Continua la campagna contro le fedi. Le autorità smantellano sistematicamente i simboli religiosi dai luoghi di culto. Ecco un caso eclatante
Nel quadro della politica di “sinizzazione” varata dal regime, le autorità della Regione autonoma del Ningxia, abitata dalla minoranza hui, stanno smantellando i simboli della fede islamica da numerose moschee pef rimpiazzarli con immagini e simboli dello Stato cinese. La grande moschea Wujiawan, nel borgo di Baofeng, nella contea di Pingluo, dipendente dalla città-prefettura di Shizuishan, ne è un esempio.
La grande moschea Wujiawan, ultimata nel novembre 2017 con un costo di 4,3 milioni di renmimbi (approssimativamente 622.600 dollari statunitensi), occupa un’area complessiva di 5mila metri quadrati. Costruita in uno stile che ricorda quello arabo-cinese, si articola su tre piani. O così appariva fino ad aprile, quando vi è entrato il personale dell’amministrazione locale per demolirne la cupola superiore, il minareto, la mezzaluna e una grande targa con la scusa che la moschea non era stata edificata secondo le regole ufficiali stabilite dallo Stato. Dopo averne rimosso tutti i simboli religiosi, sulla moschea è stata quindi issata la bandiera nazionale. Adesso la Grande Moschea sembra piuttosto la Grande Sala del Popolo.
Un abitante del luogo di etnia hui, parlando con un reporter di Bitter Winter, ha detto che quella di Pingluo, nella regione del Ningxia, è una contea agricola dove la gente non dispone di molto denaro. Tuttavia i musulmani della contea hanno impiegato un anno per accordarsi e racimolare tutti insieme la somma necessaria a costruire la moschea. La mezzaluna, il minareto e la cupola verde alla sommità erano stati realizzati con metalli di qualità pregiata, rendendo così la moschea ben dura da demolire. Perciò l’amministrazione locale ha noleggiato due pesanti gru, del peso di 200 tonnellate, dalla Regione autonoma della Mongolia Interna. Poi è stata assunta una squadra di operai che lavorasse senza interruzione per due giorni pieni: il tempo cioè che è stato necessario per rimuovere le strutture dei simboli religiosi dal tetto, farli a pezzi e smantellarli.
Come spiega il mostro informatore, l’amministrazione non ha rilasciato alcun documento ufficiale riguardante la demolizione e l’ordine di eseguirla è corso solo verbalmente da un livello di potere al successivo.
Dall’entrata in vigore, in febbraio, della nuova Normativa sugli affari religiosi, la campagna di “de-arabizzazione” e la “de-saudizzazione” condotta dalle autorità ha raggiunto anche il Ningxia. Alla fine di giugno, l’amministrazione regionale ha preso ancora una volta di mira i musulmani, ordinando che gli edifici sede di attività religiose eretti secondo uno stile architettonico arabeggiante dovessero essere modificati e gradualmente uniformati. Le nuove costruzioni, e qualsiasi altro edificio che sarà ampliato o ristrutturato – e questo ovunque nella regione –, dovranno mostrare lo stile cinese. Da allora le moschee del Ningxia sono state gradualmente modificate e molti dei loro simboli tipicamente islamici sono stati smantellati. Del resto, a riprova dell’intensificazione del livello di controllo e di repressione dell’islam in tutto il Paese, Bitter Winter aveva già dato notizia del fatto che il PCC avesse emesso un documento riservato dal titolo Suggerimenti per il rafforzamento e il miglioramento del lavoro islamico in nuove circostanze.
Servizio di Ma Xiagu