Il PCC ha un elenco di gruppi religiosi vietati e ora impone agli avvocati di non sostenere in tribunale l’innocenza di chi appartiene a tali gruppi, altrimenti…
di Zhang Wenshu
Più volte il PCC è stato denunciato espressamente per la persecuzione dei gruppi elencati nella lista nera come xie jiao (che significa letteralmente «insegnamenti eterodossi»). Far parte di questi gruppi è un reato, in base all’Articolo 300 del Codice penale cinese. La lista degli xie jiao è lunga, ma il gruppo che preso singolarmente risulta maggiormente perseguitato è quello della Chiesa di Dio Onnipotente (CDO).
Secondo le informazioni che abbiamo ricevuto, solo nel 2019 sono stati condannati al carcere 1.152 fedeli della CDO; 388 di loro hanno ricevuto condanne a 3 anni o più e fra questi 12 persone sono state condannate a 10 anni o più.
Ora il Partito inizia a muoversi contro gli avvocati che difendono i fedeli degli xie jiao in generale, ma soprattutto quelli della CDO. Bitter Winter ha avuto accesso a documenti confidenziali, in cui viene comunicata agli avvocati l’impossibilità di affermare in tribunale che i propri assistiti, fedeli di uno xie jiao, siano innocenti e che se non rispetteranno tale ordine saranno puniti severamente.
Documenti interni trapelati di recente
Un documento diramato nel 2018 da un’amministrazione locale della provincia centrale dell’Henan impone esplicitamente che le autorità giudiziarie rafforzino indicazioni e controllo sugli avvocati che difendono i fedeli degli xie jiao e che prendano le necessarie misure nei confronti degli avvocati per i diritti umani, in modo da evitare che costoro «sferrino un attacco» al «sistema politico e sociale» del Paese.
Un altro documento, emesso nel 2019 da un’amministrazione locale della provincia nordorientale dello Jilin, ordina in modo chiaro di «vietare assolutamente agli avvocati per i diritti umani di affermare che i fedeli degli xie jiao non siano colpevoli», di impedire loro di «interrompere i processi» e di trattare con severità gli avvocati che dovessero «infrangere l’ordine in tribunale».
«Cosa significa “interrompere i processi”?», ha detto a Bitter Winter l’avvocato Wang, che vive nella Cina continentale. «In poche parole, vuol dire che difendere i credenti o affermare che non siano colpevoli, oppure muovere una critica al problematico sistema legale cinese, è considerato un ostacolo alla condanna del governo nei confronti delle persone religiose». «Durante la Repressione del gruppo 709 (cioè l’arresto in massa di avvocati e attivisti in favore dei diritti umani, avvenuto il 9 luglio 2015), numerosi avvocati in favore dei diritti umani sono stati arrestati per aver difeso i praticanti del Falun Gong e altri credenti».
Il 9 luglio 2015, infatti, la polizia cinese ha arrestato almeno 248 avvocati e attivisti che operavano in favore dei diritti umani. Alcuni di loro sono stati condannati al carcere con l’accusa di aver «sovvertito il potere dello Stato» o aver «infranto l’ordine in tribunale». Alla fine del 2019, la polizia ha arrestato o interrogato più di dieci avvocati e attivisti a favore della democrazia e ciò è ritenuto una replica della Repressione del gruppo 709.
Legali solo di nome
Sottoposti alla pressione della politica statale, molti avvocati si rifiutano di difendere i fedeli della CDO, mentre per coloro che osano farlo l’azione di difesa è talmente limitata da risultare inefficace.
Nel settembre 2018, durante un processo che si teneva nella provincia orientale dello Zhejiang, numerosi fedeli della CDO si sono autodifesi in tribunale accusando la polizia di averli torturati durante gli interrogatori.
