• Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • HOME
  • EDITORIALI
  • DOCUMENTI
    • EVENTI
  • INTERVISTE
  • NOTIZIE
  • TESTIMONIANZE
  • TEMI
  • FOTO
  • VIDEO
  • APPROFONDIMENTI
  • CHI SIAMO
    • REDAZIONE
  • GLOSSARIO

Bitter Winter

LIBERTÀ RELIGIOSA \n E DIRITTI UMANI \n IN CINA

three friends of winter
Home / Editoriali

Sì, usiamo la parola tabù: persecuzione e genocidio

16/10/2018Massimo Introvigne |

Una scuola trasformata in un campo di rieducazione per gli Uiguri
Una scuola trasformata in un campo di rieducazione per gli Uiguri

Gli specialisti internazionali cominciano a domandarsi se quanto la Cina faccia a Uiguri, Falun Gong e altri gruppi possa essere qualificato come genocidio

Massimo Introvigne

La comunità internazionale è sempre piuttosto riluttante a usare la parola “genocidio”. Si tratta di un concetto giuridico definito dal diritto internazionale che ha conseguenze e implicazioni chiare. Gli Stati e i governi colpevoli di genocidio dovrebbero in linea di principio diventare dei “paria” a livello internazionale e i singoli uomini politici ritenuti responsabili di genocidio dovrebbero essere processati da tribunali internazionali. Per questo motivo è molto significativo che studiosi di reputazione internazionale si stiano ora seriamente domandando se la persecuzione delle minoranze religiose in Cina costituisca un genocidio.

Due accademici dell’Università canadese di Manitoba, Maria Cheung e David Matas, insieme al giurista Richard An e al medico Torsten Trey, appartenente all’organizzazione Doctors Against Organ Harvesting, hanno pubblicato quest’anno sul periodico Genocide Studies and Prevention un articolo che definisce “genocidio freddo” quello che il Partito Comunista Cinese (PCC) sta perpetrando contro il Falun Gong. Alcuni degli autori sono legati al Falun Gong stesso, ma questo non deve impedire ai lettori di prendere il saggio seriamente. La testata che lo ha pubblicato è il periodico peer-reviewed dell’International Association of Genocide Scholars, una realtà di spicco nel campo degli studi accademici sul genocidio. Per di più, si tratta di un saggio molto ben documentato, che avrebbe probabilmente superato il riesame paritario anche in molte altre riviste accademiche.

Il testo si basa su solide basi teoretiche e su concetti introdotti da studiosi dei genocidi quali Kjell Anderson e Sheri Rosenberg.
Da molto tempo gli studiosi hanno separato il concetto di genocidio dall’appartenenza etnica. Una minoranza religiosa può essere vittima di un genocidio anche se non costituisce un gruppo etnico. Gli studi hanno anche concluso che il tipico modello di uccisione di massa di una popolazione in un breve periodo di tempo non è affatto l’unica forma di genocidio. Il “genocidio freddo” è definito come lo sradicamento metodico di un gruppo umano attraverso uccisioni, incarcerazioni e torture nel corso di un periodo di diversi anni. Questo “genocidio al rallentatore” offre ai suoi perpetratori il vantaggio di essere meno evidente. Nell’era della comunicazione di massa, i bagni di sangue non possono essere ignorati. Viceversa, un meticoloso piano di sterminio condotto attraverso attacchi molteplici che diventano routine quotidiana risulta meno evidente. Infatti, anche i direttori meglio intenzionati direbbero ai propri giornalisti che la ripetizione settimanale o mensile di notizie così annoia i lettori.

Gli autori sostengono che il tentativo di sterminare il Falun Gong è un caso di genocidio freddo e sono naturalmente consapevoli dell’obiezione principale che viene mossa a questa tesi. Alcuni studiosi dei genocidi sostengono infatti che il genocidio è uno sterminio fisico, senza alternative per le vittime. Secondo costoro, se le vittime della violenza di massa possono sfuggire alle persecuzioni semplicemente rinunciando alle proprie convinzioni, non si tratta di genocidio. A differenza delle vittime di genocidi indiscussi, come quello degli ebrei durante l’Olocausto, i seguaci del Falun Gong possono sfuggire alla persecuzione rinunciando alla propria fede. La loro situazione è più simile a quella dei Testimoni di Geova nei campi nazisti: potrebbero essere liberati se rinunciassero alla loro religione (sebbene quasi nessuno di loro abbia approfittato dell’opportunità). Alcuni studiosi sostengono che il tentativo nazista di distruggere i Testimoni di Geova non fu un genocidio poiché nel loro caso i nazisti volevano eliminare una fede e non una popolazione.

