Docenti universitari licenziati per semplici commenti e aumento del controllo sugli studenti: prosegue il giro di vite contro il dissenso e la libertà di parola
Shen Xinran
Il mese scorso il professore di diritto Xu Zhangrun (許章潤) è stato licenziato dalla sua cattedra alla Tsinghua University di Pechino per aver postato articoli e commenti di critica rispetto al governo. Il suo licenziamento e l’indagine che ha subito sono stati ampiamente discussi sui media internazionali. Poco tempo dopo, Lü Jia (呂嘉), professore associato della Scuola di Marxismo della medesima università, è stato denunciato da alcuni studenti per «opposizione al Partito [Comunista Cinese] e violazione della Costituzione». Come Xu Zhangrun, è stato sottoposto a un’indagine a causa di ciò che pensa e di ciò che dice.
Numerosi altri professori universitari sono stati epurati per aver espresso le proprie opinioni. Il 25 marzo Tag Yun (唐雲), professore associato alla Chongquing Normal University, è stato privato della sua licenza di insegnamento. Con lui sono stati puniti anche: Yang Shaozheng (楊紹政), docente alla Guizhou University, Shi Jepeng (史杰鵬), professore associato alla Beijing Normal University, You Shengdong (尤盛東), docente alla Xiamen University, Xu Chuanqing (許傳青), docente alla Beijing University of Civil Engineering and Architecture. La punizione di questi docenti non è una coincidenza, bensì parte della campagna governativa atta a limitare la libertà di parola.
Una fonte governativa ha fatto avere a Bitter Winter la registrazione audio di una riunione tenutasi in una città della provincia dell’Hebei, che rivela il controllo crescente esercitato dal PCC sugli istituti di istruzione superiore. Il Partito li considera infatti una delle fonti principali del pensiero critico verso il governo e un ostacolo al “mantenimento dell’ordine”.
Nel corso della riunione, che ha discusso dei programmi municipali di attività politica e giudiziaria per il 2019, i funzionari si sono impegnati a prevenire ogni genere di tendenza “avversa” e di «opporsi risolutamente ai “valori universali” della democrazia costituzionale occidentale, al nichilismo storico e ad altre derive ideologiche errate». È stata espressa anche la necessità di aumentare il controllo sull’educazione di “figure politiche chiave”, sottolineando l’importanza di «non permettere in alcun caso l’emergere di capi banda o di azioni che diano vita a fazioni [politiche], né la formazione di un’opposizione politica» e per quanto riguarda «le forze ostili» che non sia loro possibile ottenere la vittoria «nel caos attraverso la creazione di confusione ideologica».
È stato inoltre sottolineato come i diversi dipartimenti, per esempio quelli che si occupano di propaganda, informazioni su Internet ed educazione, debbano prestare grande attenzione al lavoro ideologico nei college e nelle università, attuando una stretta sorveglianza sull’opinione pubblica e opponendosi in modo risoluto a qualsiasi tipo di “commento erroneo”, oltre a fare in modo che gli istituti di istruzione superiore non divengano fonte di “elementi instabili”.
Nichilismo storico è l’espressione usata comunemente in Cina per intendere «lo scetticismo espresso pubblicamente nei confronti della versione della storia cinese data dal PCC», che il Partito considera «prospettive e tendenze errate». L’Ufficio per l’informazione via Internet ha recentemente censurato il noto opinionista liberal Liang Hongda con il pretesto di voler «avversare il nichilismo storico».
Nel corso della riunione nell’Hebei, college e università sono stati indicati come uno degli obiettivi principali per la prevenzione dei disordini. A questo scopo i partecipanti alla riunione sono stati chiamati a «far sì che le giovani generazioni divengano solidi costruttori e difensori del sistema socialista con caratteristiche cinesi» in modo da evitare che «le forze anti-cinesi occidentali guidate dagli Stati Uniti colgano l’occasione di suscitare un movimento politico interno».
Anche la Nota sull’avanzamento dei punti principali del lavoro per sradicare pornografia e pubblicazioni illegali dalla [nostra] città, un documento interno del PCC pubblicato di recente da Bitter Winter, dimostra chiaramente l’intenzione delle autorità di rafforzare il controllo su presentazioni, seminari di ricerca e attività di forum di conferenze nelle università.
L’intensificarsi delle misure di controllo è il risultato della convinzione da parte delle autorità che i gruppi etnici e religiosi, come anche college e università, siano le aree principali in cui possano infiltrarsi le così dette “forze ostili occidentali”. Influencer sul web, avvocati che si battono a favore dei diritti umani, ONG straniere e quei gruppi religiosi che il governo ha indicato come xie jiao sono a loro volta divenuti obiettivi prioritari nel programma di lavoro governativo del 2019 finalizzato al “mantenimento dell’ordine”.