Dieci ONG scrivono al nuovo presidente del Kazakistan chiedendo libertà e protezione per una donna fuggita dalla Cina e per l’attivista che la difende
Sua Eccellenza
On. Kassym-Jomart Tokayev
Presidente della Repubblica del Kazakistan
2 aprile 2019
Eccellenza,
rappresentiamo ONG specializzate nella causa della libertà religiosa in tutto il mondo. Alcuni di noi hanno anche partecipato a iniziative sul dialogo interreligioso in Kazakistan. Siamo consapevoli degli sforzi che il Kazakistan sta compiendo per promuovere la coesistenza pacifica dei diversi gruppi religiosi presenti nel Paese e il dialogo interreligioso globale.
In Cina la minoranza kazaka musulmana viene perseguitata e discriminata. Almeno 10mila kazaki sono detenuti nei temuti campi per la trasformazione attraverso l’educazione che non sono “scuole” bensì prigioni.
Nel 2018 una donna kazaka, Sayragul Sauytbay, è fuggita da uno di questi campi ed è riuscita a raggiungere il Kazakistan. Entrata nel Paese con un passaporto falso, è stata arrestata e minacciata di espulsione in Cina. Plaudiamo alla decisione della magistratura kazaka che ne ha bloccato l’espulsione. Tuttavia non le è stato ancora concesso l’asilo e senza l’asilo la sua situazione rimane molto precaria.
Abbiamo seguito con interesse gli sforzi compiuti in favore di Sayragul Sauytbay e di altri detenuti kazaki in Cina dal gruppo per i diritti umani Atajurt e dal suo presidente, Serikzhan Bilash. Il fatto che Bilash sia stato arrestato il 10 marzo e che si trovi tuttora agli arresti domiciliari è però motivo di preoccupazione.
E siamo ancora più preoccupati nell’apprendere che sia Sayragul Sauytbay sia Serikzhan Bilash, e persino il loro difensore, Aiman Umarova, un rispettato avvocato a livello internazionale, sono costantemente sotto pressione affinché non parlino pubblicamente dell’orribile situazione dei kazaki detenuti in Cina nei campi per la trasformazione attraverso l’educazione.
Comprendiamo pienamente che la Cina sia un importante partner commerciale del Kazakistan, come del resto lo è per molti altri Paesi, e che mantenere buoni rapporti con il governo cinese sia per voi importante. Crediamo però anche che i kazaki musulmani che fuggono dalla Cina, dove i loro diritti umani e la libertà religiosa sono negati, debbano ricevere asilo in Kazakistan come previsto dalle convenzioni internazionali, e crediamo altresì che debba essere protetta la libertà di espressione sia dei due rifugiati in oggetto sia di tutti gli attivisti per i diritti umani kazaki così che possano essere liberi di denunciare quanto accade nei campi per la trasformazione attraverso l’educazione.
Esortiamo dunque rispettosamente il Kazakistan a concedere asilo a Sayragul Sauytbay, a liberare Serikzhan Bilash e a garantire la libertà di espressione, compresa la libertà di criticare le violazioni sistematiche dei diritti umani e della libertà religiosa perpetrate in Cina, a Sauytbay, a Bilash, al loro avvocato Umarova e a qualsiasi altro rifugiato o attivista che voglia dire la verità su quanto accade oggi in Cina.
Siamo certi che il Kazakistan onorerà i trattati internazionali che ha sottoscritto e che confermerà, anche per quanto riguarda i casi di Sauytbay e di Bilash, il proprio impegno a favore del dialogo pacifico tra le religioni al fine di proteggere la libertà religiosa e i diritti umani.
CAP-LC (Coordination des associations et des particuliers pour la liberté de conscience)
CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni)
EMISCO (European Muslim Initiative for Social Cohesion)
EIFRF (European Inter-religious Forum for Religious Freedom)
FOB (European Federation for Freedom of Belief)
FOREF (Forum for Religious Freedom Europe)
HRWF (Human Rights Without Frontiers)
LIREC (Centro studi sulla libertà di religione, credo e coscienza)
ORLIR (Osservatorio internazionale sulla libertà religiosa dei rifugiati)
SOTERIA International (Spiritual Human Rights)