Gli autori del saggio in esame sostengono però che questa interpretazione sia «incoerente con i travaux preparatoires [lavori preparatori] della Convenzione [sul Genocidio]. L’inclusione di gruppi religiosi come gruppi protetti indica l’intenzione di proteggere le credenze religiose. Una religione può sempre essere ripudiata. Escludere l’intenzione genocida perché alle vittime veniva data la possibilità di ripudiare il proprio credo nega la protezione che la Convenzione sul genocidio intendeva dare ai gruppi religiosi».

La domanda riemerge in un articolo scritto dalla studiosa britannica Kate Cronin-Furman, docente di Diritti Umani nel Dipartimento di Scienze politiche dello University College di Londra e pubblicato su Foreign Policy il 19 settembre 2018.

Esaminati gli orrori perpetrati dal PCC contro gli Uiguri, la studiosa britannica conclude che essi configurino un «genocidio culturale». Anche in questo caso, il PCC non sta sterminando fisicamente gli Uiguri. La detenzione di un milione di loro nei temuti campi di rieducazione” e le restrizioni sistematiche alla loro libertà religiosa hanno lo scopo di distruggerne l’identità culturale di popolazione musulmana sunnita. Gli Uiguri che sono stati “rieducati” con successo e che quindi hanno rinunciato alla prorpia fede musulmana possono lasciare i campi e tornare a casa. Questo almeno in teoria, perché saranno comunque tenuti sotto sorveglianza e nuovamente arrestati se non si comporteranno bene.

La Cronin-Furman è consapevole del fatto che, per la maggior parte degli studiosi, in questo caso non si tratta di genocidio ai sensi della Convenzione sul genocidio. Infatti, secondo gli studiosi, «sebbene sia stata a lungo discussa durante la stesura della Convenzione sul genocidio del 1948, la distinzione tra genocidio fisico e genocidio culturale non è stata riportata nel documento finale».

Questa, osserva la Cronin studiosa, è però solo una parte della storia. «In pratica», scrive, «questa lacuna non ha rappresentato un problema. Il tipo di atti che si qualificano come genocidio culturale si verificano generalmente a fianco o come precursori della violenza di massa. Le azioni, ancorché non violente, intraprese nel perseguire la distruzione di un’identità culturale spesso costituiscono la prova dell’intenzione di perpetrare un eccidio di massa e quindi si qualificano come genocidio. Per esempio, la devastante violenza scatenata dalle forze armate birmane contro i Rohingya è stata accompagnata da evidenti sforzi per eliminare le istituzioni e i leader della cultura Rohingya».

La Cronin-Furman ha due conclusioni da offrire. La prima è che per l’immagine internazionale di un Paese il genocidio culturale è preferibile rispetto al genocidio fisico, ma è peggiore in termini di rapporto costi-benefici. Un genocidio culturale come quello intrapreso dal PCC contro gli Uiguri richiede un’enorme mobilitazione di risorse ed enormi costi finanziari. Inoltre, i risultati sono incerti. Le persone con una forte identità religiosa sono spesso testarde. La maggior parte degli Uiguri resiste alla “rieducazione” e anche il tentativo di giustificare il genocidio culturale come “guerra al terrorismo” è stato un fallimento.

La Cina dispone di “amici” incondizionati tra i politici e i giornalisti occidentali, eppure la maggior parte dei media internazionali indipendenti non sta più dando credito alle fake news che descrivono la repressione degli Uiguri musulmani come lotta al terrorismo. La Cronin-Furman conclude che un giorno il PCC potrebbe rendersi conto che non c’è altro modo di sterminare l’islam uiguro se non sterminando gli Uiguri stessi e così confermerebbe i risultati di quegli studi sul genocidio secondo i quali il genocidio culturale è solamente il precursore del genocidio fisico. I precedenti, tra cui l’evoluzione della Germania nazista e le campagne anti-Rohingya in Birmania, «costituiscono campanelli d’allarme sul modo in cui le cose potrebbero andare nello Xinjiang. Le azioni della Cina rivelano il chiaro intento di sradicare la minaccia percepita che l’identità uigura rappresenterebbe per la sicurezza dello Stato. Per perseguire questo obiettivo oggi la Cina sta impiegando la strategia più costosa. Se la cosa dovesse rivelarsi troppo ardua, piuttosto che rinunciarvi, probabilmente verrà adottato un approccio più facile, con conseguenze fatali».

La seconda considerazione è che l’attuale definizione giuridica di genocidio risale al 1948 e che, trascorsi settant’anni, la definizione dovrebbe forse essere riesaminata. Le tecnologie moderne offrono infatti ai regimi totalitari opportunità e tecniche senza precedenti per perpetrare i genocidi culturali, tecnologie che forse dovrebbero essere esplicitamente incluse in una definizione aggiornata.