Queste persone hanno riferito ai giudici di come gli agenti di polizia avessero infilato loro delle sigarette accese nelle narici e quindi li avessero torturati, tormentati e picchiati. Il tribunale tuttavia ha stabilito che «non sia stata fornita prova documentata delle lesioni». Assolutamente nessun avvocato si è levato a difendere i fedeli della Chiesa.
«I giudici hanno chiuso gli occhi davanti all’accaduto», ha raccontato a Bitter Winter un familiare di uno dei fedeli della CDO coinvolti. «Il processo è stato una pura formalità».
Un avvocato della provincia dello Zhejiang, parlando con Bitter Winter, ha affermato: «Da quando è salito al potere, Xi Jinping continua a lanciare operazioni di arresto ai danni delle persone di fede. Il governo vuole stabilire sentenze esemplari che condannino i credenti a pene detentive severe. Le amministrazioni di ogni livello gerarchico in tutto il Paese hanno ricevuto tale compito specifico. I condannati non riceveranno sconti di pena, a prescindere da come gli avvocati li difenderanno o le loro famiglie si adoperino dietro le quinte. È lo Stato ad avere l’ultima parola rispetto agli anni che trascorreranno in carcere».
Gli avvocati sono costretti a convincere i fedeli della CDO a confessare i propri “crimini”
Invece di difendere i fedeli della CDO, alcuni avvocati, intimoriti, tentano ogni mezzo per convincerli a rinunciare alla fede.
«Rifiutarsi di firmare le “tre dichiarazioni” (cioè la Dichiarazione di confessione, la Dichiarazione di critica e la Dichiarazione di rottura) equivale a rifiutare di dichiararsi colpevoli e ciò può sfociare in una pena severa, almeno tre anni di prigione. Non importa se sia stato assunto un avvocato oppure no», così ha proseguito l’avvocato Wang, aggiungendo che molti legali chiederebbero ai familiari dei fedeli della CDO di convincerli ad abbandonare la fede nella speranza di vedersi mitigate le condanne. Dato il sistema vigente, è tutto ciò che gli avvocati possono fare per loro. Per i fedeli, però, è come spargere sale su una ferita aperta.
In molti casi le famiglie dei fedeli della CDO non sono state informate dei processi o dei loro esiti e neppure hanno avuto il permesso di vedere o visitare i propri parenti in carcere. Non hanno nemmeno potuto far loro visita in prigione. «Dal momento che sono stati condannati, che senso ha prendere un avvocato?», ha detto a Bitter Winter la madre di un fedele della CDO, esprimendo la propria frustrazione. «Non ci può fare niente, neppure con il denaro, poiché il periodo ammesso per fare ricorso è scaduto». La donna ha ricevuto la sentenza, che condannava la figlia a tre anni e tre mesi di carcere, sei mesi dopo la condanna. È un fatto ordinario in Cina, per quanto sia contrario alle convenzioni internazionali sui processi che si siano conclusi.
Dice un giudice: non sarà mai garantita protezione legale ai fedeli della CDO
In base a quanto affermato da un fedele della CDO della provincia settentrionale dello Shanxi, che ha richiesto di restare anonimo, gli avvocati addirittura si sono rifiutati di rappresentarlo nelle cause civili.
Uno dei suoi vicini ha occupato un appezzamento di terreno di sua proprietà, perciò l’uomo ha assunto un avvocato per assisterlo nella causa. In maggio del 2019 l’avvocato, che al principio era fiducioso rispetto agli esiti del processo, improvvisamente ha cambiato idea e si è rifiutato di continuare a difendere i suoi interessi.
L’avvocato ha detto al suo cliente che, in base a un documento governativo inviato a tutti gli studi legali del Paese, gli avvocati hanno il divieto di difendere i fedeli della CDO.
«I fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente non godranno mai della garanzia della protezione legale. Non ha importanza quanto i loro casi possano risultare convincenti, gli avvocati non possono difenderli. Si tratta di una politica dello Stato», ha dichiarato il presidente di una corte di giustizia della provincia dello Shanxi.