L’antica tattica del “colpevole per associazione” mette i membri delle famiglie l’uno contro l’altro, rendendo tutti colpevoli per i reati commessi da uno solo
Nel tentativo di costringere i credenti a rinunciare alla fede, il PCC usa la tattica della “colpevolezza per associazione”, già adoperata nei tempi passati, che mette le persone in seria difficoltà, toccandole nel punto più delicato: le famiglie.
Gli “stermini di famiglia”, altrimenti detti “colpevolezza per associazione”, risalgono alla dinastia Shang (1766-1122 a.C.) e comportavano la decapitazione dei criminali assieme ai loro parenti. Poi l’espressione ha preso a significare un metodo di punizione in cui tutta la famiglia viene implicata nei crimini del singolo. L’intenzione (o la speranza?) sarebbe quella di ridurre i reati, rendendone responsabile appunto l’intera famiglia.
Oggi, in Cina, questo sistema della “colpevolezza per associazione” è in larga parte utilizzato dalle autorità del PCC per reprimere i fedeli delle religioni.
Wang Qicheng, della città di Weinan, nella provincia nord-occidentale dello Shaanxi, è un predicatore della Chiesa delle Tre Autonomie. Nel 2014 e poi ancora nel 2016 suo figlio ha cercato di arruolarsi come soldato, ma in entrambe le occasioni è stato rifiutato perché i suoi genitori sono credenti. La polizia locale è persino intervenuta indagando sulla sua famiglia.
Il 20 settembre 2017 la polizia locale si è recata per l’ennesima volta a casa di Wang Qicheng e e ha intimato alla moglie di apostatare, dicendo: «Il Partito Comunista e chi crede in Gesù sono nemici naturali. Non solo tu e tuo marito avete coinvolto vostro figlio nella vostra fede in Gesù, figlio che così che non ha potuto arruolarsi, ma anche vostro nipote non potrà farlo!»
La stessa cosa è accaduta nella contea di Sishiu, nella giurisdizione della città di Jining, nella provincia orientale dello Shandong, quando Zhang Xiuzhi, 74 anni, fedele della Chiesa di Dio Onnipotente (CDO) è stata arrestata con altri sette cristiani nel dicembre 2012 poiché diffondevano il Vangelo.
Nell’aprile 2018 suo nipote è stato chiamato alle armi, ma la sua idoneità a prestare il servizio militare è stata revocata per via della fede di Zhang Xiuzhi. Quando il ragazzo si è recato alla stazione di polizia per chiedere informazioni gli è stato risposto che la fede di sua nonna lo aveva screditato, e che comunque la sua fede avrebbe pure messo a rischio l’idoneità del figlio alla candidatura alla carica di segretario del villaggio.
«Tre generazioni di fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente sono coinvolte in questa questione», ha affermato la polizia. «Per loro non è possibile alcuna promozione né avanzamento di rango, non possono aderire al Partito, non possono arruolarsi nell’esercito e non possono prendere parte all’esame per il servizio civile».
Intanto, servendo l’altro scopo per cui viene impiegato, il sistema della “colpevolezza per associazione” fa sì che in famiglia ci si rivolti uno contro l’altro. Al principio il figlio e la figlia di Zhang Xiuzhi ne approvavano la fede, ma adesso che le loro vite ne sono state sconvolte, la osteggiano con decisione.
E ciò naturalmente accade in continuazione.
Il 16 novembre, Xu Aiguo, un abitante della città di Tai’an, nella provincia dello Shandong, ha affermato che suo figlio è nell’età idonea per essere arruolato. È anche uno studente universitario con eccellenti risultati accademici, ma per due anni è stato respinto a causa della fede in Gesù del fratello minore. In pratica, non importa quanto sia qualificato, il ragazzo non potrà comunque arruolarsi.
«Prima nella nostra famiglia andavamo d’accordo, ma a causa di questa situazione mio figlio ha litigato con mio fratello e ha interrotto ogni rapporto». ha detto Xu Aiguo. «Mio fratello ne soffre molto».
Zhen Zhizhuo, una fedele del Falun Gong della provincia dello Shanxi, è stata arrestata tre volte dalla polizia comunista e per due volte è stata condannata a più di diciotto anni di prigione, durante i quali è stata torturata e sottoposta ai più crudeli trattamenti. Anche dopo essere stata rilasciata rimane comunque sotto sorveglianza. Ma la sua fede ha coinvolto anche il fratello minore, comandante di battaglione nel distretto militare di Pechino, che è stato immediatamente congedato dal servizio militare. Ora è costretto a svolgere lavoretti saltuari, giusto per sopravvivere.
Dal momento che Xia Xiaoqiang, giornalista e commentatore di attualità, è un fedele del Falun Gong e ha pubblicato alcuni articoli su The Epoch Times, suo fratello maggiore, i suoi genitori e suo cognato hanno tutti subito vessazioni da parte dei polizotti dell’Ufficio della sicurezza di stato della città di Zhengzhou, nella provincia cinese centrale dell’Henan. La polizia ha affermato che se Xia Xiaoqiang continuerà a scrivere, la ditta di suo fratello maggiore verrà chiusa, alla sua famiglia sarà per sempre impedito di viaggiare all’estero e ai figli di suo fratello minore sarà negata ogni possibilità di continuare gli studi.
(Tutti i nomi sono pseudonimi, a eccezione di quello di Xia Xiaoqiang)
Servizio di Zhou Xiaolu