Bitter Winter nasce per riferire in modo obiettivo l’inverno della libertà religiosa in Cina. Gli editoriali e gli articoli, pubblicati ogni mese, e le notizie aggiornate, forniranno informazioni sulla Cina e contrasteranno le notizie false. Purtroppo, non crediamo che questo cambierà la situazione in Cina. Ma potrà contribuire a cambiare il modo in cui la situazione della religione in Cina viene percepita a livello internazionale, il che, tra l’altro, si rivela importante quando i cinesi che fuggono all’estero presentano richieste di asilo politico per motivi religiosi. Se le nostre notizie dalla Cina riusciranno almeno a migliorare la loro situazione, il nostro sforzo non sarà stato vano.
Massimo Introvigne
La mattina del 26 novembre 2017, He Linbo fu arrestato presso la stazione ferroviaria della città di Shihezi, nella regione autonoma uigura di Xinjiang, in Cina. Fu accusato di essere un leader di un’organizzazione religiosa vietata. Fu scortato al posto di polizia della stazione ferroviaria, dove fu perquisito e picchiato.
A mezzogiorno dello stesso giorno, fu rinchiuso nel centro di detenzione della città di Shihezi. Nella cella della prigione, il responsabile dei detenuti, cioè il detenuto nominato dal carcere per sorvegliare gli altri, gli ordinò di pulire con lo straccio il pavimento e il gabinetto. Lo obbligò poi a spogliarsi completamente e ad accovacciarsi sulla latrina e gli ordinò di mettere entrambe le mani sopra la testa. Quindi, gli versò una bacinella dopo l’altra di acqua fredda sulla testa. Fu il giorno più freddo dell’inverno. He Linbo tremava dal freddo e soffriva di un terribile mal di testa. Il responsabile dei detenuti gli chiese di gridare che in realtà l’acqua non era fredda e si fermò solo quando obbedì.
Il 27 novembre He Linbo venne scortato alla stazione di polizia di Guagming Road, nella città di Wujiaqu, per essere interrogato. Durante l’interrogatorio, un poliziotto lo ammanettò a una “panca della tigre”, impedendogli di dormire per diversi giorni. Era sorvegliato da quattro agenti. Il capitano della Brigata di sicurezza nazionale prese un filo elettrico, lo ritorse fino a formare un cavo del diametro di un dito, stabilì dei turni con altri tre, incluso il capitano della Squadra di polizia criminale e frustò il detenuto sulla schiena, sul petto e sulle gambe. Continuò poi a frustarlo con un filo di rame più sottile. Ammanettato alla “panca della tigre”, il detenuto era impossibilitato a scansarsi e a evitare il brutale pestaggio. In seguito, gli agenti lo frustarono sulle mani, gli tolsero le scarpe e frustarono il dorso e le piante dei piedi. Il dolore lo faceva urlare a squarciagola. Sia le mani che i piedi erano tumefatti.
Poiché non rispondeva alle domande, il capitano lo consegnò a quattro poliziotti più giovani che lo tolsero dalla “panca della tigre” e gli fecero ingoiare olio di senape. Gli fecero eseguire dei mezzi squat per venti minuti ogni volta, con una pausa di dieci minuti tra una serie e l’altra. Fu costretto a ripetere l’esercizio per tre volte. La sua faccia era madida di sudore. Le gambe tremavano in modo incontrollabile. Dopo, i poliziotti lo ammanettarono di nuovo alla “panca della tigre”.
Il giorno seguente, gli agenti lo scortarono al Centro di detenzione della Sesta divisione agricola, nella città di Wujiaqu. Durante una perquisizione personale nel centro di detenzione, He Linbo notò che la sua schiena era coperta di ferite, le sue gambe erano piene di lividi e i piedi erano così tumefatti che non riusciva più a indossare le scarpe. L’11 dicembre, fu trasferito in una camera di albergo nella città di Wujiaqu per un “interrogatorio segreto”, come avviene spesso in Cina. All’interno dell’albergo, i poliziotti lo ammanettarono a una panca della tigre e lo privarono del sonno per sette giorni e sette notti. Non appena si assopiva, gli agenti aprivano la finestra e lo facevano congelare, e usavano asciugamani intrisi di acqua fredda per strofinargli la testa, la faccia e il collo. Siccome indossava solo una maglietta di cotone leggero e un paio di pantaloni, il detenuto continuava a tremare per il freddo.
Nelle prime ore del 18 dicembre, He Linbo riuscì a fuggire dall’albergo mentre i poliziotti di guardia stavano dormendo. Mentre sto scrivendo è ancora latitante.
