Emergono nuovi dettagli sulle donne internate nel Centro di produzione dell’artigianato etnico di Kazanqi, recentemente trasformato in un campo: sono costrette a lavorare
La settimana scorsa, Bitter Winter ha riportato la notizia del Centro di produzione dell’artigianato etnico di Kazanqi, a Yinin, nella regione dello Xinjiang, trasformato in maggio in un campo di “rieducazione” per donne. Il complesso copre un’area di 20mila metri quadri ed era un luogo famoso tra i turisti che vi compravano prodotti di artigianato. Adesso vi sono detenute più di 800 donne, soprattutto uigure e sotto i 45 anni di età, internate in condizioni terribili per un periodo di tempo indefinito.
Secondo notizie ricevute di recente, nel nuovo campo le autorità hanno tenuto aperte tre fabbriche e vi obbligano le prigioniere a svolgervi lavoro forzato. Le detenute sono costrette a lavorare in una fabbrica tessile così come in altre due manifatture che producono cuscini e dolci.
Un uiguro ha detto a Bitter Winter che sua moglie è stata internata nel campo nel luglio 2017 e che allora le autorità lo avevano informato, del fatto che la donna sarebbe stata trattenuta solo per 15 giorni. Invece è ancora internata.
Una donna uigura di 60 anni ha detto, in lacrime, che le sue due figlie sono anche loro internate nello stesso campo.
Servizio di Li Zaili