La Cina tenta di far sparire da internet Hao Haidong, il più grande capocannoniere nella storia del calcio cinese, colpevole di aver sconfessato il PCC
di Massimo Introvigne
Chi apprezza il calcio asiatico conosce certamente il nome Hao Haidong. Prima di ritirarsi nel 2006, ha segnato 41 reti per la squadra nazionale, il record nella storia del calcio cinese. Nel 2002, grazie alle sue marcature, la Cina ha partecipato alla sua unica Coppa del Mondo. Hao Haidong ha concluso la sua carriera in Inghilterra indossando i colori dello Sheffield United e si è stabilito in Spagna, dove anche suo figlio è un calciatore professionista.
Quattordici anni dopo il suo ritiro, il suo account Weibo in Cina ha oltre sette milioni di follower. O meglio aveva fino al 4 giugno 2020, il giorno in cui ricorre l’anniversario del massacro di piazza Tiananmen del 1989. Infatti il 4 giugno, Weibo ha cancellato l’account di Hao. In 24 ore i resoconti sulla brillante carriera di Hao sono scomparsi uno dopo l’altro dai siti web cinesi. Ai media sportivi cinesi è stato detto che in futuro non avrebbero più dovuto menzionare Hao e questi hanno subito iniziato a criticarlo citando solo la prima lettera del suo cognome, la H.
Il crimine di Hao consiste nell’aver approfittato dell’anniversario dei fatti di piazza Tiananmen per dire al mondo che non crede più nel PCC. Hao è apparso in un video con la moglie Ye Zhaoying – ex campionessa e medaglia olimpica di badminton – e ha dichiarato che dopo aver inizialmente creduto nel Partito, «è giunto alla conclusione» che il PCC è «un’organizzazione terroristica» che dovrebbe essere «espulsa dal genere umano». Ha dichiarato che il massacro di piazza Tiananmen, la repressione in Tibet e a Hong Kong e le minacce contro Taiwan lo hanno portato a questa conclusione. Ha anche menzionato la diffusa corruzione nel calcio cinese e denunciato la repressione della libertà religiosa e della libertà in genere.
Alcune delle dichiarazioni di Hao sono certamente controverse. Ha sostenuto sia l’opinione che il virus responsabile di COVID-19 sia stato creato artificialmente in un laboratorio cinese, sia il progetto di uno «Stato federale della Nuova Cina» che dovrebbe sostituire il regime comunista promosso dal magnate cinese in esilio Guo Wengui e dall’attivista politico statunitense Steve Bannon, il cui sito web ha lanciato il video di Hao. Queste dichiarazioni politiche e queste amicizie probabilmente limiteranno il sostegno di Hao tra la diaspora cinese, resta il fatto che un ex testimonial del regime ora si schiera contro il PCC. La reazione cinese, che cancella dal web e dalla storia uno dei suoi più celebrati campioni, è tipica del regime orwelliano instaurato dal PCC.