Appena revocato il lockdown, i funzionari della contea di Duchang hanno ripreso la campagna di repressione dei luoghi di culto
di Wang Yong
In aprile, come riportato da Bitter Winter, nella provincia sudorientale dello Jiangxi numerose chiese protestanti statali sono state represse dalle autorità. Stando alle informazioni appena ricevute, nei due mesi successivi all’allentamento delle misure di quarantena, l’amministrazione della contea di Duchang, amministrata dalla prefettura di Jiujiang, ha fatto rimuovere le croci di almeno 26 chiese delle Tre Autonomie e vi ha fatto installare delle telecamere di sorveglianza.
L’8 aprile funzionari di tutti i livelli di governo hanno ispezionato la Gospel Church nella municipalità Dashu nella contea di Duchang. Cinque giorni dopo un funzionario della contea ha chiesto al responsabile di rimuovere la croce minacciando di «far demolire l’edificio se avesse disobbedito». L’amministrazione ha anche ordinato che fossero installate telecamere di sorveglianza per le quali il responsabile ha speso mille renminbi (circa 140 dollari statunitensi).
Il responsabile ha dichiarato: «L’amministrazione ha detto che ciò era necessario per prevenire “le infiltrazioni degli xie jiao”». I fedeli della comunità ritengono invece che tali misure servano solamente a sorvegliare ogni loro mossa.
Con il medesimo pretesto, il 9 maggio l’amministrazione della municipalità di Wangdun ha fatto rimuovere la croce da una chiesa delle Tre Autonomie sulla Xinqiao Old Street. La comunità è stata avvisata che se ci fossero state obiezioni la chiesa sarebbe stata demolita. Il luogo di culto era stato costruito con i fondi raccolti dai fedeli anziani.
Il lockdown è terminato e i locali pubblici nella provincia riaprono i battenti, solo i luoghi di culto hanno l’ordine di rimanere chiusi.
Un fedele della chiesa di Tianfu nel distretto di Beishan ha detto a Bitter Winter: «Il regime teme che tutte queste persone che si rivolgono al cristianesimo costituiscano una minaccia per il suo potere. Ecco perché sono state adottate così tante misure per controllarci, inclusi i divieti di riapertura. Lo Stato ci perseguita senza sosta e dice che dobbiamo seguire solo il Partito Comunista nonostante le disposizioni sulla libertà di religione presenti nella Costituzione».
Un predicatore ha affermato che le croci della maggior parte delle chiese nella contea sono già state tolte e ha aggiunto: «L’amministrazione offre premi in denaro per incoraggiare i funzionari dei villaggi a demolire le croci il prima possibile».
Il 14 maggio circa otto funzionari del villaggio hanno fatto irruzione nella chiesa Nanlong nel borgo di Dasha. Con la scusa che «la chiesa era troppo vicina all’ufficio del comitato del villaggio» hanno rimosso la croce e tutti i simboli religiosi dopodiché il luogo di culto è stato chiuso.
Un fedele piuttosto adirato ha spiegato che l’anno scorso la comunità di un’altra chiesa era stata fusa con quella di Nanlong. Così il responsabile della chiesa aveva dovuto spendere 50mila renminbi (circa 7mila dollari) per rinnovare la sede in modo da poter accogliere una comunità allargata. Il fedele disperato ha commentato: «I fedeli hanno dovuto finanziare il rinnovamento con i loro soldi guadagnati faticosamente, ma ora la chiesa è stata chiusa e la sua croce demolita».
L’8 maggio i funzionari hanno rimosso la croce da una sede del Movimento delle Tre Autonomie nel villaggio Fengtian nella municipalità di Dashu in quanto «la croce avrebbe potuto cadere provocando danni alle persone». Il 30 aprile la croce è stata rimossa da una sala per riunioni nel villaggio di Fenghuo perché l’Ufficio per gli affari religiosi e i funzionari del distretto hanno dichiarato che essa «era più alta della bandiera nazionale»
Il gruppo provinciale preposto al monitoraggio religioso aveva precedentemente organizzato numerose ispezioni segrete nelle chiese delle Tre Autonomie e successivamente aveva presentato delle proposte per la loro rettifica. Secondo un abitante del villaggio è in corso un nuovo ciclo di ispezioni nelle contee di Duchang e Poyang. L’uomo ha infine aggiunto: «Il Partito Comunista ha sempre l’ultima parola, proprio come avveniva durante la Rivoluzione Culturale».