giurate a sostegno della propria richiesta d’asilo. Alcuni dei testimoni hanno confermato di conoscere personalmente Cheng assicurando che è fedele della CDO proveniente dalla Cina, mentre altri hanno testimoniato di essere a conoscenza della persecuzione che Partito Comunitsa Cinese (PCC) ha scatenato contro la CDO, compresa la sua inclusione tra gli xie jiao (“insegnamenti eterodossi”). il che, secondo il Codice penale cinese, comporta automaticamente l’incarcerazione. I rapporti hanno inoltre descritto particolari di come feroce persecuzione del PCC provochi effettivamente la morte di molti fedeli della CDO.
Sulla base della giurisprudenza, gli avvocati di Cheng hanno sostenuto che la donna, considerandone le esperienze in modo cumulativo e l’età in quel momento (aveva solo 17 anni quando lasciò la Cina), aveva effettivamente sofferto per le persecuzioni. Le prove sono state presentate insieme ad argomentazioni legali e Cheng ha fornito testimonianze dettagliate, convincenti e credibili riguardo alle sue esperienze e alla sua paura di dover tornare in Cina. Fortunatamente, il giudice per l’Immigrazione di Chicago ha ritenuto che le prove evidenziassero chiaramente un modello di persecuzione della CDO da parte del PCC, che Cheng era effettivamente una fedele devota di quella chiesa e che essa aveva sostenuto l’onere di dimostrare che era più plausibile che fosse stata perseguitata dal suo governo per le sue convinzioni piuttosto che il contrario. Dal momento che il giudice è giunto a queste conclusioni, lei non ha dovuto argomentare circa le persecuzioni effettivamente subite.
Questo caso è importante per la comunità della CDO perché dimostra che, sebbene le persecuzioni avvenute in passato costituiscano una componente chiave per ottenere l’asilo, anche dimostrando un fondato timore di persecuzione basato su pratiche governative e la propria devozione alla fede della CDO costituisce certamente una strategia praticabile per ricevere protezione in base alla legge statunitense in materia di asilo. Dopo sei mesi di detenzione, Cheng è può ora vivere con la comunità della CDO negli Stati Uniti e di iniziare una nuova vita libera dalla repressione e dalla paura.
Felipe Alexandre (vedi foto), avvocato dell’ordine di New York, ha rappresentato Cheng nel ricorso in appello a Chicago.