Sia il genocidio freddo sia il genocidio culturale costituiscono nuove sfide per gli studiosi dei genocidi e per la comunità internazionale che si occupa di diritti umani. Quest’ultima potrebbe fare pressioni affinché queste forme di genocidio siano riconosciute ufficialmente nei documenti giuridici internazionali. In questo caso, diverrebbe chiaro che il PCC sia colpevole del genocidio culturale degli Uiguri musulmani e del genocidio freddo del Falun Gong come di quello della Chiesa di Dio Onnipotente. Per quest’ultimo caso, le statistiche della persecuzione evidenziano un ordine di grandezza paragonabile a quella che colpisce il Falun Gong.

Come alcuni hanno affermato, dal punto di vista della macchina repressiva del PCC la Chiesa di Dio Onnipotente è il nuovo Falun Gong: il che non impedisce al genocidio freddo del Falun Gong di continuare. Va anche considerato il caso del Tibet, sebbene la distruzione della cultura buddista tibetana abbia seguito un percorso diverso. Aspetti giuridici a parte, il genocidio culturale e il genocidio freddo sono palesemente crimini contro i diritti umani. La comunità internazionale dovrebbe muoversi con decisione contro i cinesi responsabili di tali atti.

Contrassegnato con: Cristianesimo, Falun Gong, Genocidio, Musulmani Uiguri

Massimo Introvigne

Massimo Introvigne (Roma, 14 giugno 1955) è un sociologo italiano delle religioni. È il fondatore e il direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR), una rete internazionale di studiosi di nuovi movimenti religiosi. Autore di una settantina di libri e di più di 100 articoli nel campo della sociologia della religione, è stato l’autore principale dell’Enciclopedia delle religioni in Italia. Membro del comitato editoriale dell’Interdisciplinary Journal of Research on Religion e del comitato direttivo di Nova Religio, pubblicato alla University of California Press, dal 5 gennaio al 31 dicembre 2011 ha avuto nell’ambito dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) il ruolo di “Rappresentante per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione, con un’attenzione particolare alla discriminazione contro i cristiani e i membri di altre religioni”. Dal giugno 2012 al dicembre 2016 è stato coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa, istituito dal ministero degli Esteri italiano per monitorare lo stato della libertà religiosa a livello mondiale.

www.cesnur.org/

Articoli correlati

  • vivere nel campi di rieducazione

    Lo stupro ideologico dei giovani nello Xinjiang. Per lo studioso Adrian Zenz è genocidio culturale

  • I componenti del comitato, da sinistra a destra: la dottoressa Rachel Harris, il rabbino Benji Stanley, Rahima Mahmut e Mia Hasenson-Gross

    «Mai più»: gli ebrei con gli uiguri contro il nuovo genocidio

  • La musicista uigura Sanubar Tursun

    Il PCC sta commettendo un “genocidio culturale”

  • Nuon Chea

    Cambogia, genocidio e "Pechino Connection"

Vedi anche

  • Torsten-Trey
    Nascondere il genocidio dell’industria dei trapianti

    Nel 2015 la Cina annunciò la fine della decennale politica di espianto di organi da prigionieri giustiziati utile alla sua enorme industria dei trapianti. Ma le cifre indicano che i prigionieri per motivi di coscienza sono ancora vittime di questa pratica turpe

  • i fedeli della CDO
    Nello Xinjiang i fedeli della Chiesa di Dio Onnipotente vengono “trasformati”

    Insieme a milioni di musulmani, anche i fedeli della CDO sono inviati nei campi d'internamento. Chi vi sfugge, viene indottrinato per spingerlo ad abiurare

  • Zhang Ruixia
    Un libro denuncia l’espianto forzato di organi da prigionieri della Chiesa di Dio Onnipotente

    Un libro denuncia l’espianto forzato di organi da prigionieri della Chiesa di Dio Onnipotente

  • Una sopravvissuta svela le fake news sui campi dello Xinjiang
    Una sopravvissuta svela le fake news sui campi dello Xinjiang

    Criticata in tutto il mondo, la Cina falsifica le informazioni sui campi di rieducazione e diffonde menzogne per propaganda

  • Una rappresentazione buddhista di demoni che, all'Inferno, torturano chi ha compiuto azioni vergognose
    L'asse della vergogna: i nemici dei diritti umani sostengono i campi dello Xinjiang

    Alle Nazioni Unite 22 Paesi firmano la condanna dei campi per la trasformazione attraverso l'educazione del PCC, ma altri 37 lodano i «risultati notevoli» ottenuti dalla Cina nel campo dei diritti umani

  • Korla nello Xinjiang, dove i Testimoni di Geova sono stati arrestati e incriminati
    Nello Xinjiang i Testimoni di Geova diventano xie jiao

    L'incriminazione dei Testimoni di Geova prova che l'Articolo 300 del “Codice penale” si applica anche a chi si limita a diffondere le proprie convinzioni

Barra laterale primaria

Sostieni Bitter Winter

Per saperne di più

CANALI SOCIALI UFFICALI (IN INGLESE)

