Su ordine diretto del presidente Xi Jinping in luglio l’amministrazione provinciale ha avviato una nuova campagna mirata in cinque città
di Yang Guang’an
I numerosi documenti interni del PCC di cui la nostra testata è recentemente venuta in possesso confermano che il governo della provincia orientale dello Jiangsu ha avviato un nuovo ciclo semestrale di repressione coordinata contro i cristiani. Iniziata a luglio, l’operazione punta alla chiusura delle Chiese domestiche e delle chiese delle Tre Autonomie approvate dallo Stato.
Secondo i documenti, questa nuova operazione è riconducibile a un neican – una relazione interna a circolazione limitata, destinata ai più alti ranghi del governo – contenente le direttive di Xi Jinping sul cristianesimo nelle città settentrionali dello Jiangsu, direttive peraltro già diffuse il 2 giugno dall’agenzia ufficiale Xinhua News.
Tuttavia la riservatezza e il grado di approfondimento dei rapporti neican superano di molto le informazioni prodotte da Xinhua. La maggior parte di esse sono classificate come segreti di Stato e sono disponibili solo per i funzionari governativi di livello appropriato. Sulla base di un neican, i leader delle istituzioni e i livelli di governance interessati impartiscono le istruzioni operative alle autorità subordinate.
L’amministrazione provinciale dello Jiangsu e il comitato del Partito, attribuendo la massima importanza alle direttive di Xi, hanno avviato la repressione nelle cinque città a livello di prefettura della parte settentrionale della provincia, ossia Xuzhou, Lianyungang, Suqian, Huai’an e Yancheng, dove risiede circa l’80% dei cristiani.
Per non attirarsi l’attenzione e le critiche della comunità internazionale, e per limitare il malcontento dei cristiani, l’amministrazione provinciale ha quindi impiegato alcuni mesi per preparare la nuova operazione.
Secondo il Piano operativo di governance speciale della questione cristianesimo nelle cinque città settentrionali dello Jiangsu, pubblicato il 2 agosto dal Dipartimento del lavoro del Fronte Unito provinciale, le fasi investigative e di pianificazione della nuova operazione sono state fissate per luglio e agosto. Agosto e settembre sono stati dedicati alla messa a punto della propaganda nonché alla mobilitazione e al dispiegamento del personale. L’attuazione dell’operazione era prevista per ottobre e novembre. Per prevenire incidenti durante la Festa nazionale, celebrata il 1° ottobre, le attività di rettifica sono state rinviate alla fine del mese. Il mese di dicembre sarà invece dedicato alle attività di gestione post-implementazione.
Secondo il documento, gli obiettivi principali della repressione sono «due riduzioni, due normalizzazioni e due rafforzamenti», il che significa che il numero dei luoghi di culto e dei credenti deve essere ridotto, i luoghi di incontro privati eliminati, le croci rimosse e che verrà potenziata la gestione del clero e dei fedeli.
Secondo quanto riferito dalle nostre fonti, ai dipartimenti governativi competenti sono state assegnate quote di riduzione dei luoghi di culto e dei fedeli.