Il regime adotta nuove misure repressive per controllare i fedeli delle chiese controllate dallo Stato e impedire loro di frequentare luoghi di culto clandestini
di Han Sheng
In agosto l’Ufficio per gli affari etnici e religiosi della contea di Gushi, nella provincia centrale dell’Henan, ha diffuso un avviso in cui si incoraggia la popolazione a raccogliere foto, video, registrazioni audio e altro materiale relativo ai «luoghi di culto illegali» e a segnalarli. Per ogni soffiata viene riconosciuto un premio di 500 renminbi (circa 70 dollari statunitensi).
La notifica precisa che tutti i luoghi di culto che non dispongano dei certificati di registrazione e che non siano approvati dalle autorità per gli affari religiosi sono considerati «sedi di attività religiosa illegale». Il documento afferma inoltre che, durante i quasi cinque mesi in cui i luoghi di culto sono stati chiusi a causa dell’epidemia di coronavirus, alcuni credenti sono stati «ingannati e attirati da organizzazioni religiose in sedi private» per prendere parte ad «attività religiose illegali», «provocando un significativo impatto negativo per la sicurezza e per l’ordine in campo religioso». Per questo motivo tutte queste attività illecite devono essere scoperte e soppresse.
Quasi subito dopo l’avvio della campagna, la proprietaria dei locali ove si incontravano i fedeli di una Chiesa domestica si è rifiutata di affittare ancora la sua proprietà alla comunità. Una fedele ha spiegato: «Spinta dalla propaganda del regime, la proprietaria ci ha cacciato via rifiutandosi di affittarci la sua proprietà. Ci ha detto che non voleva avere problemi nel caso in cui la nostra sede fosse stata scoperta. Il PCC non si fermerà fino a quando non eliminerà tutte le credenze religiose».
La comunità apparteneva al Movimento patriottico delle Tre Autonomie ed era regolarmente registrata, ma l’anno scorso è stata chiusa nell’ambito della campagna volta a ridurre il numero di luoghi di culto. Ancora una volta i fedeli sono stati privati di un luogo dove riunirsi.
In luglio anche in altre località dell’Henan come Mengzhou, Jiyuan, Shangqiu e altre città sono stati esposti striscioni e slogan per promuovere le «segnalazioni proattive di attività religiose illegali». Inoltre, sono state organizzate attività propagandistiche per informare la cittadinanza che qualsiasi incontro a cui partecipano da tre a cinque fedeli deve essere segnalato immediatamente.
Un dipendente dell’amministrazione locale ha spiegato: «Temendo che esse possano rovesciare il regime, il governo esercita uno stretto controllo volto a frenare lo sviluppo delle chiese appartenenti al Movimento patriottico delle Tre Autonomie e a eliminare le Chiese domestiche».
In tutto il Paese le chiese delle Tre Autonomie sono incoraggiate a segnalare i luoghi dove si svolgono incontri privati. Secondo quanto riferitoci da un predicatore del Movimento patriottico delle Tre Autonomie della città di Dezhou, nella provincia orientale dello Shandong, l’amministrazione locale ha diffuso un avviso in cui si ordina ai fedeli della Chiesa delle Tre Autonomie di tenere d’occhio e segnalare gli incontri di fedeli appartenenti a chiese non registrate e a gruppi etichettati come xie jiao.
Nella provincia centrale dell’Hubei, già gravemente colpita dall’epidemia di coronavirus e dalle recenti inondazioni, è stato ordinato ai fedeli della Chiesa delle Tre Autonomie di segnalare i luoghi di culto clandestini. In giugno 20 religiosi appartenenti al Movimento patriottico delle Tre Autonomie sono stati convocati a un incontro dedicato alle modalità di segnalazione dei luoghi di culto non registrati. Inoltre è stato detto loro che devono essere segnalati anche gli incontri di tre o cinque fedeli.
Uno dei partecipanti indignato ha detto: «L’amministrazione, senza tenere conto che la nostra chiesa è chiusa da mesi, ci ha persino chiesto di fare una donazione. I funzionari ci hanno detto che dal momento che non abbiamo soldi da dare al governo, dobbiamo incoraggiare i fedeli a spiare i luoghi di culto non registrati e gli xie jiao per avere delle ricompense. Hanno aggiunto che con diverse segnalazioni avremmo ricavato abbastanza denaro. Certamente sappiamo chi frequenta le Chiese domestiche, ma non faremo mai cose contrarie alla nostra coscienza. Tutti hanno il diritto di praticare la propria fede».