A Lindong, il 21 luglio, un’unità SWAT ha fermato oltre 300 manifestanti che protestavano contro il sequestro delle proprie terre, operato dal PCC
di Massimo Introvigne
Bitter Winter ha recentemente riferito di come il PCC stia tentando di distruggere l’identità mongola nella Mongolia interna (che i mongoli preferiscono chiamare Mongolia meridionale), limitando l’uso della lingua e arrestando gli intellettuali.
Enghebatu Togochog, un attivista per i diritti umani originario della Mongolia meridionale, ha riferito a Bitter Winter di come il regime stia tentando di distruggere l’identità mongola anche avvalendosi di politiche pseudo-ecologiche denominate «migrazione ecologica» e «divieto totale di pascolo del bestiame».
Ufficialmente il PCC promuove queste politiche per «preservare l’ecosistema delle praterie» nella Mongolia interna/meridionale. Ma in realtà, ha affermato Enghebatu, «queste politiche mirano a spazzare via le comunità pastorali rurali per mettere fine allo stile di vita nomade dei mongoli. Le amministrazioni locali e le industrie estrattive cinesi si impadroniscono delle terre dei pastori senza il loro consenso libero, preventivo e informato. Migliaia di pastori che hanno protestato contro l’appropriazione illegale delle loro terre sono stati arrestati, fermati e imprigionati».
Il 21 luglio, dopo due mesi di proteste, più di 300 pastori mongoli del sum (municipalità) di Bayan-uul, nel banner sinistro di Sonid (il banner è un’unità amministrativa equivalente alla contea) si sono radunati di fronte al palazzo dell’amministrazione del banner a Lindong.
Sui cartelli dei manifestanti è scritto: «Vogliamo giustizia. Restituiteci i nostri diritti», «Protestiamo con forza contro i funzionari governativi che si coalizzano con i criminali per opprimere il popolo!», «Protestiamo con forza contro i funzionari governativi che ignorano la legge per distruggere i mezzi di sussistenza della gente!» e «L’amministrazione del banner deve restituirci i nostri diritti legali».
I manifestanti avevano chiesto di incontrare il governatore, ma la polizia e un’unità SWAT, dopo aver bloccato l’ingresso dell’edificio, li hanno respinti. Dall’inizio della protesta 200 pastori sono stati arrestati. Un pastore ha commentato: «L’ecologia è solo un pretesto per derubarci delle terre dei nostri antenati per darle alle industrie minerarie cinesi».
Un altro pastore ha riferito al Southern Mongolian Human Rights Information Center (SMHRIC): «Il governo sta abusando del suo potere per opprimere i pastori, distruggere la nostra terra e privarci dei mezzi di sussistenza».