I fedeli cinesi tentano di nascondere statue e immagini religiose per salvarle dalla distruzione
Nel 2017, per tenere la religione lontana dalla vista, l’Amministrazione statale per gli affari religiosi ha approvato un documento che vieta a chiunque, organizzazione o individuo, di costruire grandi statue religiose all’aperto. Anche la costruzione di statue all’interno degli edifici religiosi è strettamente controllata.
Il risultato del decreto no-statue, presentato dalle autorità come strumento di contrasto alla commercializzazione del buddhismo e del taoismo, è un flusso costante di notizie che riferiscono della demolizione forzata di grandi statue religiose in tutta la Cina. Nemmeno le statue di Lao-Tzu, personalità culturale di fama mondiale venerata come fondatore del taoismo, sono state risparmiate.
Per preservare le statue religiose dalla demolizione, i fedeli escogitano modi ingegnosi per nasconderle alle autorità.
Gli abitanti di un villaggio nella contea di Lintao, nella giurisdizione di Dingxi, una città con status di prefettura nella provincia centrosettentrionale del Gansu, hanno ritenuto che il modo migliore per proteggere dalla demolizione una statua di Guanyin, la divinità buddhista della misericordia che si trova nel tempio di Nanhai, consisteva nel coprirla.
Gli abitanti del villaggio dicono di aver ricevuto un avviso dal governo che ordinava loro di rimuovere la statua appena un anno dopo la sua costruzione. Un funzionario del Dipartimento del lavoro del Fronte Unito ha detto ai responsabili del tempio: «Dovete cooperare con il Partito Comunista nel migliore dei modi, altrimenti [la statua] verrà definitivamente demolita. Non importa come, ma in ogni caso questa statua di Guanyin non potrà mai più essere vista».
In ottobre, messi sotto pressione dai funzionari pubblici, gli abitanti del villaggio non hanno avuto altra scelta che ricoprire l’intera statua di Guanyin con un’enorme telo nero. Da allora la statua è isolata dal mondo e dall’esterno il suo aspetto è indiscernibile.
Centinaia di statue all’aperto degli Arhat (i discepoli di Buddha che hanno acquisito la conoscenza della vera natura dell’esistenza raggiungendo il nirvana), che si trovano nella provincia sud-orientale del Fujian, sono state occultate in modo diverso. Il tempio di Nanshan, nella contea di Zhao’an, che fa parte della città con status di prefettura di Zhangzhou, aveva più di 600 statue degli Arhat. Secondo una fonte, in precedenza il governo centrale aveva ordinato che non più di dieci statue buddhiste potessero essere collocate all’aperto.
A dicembre il tempio non ha avuto altra scelta che trasferire le statue all’interno: alcune sono state poste sotto un tetto, mentre altre in pietra sono state messe sotto una tettoia in ferro. Alcune sono state coperte con cappelli conici di bambù che danno loro un aspetto comico.
Non è però sfuggita alla demolizione una statua di Guanyin, alta 22 metri, situata nella contea di Nanbu amministrata dalla città con status di prefettura di Nanchong, nella provincia sud-occidentale del Sichuan. La demolizione ha avuto luogo alla fine di settembre ed è costata 1,2 milioni di renminbi (circa 175mila dollari statunitensi). Si dice anche che per la sua costruzione siano stati spesi 8 milioni di renminbi (oltre 1.170.000 dollari).
Un abitante del villaggio ha dichiarato: «Siamo molto arrabbiati, ma non c’è nulla che possiamo fare con il Partito Comunista Cinese».
Tuttavia la distruzione non è avvenuta in silenzio e oltre 100 abitanti del villaggio hanno protestato contro la demolizione, ma gli agenti della polizia li hanno minacciati dicendo: «Questa è la politica del governo centrale. Chiunque la ostacola sarà arrestato».
Quindici poliziotti sorvegliavano il luogo e hanno vietato agli abitanti del villaggio di guardare o di scattare foto. Un funzionario del governo ha cercato di giustificare il suo comportamento dicendo che, se non avesse distrutto la statua, sarebbe stato punito per non aver compiuto il proprio dovere, e che era inoltre obbligato a fare quotidianamente rapporto sull’andamento dell’operazione ai suoi superiori.
Un monaco ha commentato: «La libertà religiosa è un diritto umano fondamentale, ma in questa terra governata dal Partito Comunista, non esiste alcuna religiosa. Tutto ciò che si vede è la dittatura che opprime il popolo».
Servizio di Yao Zhangjin