Su ordine del governo centrale, le amministrazioni locali di tutta la Cina stanno inasprendo la repressione contro i luoghi di culto buddhisti. E molti sono già stati rasi al suolo
di Shen Xinran
A metà luglio l’amministrazione di Tangshan, nella provincia settentrionale dell’Hebei, ha indetto un convegno sull’applicazione di un decreto segreto emanato dal Dipartimento del lavoro del Fronte Unito centrale che ordina alle amministrazioni locali di demolire templi e statue religiose in tutto il Paese.
Una fonte interna ha rivelato a Bitter Winter che i funzionari, a tutti i livelli di governo, sono stati minacciati di licenziamento nel caso non avessero obbedito all’ordine di demolire tutti i templi buddhisti e taoisti nelle loro giurisdizioni, a prescindere dal fatto che fossero autorizzati o meno. I funzionari hanno ricevuto l’ordine di sfrattare tutti i fedeli residenti nei templi e di arrestare chiunque avesse opposto resistenza. Le squadre ispettive sul lavoro religioso del governo centrale, dislocate nella provincia, erano sul posto a supervisionare e valutare il loro lavoro
Per applicare gli ordini del governo centrale, più di 20 funzionari dell’amministrazione della contea di Qianxi di Tangshan sono arrivati, in agosto, al tempio di Longfu per sovrintendere alla sua demolizione. Cinque ruspe hanno raso al suolo numerose sale del tempio, la cui costruzione era iniziata nel 2017 ed era costata più di 40 milioni di renminbi (circa 5,6 milioni di dollari statunitensi). Alcuni edifici erano ancora incompleti.
«L’amministrazione ha semplicemente demolito un grande tempio; l’abbiamo costruito invano», dice un buddhista del posto.
Una fonte locale ben informata ha detto a Bitter Winter che il gestore del tempio si è rivolto al segretario del Partito di Tangshan e gli ha mostrato il permesso governativo per la costruzione, supplicandolo, invano, di preservare il tempio. Ha anche confermato che i funzionari governativi a tutti i livelli nella provincia, siano stati costretti a promettere di demolire i templi nella loro giurisdizione entro uno stretto limite di tempo, minacciati di licenziamento se non l’avessero fatto. Ha aggiunto che nel caso non lo facciano, l’amministrazione provinciale invia criminali detenuti a distruggere i templi e le statue religiose, promettendo loro in cambio una riduzione di pena.
Su pressione dei superiori, i funzionari locali non hanno altra scelta che obbedire. «Se demoliamo i templi, offendiamo divinità», dice un funzionario del DLFU di contea a Bitter Winter. «Ma saremmo puniti, se disobbedissimo all’ordine».
Il tempio buddhista di Qiyuan, che si estende su un’area di mille metri quadrati nella città di Langqi, nella giurisdizione di Fuzhou, capitale della provincia sudorientale cinese del Fujian, è stato costruito al costo di più di 3 milioni di renminbi (circa 420mila dollari), donati soprattutto dai fedeli. Etichettato come «abuso edilizio» dall’amministrazione locale, è stato raso al suolo in una notte.
Alle 5 del mattino del 8 dicembre più di 300 poliziotti antisommossa, con elmetti e passamontagna, si sono concentrati fuori dal tempio, bloccando le due entrate principali. Poco dopo, quattro ruspe sono giunte a demolire il tempio.
Video 01: fedeli piangono per la demolizione del tempio di Qiyuan
«In quei momenti ci siamo sentiti come paralizzati, incapaci persino di parlare», dice un fedele del tempio ricordando la notte della demolizione. «Alcune persone sono addirittura svenute per il dolore. Lo Stato è peggiore dei criminali che violano tutte le leggi. Prima che il tempio fosse costruito, la montagna su cui sorge era coperta da grandi rocce. Gli abitanti del villaggio le hanno tagliate a pezzi per la costruzione del tempio».
Video 02: La polizia antisommossa blocca una delle entrate del tempio di Qiyuan, impedendo a tutti di entrare
«Lo Stato mira a distruggere la nostra fede», commenta un altro abitante del villaggio.
Un fedele buddhista del posto, carico di emozione, ha detto che lo Stato può etichettare qualsiasi tempio come «abuso edilizio» e demolirlo quando vuole. «Puoi chiedere un permesso per il tuo tempio, ma non te lo daranno. Le autorità demoliscono il nostro tempio perché sia di esempio agli altri, così che nessun altro osi costruire templi in futuro. Stanno impedendo la crescita della religione», aggiunge l’uomo.
Il giorno stesso alcuni abitanti del villaggio hanno cercato di diffondere video girati durante la demolizione su TikTok, un social network per la condivisione di video, ma le autorità li hanno subito fermati.