Effettua la ricerca delle notizie per regione cliccando sulla mappa

Mappa geografica della Cina

ARCHIVIO

  • Ottobre 2020
  • Settembre 2020
  • Agosto 2020
  • Luglio 2020
  • Giugno 2020
  • Maggio 2020
  • Aprile 2020
  • Marzo 2020
  • Febbraio 2020
  • Gennaio 2020
  • Dicembre 2019
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
  • Settembre 2019
  • Agosto 2019
  • Luglio 2019
  • Giugno 2019
  • Maggio 2019
  • Aprile 2019
  • Marzo 2019
  • Febbraio 2019
  • Gennaio 2019
  • Dicembre 2018
  • Novembre 2018
  • Ottobre 2018
  • Settembre 2018
  • Agosto 2018
  • Luglio 2018
  • Giugno 2018

Newsletter

Iscriviti alla newsletter

* indicates required
Scegli una lingua

Footer

Notizie in esclusiva
Notizie in esclusiva

Redazione

Direttore

MASSIMO INTROVIGE

Direttore responsabile

MARCO RESPINTI

Indirizzo

CESNUR

Via Confienza 19, 10121 Torino, Italy,
Phone: 39-011-541950

Codice Fiscale 97567500018

Partita IVA 07208700018

Articoli

CANALI SOCIALI UFFICALI (IN INGLESE)

Collegamenti

logo orlir hrwf logo cesnur logo

Copyright © 2022 - INFORMATIVA SULLA PRIVACY

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web per offrirti l'esperienza più pertinente ricordando le sue preferenze e ripetendo le visite. Cliccando su "Accetta", acconsenti all'uso di TUTTI i cookie.
.
Maggiori informazioni Impostazioni
RifiutaAccetta
Cookie

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
Cookie Durata Descrizione
ak_bmsc 2 hours This cookie is used by Akamai to optimize site security by distinguishing between humans and bots
bm_sz 4 hours This cookie is set by the provider Akamai Bot Manager. This cookie is used to manage the interaction with the online bots. It also helps in fraud preventions
cookielawinfo-checkbox-advertisement 1 year Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to record the user consent for the cookies in the "Advertisement" category .
cookielawinfo-checkbox-analytics 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional 11 months The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
cookielawinfo-checkbox-necessary 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
cookielawinfo-checkbox-others 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
cookielawinfo-checkbox-performance 11 months This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
CookieLawInfoConsent 1 year Records the default button state of the corresponding category & the status of CCPA. It works only in coordination with the primary cookie.
viewed_cookie_policy 11 months The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
_abck 1 year This cookie is used to detect and defend when a client attempt to replay a cookie.This cookie manages the interaction with online bots and takes the appropriate actions.
Functional
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytics
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Cookie Durata Descrizione
CONSENT 2 years YouTube sets this cookie via embedded youtube-videos and registers anonymous statistical data.
_ga 2 years The _ga cookie, installed by Google Analytics, calculates visitor, session and campaign data and also keeps track of site usage for the site's analytics report. The cookie stores information anonymously and assigns a randomly generated number to recognize unique visitors.
_gat_UA-118991308-8 1 minute A variation of the _gat cookie set by Google Analytics and Google Tag Manager to allow website owners to track visitor behaviour and measure site performance. The pattern element in the name contains the unique identity number of the account or website it relates to.
_gid 1 day Installed by Google Analytics, _gid cookie stores information on how visitors use a website, while also creating an analytics report of the website's performance. Some of the data that are collected include the number of visitors, their source, and the pages they visit anonymously.
Advertisement
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
Cookie Durata Descrizione
fr 3 months Facebook sets this cookie to show relevant advertisements to users by tracking user behaviour across the web, on sites that have Facebook pixel or Facebook social plugin.
NID 6 months NID cookie, set by Google, is used for advertising purposes; to limit the number of times the user sees an ad, to mute unwanted ads, and to measure the effectiveness of ads.
VISITOR_INFO1_LIVE 5 months 27 days A cookie set by YouTube to measure bandwidth that determines whether the user gets the new or old player interface.
YSC session YSC cookie is set by Youtube and is used to track the views of embedded videos on Youtube pages.
yt-remote-connected-devices never YouTube sets this cookie to store the video preferences of the user using embedded YouTube video.
yt-remote-device-id never YouTube sets this cookie to store the video preferences of the user using embedded YouTube video.
yt.innertube::nextId never This cookie, set by YouTube, registers a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.
yt.innertube::requests never This cookie, set by YouTube, registers a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.
_fbp 3 months This cookie is set by Facebook to display advertisements when either on Facebook or on a digital platform powered by Facebook advertising, after visiting the website.
Others
Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
ACCETTA E SALVA
Powered by CookieYes Logo