L’Henan, patria di numerosi musulmani hui, vede sparire i simboli islamici nel tentativo i bandire l’influenza saudita e araba
di Xin Lu
Oggi nella provincia centrale dell’Henan è difficile vedere simboli e scritte islamici. Per effetto del divieto di esporli nei luoghi pubblici, tutti i segni tradizionali quali cupole, minareti, la mezzaluna e la stella e altri simboli caratteristici dell’islam stanno scomparendo.
Una moschea resa simile a un tempio
Dopo un’operazione di “rettifica” durata tre mesi, su pressione dell’amministrazione locale, una moschea che si trova nel villaggio di Shanxiqiao del borgo di Longhu, nella giurisdizione della città con status di contea di Xinzheng, è stata modificata fino ad assomigliare a un tempio tradizionale cinese.
I primi ordini finalizzati a modificare la moschea sono giunti già nell’aprile dell’anno scorso. L’amministrazione del borgo di Longhu ha indicato al segretario di Partito del villaggio, di etnia hui, di smantellare due colonne di marmo bianco all’ingresso della moschea. Quest’anno, ha dato l’ordine di rimuovere tutti i simboli islamici e di sostituirli con elementi tradizionali cinesi.
Le colonne verdi poste a entrambi i lati dell’ingresso alla moschea, le cupole a bulbo e i simboli della mezzaluna e della stella sono stati eliminati. Se non fosse per i tre caratteri cinesi che significano “moschea”, sarebbe impossibile capire che si tratta di un luogo di culto per i musulmani.
«Il Partito Comunista ha l’ultima parola in ogni circostanza. Chi si azzarda a non dargli ascolto?», ha detto a Bitter Winter un uomo di etnia hui, con uno sguardo triste verso la moschea. «Ora la sua politica è di tenere tutti sotto controllo. Farà come gli pare e piace. Dal momento che Xi Jinping esige la dittatura del partito unico, nessuna religione ha più avuto il permesso di sopravvivere come faceva in passato e noi non possiamo farci niente».
Il 24 maggio, nella città di Pingdingshan, una moschea antica più di un secolo è stata spogliata delle sue cupole: sono state fatte a pezzi, tutte e cinque.
Analogamente, nella città di Anyang, una moschea risalente a duecento anni fa è stata trasformata in un edificio dallo stile architettonico tradizionale cinese. I funzionari della zona, giunti per imporre i cambiamenti, hanno affermato che tutti gli stabili «di stile arabeggiante» debbono essere demoliti o modificati in modo tale «da apparire meno islamici».
Imam controllati dallo Stato e simboli cancellati dai cimiteri
Le modifiche da apportare allo stile delle moschee sono solo una parte del piano del governo per “sinizzare” l’islam. Oltre a questo, infatti, gli imam sono costretti a predicare in base alle severe imposizioni del governo.
«Se gli imam non hanno il coraggio di esporre la vera dottrina, non possiamo ascoltare le interpretazioni corrette del Corano», ha raccontato a Bitter Winter un musulmano hui. «Poiché i funzionari vengono a scattare fotografie durante la preghiera e controllano ogni settimana la loro predicazione, sono obbligati a parlare di Xi Jinping, delle politiche governative, della cultura cinese e di argomenti simili, proprio come impone il governo».
Oltre che nelle moschee, sono stati demoliti anche i simboli islamici presenti nei cimiteri degli hui. Il 17 settembre, sono stati eliminati le cupole e i simboli della mezzaluna e della stella su entrambi i lati dell’ingresso a quello della città di Weihui.
«Dalle moschee sono state tolte tutte le cupole e ora vengono eliminati anche i simboli che si trovano nei cimiteri», ha lamentato un abitante della città. «Ogni cosa viene “rettificata”. Non si può negoziare in proposito».