Il governo offre soldi ai fedeli per premere sui preti della diocesi di Mindong e indurli ad aderire alla Chiesa di Stato, cercando di tagliare i contatti del clero con l’estero
Di Ye Ling
“Trasformazione” attraverso la calunnia
Il clero della diocesi di Mindong, che ha sede nella città di Ningde, nella provincia sudorientale del Fujian, rifiutandosi di aderire all’Associazione patriottica cattolica cinese (APCC), continua a subire minacce, pressioni e persecuzioni da parte del PCC. Non essendo in grado di costringere ogni singolo prete a obbedire ai suoi ordini, il regime ha ideato nuove misure repressive.
Il 20 dicembre l’amministrazione di Saiqi, una città con status di contea del Fu’an, nella giurisdizione di Ningde, ha indetto un incontro per un pubblico selezionato di cattolici della diocesi. Ai partecipanti è stato detto che i preti cattolici che rifiutano di aderire all’APCC, come monsignor Guo Xijin, vescovo ausiliare della diocesi, dovrebbero essere “trasformati”. I funzionari hanno promesso che le chiese potrebbero funzionare normalmente dal momento in cui i preti aderissero alla Chiesa Patriottica. Ai fedeli sono stati offerti premi in denaro se accettano di chiedere ai parenti dei preti e ai loro amici di fare pressioni su di loro, per spingerli ad aderire all’APCC. Inoltre, ai partecipanti è stato chiesto di inscenare situazioni compromettenti, per esempio far finta di dare soldi ai preti, o farli avvicinare da donne come se avessero relazioni con loro e poi fotografarli, per poterli successivamente ricattare e intimidire.
Secondo una fonte interna dell’amministrazione, se questi metodi non dovessero funzionare e i preti continuassero a resistere, allora sarebbero posti agli arresti domiciliari, i loro rifornimenti di acqua e luce verrebbero tagliati. Subirebbero pressioni «finché non cedono, impazziscono o arrivano persino al suicidio».
L’“Esperienza di Fengqiao”, un metodo impiegato durante la Rivoluzione Culturale per costringere la gente a spiare e riformare coloro che venivano etichettati come “nemici di classe”, è stato riesumato e usato ampiamente dall’attuale governo cinese per costringere i fedeli a spiare e fare pressioni sui membri del clero. La Raccolta di operazioni speciali: casi esemplari, un documento interno emesso dall’amministrazione provinciale dello Henan nel luglio 2018, ordina: «i funzionari di città e villaggio devono essere i primi a condurre il lavoro ideologico» sui parenti dei cristiani per persuaderne i famigliari religiosi ad allontanarsi dalla religione e a non partecipare più ad attività religiose. Il documento, inoltre, chiede ulteriori «sforzi volti alla riforma ideologica dei missionari, e i parenti sono i primi che devono condurre un lavoro ideologico su di loro».
Secondo un fedele di Fu’an, prima di Natale, agenti di polizia hanno minacciato un prete locale dicendogli che avrebbero scovato informazioni compromettenti sui suoi parenti, anche quelli già defunti, per perseguitarli, se avesse rifiutato di aderire all’APCC. «L’amministrazione sta cercando di cogliere in fallo il prete per fargli pressione», ha raccontato il fedele.
La condizione degli obiettori di coscienza va di male in peggio
Dopo la firma dell’Accordo tra la Santa Sede e la Cina del 2018, la situazione degli obiettori di coscienza cattolici che rifiutano di farsi registrare nella Chiesa di Stato continua a peggiorare in tutto il Paese : i membri del clero e i fedeli sono spesso molestati e perseguitati, le chiese chiuse o demolite.
Alla fine di novembre, due preti della diocesi di Mindong sono stati fermati dalla locale Brigata per la sicurezza nazionale, perché avevano viaggiato in Tailandia per incontrare rappresentanti del Vaticano. I funzionari hanno detto loro che viaggiare senza permesso equivaleva a commettere un crimine contro la legge, che avrebbero potuto essere condannati a pene da uno a tre anni di carcere per «infiltrazione straniera». I due preti hanno subìto la confisca dei loro passaporti e sono stati costretti a firmare dichiarazioni in cui accettavano di «non entrare nelle chiese», «non viaggiare a processo in corso» ed «essere reperibili 24 ore al giorno al cellulare». È stato anche vietato loro di «contattare gruppi religiosi stranieri».
Secondo una fonte informata dei fatti, il vescovo Guo Xijin è stato accusato di «relazioni illegali con un Paese straniero» e costretto dalle autorità a spiegare come avesse organizzato il viaggio dei due preti, che erano suoi assistenti. La fonte crede che, controllando chi è vicino al vescovo, il governo tenti di isolarlo completamente da tutte le attività della diocesi.
Più di un mese fa, dopo che il governo aveva chiuso la residenza di Guo Xijin nel sotto-distretto di Luojiang di Fu’an, operai hanno installato telecamere di sorveglianza ad alta definizione nell’edificio. «Il governo tiene d’occhio il vescovo Guo per impedire ai media internazionali di contattarlo. Probabilmente lo porranno ben presto agli arresti domiciliari», ha aggiunto la fonte.
Una fonte nell’amministrazione provinciale dello Hebei ha rivelato a Bitter Winter che è stato emesso un documento alla fine dell’anno scorso, che richiede un giro di vite contro le chiese cattoliche che rifiutano di aderire all’APCC. Il decreto dispone di impedire ai gruppi religiosi stranieri di avere contatti con le chiese cattoliche locali e di metterli tassativamente in guardia da ogni tentativo di essere coinvolti in questioni religiose locali, quale l’elezione dei vescovi. Il documento chiede inoltre di investigare approfonditamente sui canali di comunicazione del clero con gruppi religiosi all’estero, in modo da controllare gli scambi di informazioni in tempo per preparare la repressione.
«L’amministrazione sta cercando di tagliarci fuori dal resto del mondo», commenta un prete della diocesi di Mindong. «Più lo Stato perseguita le religioni, più regredirà. Il governo fa tutto ciò che può per controllare la gerarchia della Chiesa Cattolica, si intromette nel lavoro delle chiese e vuole gestire e autorizzare direttamente tutti gli affari loro, anche quando non avrebbe diritto a mettervi bocca. In questo modo, la Chiesa diventa un burattino nelle mani dello Stato».