La storia di He Linbo è una delle tante documentate da dichiarazioni giurate e riportate in documenti presentati al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, in vista dell’Esame periodico Universale (EPU) della Cina, fissato per novembre 2018. L’EPU è un esame della situazione dei diritti umani al quale si devono sottoporre ogni cinque anni tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite. L’EPU 2018 della Cina è stato per diverse ONG un’occasione per presentare materiali e documenti sulla terribile situazione della libertà religiosa in questo Paese. Provare che i regimi totalitari sottopongono i loro dissidenti a tortura è notoriamente difficile. Ovviamente, non forniscono alle loro vittime certificati attestanti che sono state torturate. Tuttavia, in preparazione dell’EPU sono stati raccolti pazientemente dichiarazioni giurate e altri documenti e si va lentamente costruendo una base di prove che, in Cina, i membri delle religioni vietate sono vittime di torture e uccisioni extragiudiziarie.
He Linbo è membro della Chiesa di Dio Onnipotente, uno dei movimenti religiosi registrati come xie jiao in Cina. Tabelle dei movimenti classificati come xie jiao dal regime cinese, che includono Chiese domestiche protestanti come gli Shouters, La Chiesa di Dio Onnipotente e la All Ranges Church, sono state pubblicate di recente su The Journal of CESNUR. Nei documenti cinesi ufficiali in lingua inglese, il termine “xie jiao” viene tradotto con “evil cults” (sette malvagie), ma la traduzione è errata e ha lo scopo di suscitare simpatia per la repressione cinese di questi gruppi tra gli occidentali ostili alle “sette” in generale. Il termine xie jiao significa “insegnamenti eterodossi” ed è stato usato fin dai tempi della dinastia Ming per identificare gruppi che l’imperatore dichiarava pericolosi per l’ordine sociale e per il governo. Liste di xie jiao sono sempre state compilate sulla base di considerazioni politiche e anche teologiche. Il moderno imperatore della Cina, il Partito Comunista cinese (PCC), segue la vecchia politica.
Nella persecuzione dei gruppi xie jiao si riscontra una particolare crudeltà. L’articolo 300 del Codice penale cinese definisce il fatto di essere attivi in un gruppo xie jiao come reato, punibile con pene detentive da tre a sette anni “o più”. I loro membri sono disumanizzati a tal punto che la tortura, teoricamente vietata in Cina, viene usata di routine dai ranghi più bassi della polizia e tollerata nelle alte sfere. La maggior parte delle accuse di reati contro i gruppi xie jiao, compresa La Chiesa di Dio Onnipotente, sono notizie false costruite in Cina e sfortunatamente vendute a rispettabili mezzi di informazione occidentali che le ripetono senza controllare con estrema accuratezza l’attendibilità delle fonti cinesi.
Tuttavia, i gruppi elencati come xie jiao non sono gli unici oggetti della persecuzione religiosa in Cina. Come il sociologo Fenggang Yang ha rilevato nel 2006, i gruppi xie jiao fanno parte del “mercato nero” della religione in Cina, in opposizione al “mercato rosso”, che include le sole cinque organizzazioni religiose approvate dal regime, cioè le associazioni buddhiste, taoiste e musulmane controllate dal governo, la Chiesa protestante delle “Tre Autonomie” e quella cattolica “patriottica”, i cui leader sono nominati dal PCC.
Tra questo “mercato rosso” e il “mercato nero” dei gruppi xie jiao, esiste una vasta area che Yang definiva “mercato grigio”, che include organizzazioni religiose come la Chiesa Cattolica clandestina, fedele a Roma, e molte Chiese domestiche protestanti. Esse non vengono considerate dal governo come xie jiao. Tuttavia, sono escluse dal “mercato rosso” legittimo, sono etichettate come illegali e possono essere perseguitate in ogni momento. A dire il vero, la nuova legge sulla religione, entrata in vigore il 1° febbraio 2018, ha reso molto più difficile la vita di queste chiese.
Come avviene per le organizzazioni religiose classificate come xie jiao dal PCC, la situazione di queste Chiese e religioni “non sinizzate” (la definizione non indica che i loro leader non siano cinesi, ma solo che non sono stati scelti e nominati dal PCC) è spesso riportata in modo inesatto a causa dell’efficienza acquisita dai servizi segreti cinesi nella diffusione di notizie false.
Questo è precisamente il motivo per cui è nato Bitter Winter: riferire in modo obiettivo l’inverno della libertà religiosa in Cina. Gli editoriali e gli articoli, pubblicati ogni mese, e le notizie aggiornate due volte la settimana, forniranno informazioni sulla Cina e contrasteranno le notizie false. Purtroppo, non crediamo che questo cambierà la situazione in Cina. Ma potrà contribuire a cambiare il modo in cui la situazione della religione in Cina viene percepita a livello internazionale, il che, tra l’altro, si rivela importante quando i cinesi che fuggono all’estero presentano richieste di asilo politico per motivi religiosi. Se le nostre notizie dalla Cina riusciranno almeno a migliorare la loro situazione, il nostro sforzo non sarà stato vano.