Si estende in tutta la Cina la campagna di “sinizzazione” dell’islam, con l’ordine di cancellare le tradizionali dua islamiche, preghiere di supplica o richiesta
di Wang Yichi
Per alcuni hui, musulmani di lingua cinese, le dua sopra le porte di case e negozi, di solito scritte in arabo, sono diventate simbolo di identità etnica e religiosa. Nel quadro della repressione dell’islam in corso nel Paese, nelle zone abitate dagli hui anche tali versetti di preghiera sono entrati nel mirino dell’opera di eliminazione.
Il 29 giugno tutte le dua sono state cancellate dalle case di Penjiazhuang, un villaggio hui nella città di Xinle, nella provincia dell’Hebei. Gli abitanti non avevano ricevuto alcun avviso preventivo.
«I funzionari hanno detto che le scritte in arabo debbono essere cancellate ovunque per via del “problema uiguro” dello Xinjiang», ha spiegato un abitante del villaggio. «Vogliono che seguiamo solo il Partito Comunista, non Allah, per eliminare l’islam».
Nello stesso mese, hanno coperto con dipinti di paesaggi cinesi le dua sopra le porte delle case di Yucun, un borgo amministrato dalla città con status di contea di Xintai, nella provincia orientale dello Shandong. Soltanto nel villaggio di Shendong sono state “rettificate” 71 abitazioni.
Gli abitanti hui sono convinti che ciò faccia parte della repressione del PCC nei confronti dell’islam. «Il regime ci vieta di imparare l’arabo, dobbiamo usare solo il cinese», ha raccontato uno di loro. «Proprio come la popolazione dello Xinjiang, che non può studiare la lingua uigura. Il governo punta a tenerci sotto controllo grazie alla “sinizzazione”, perché teme che noi faremo opposizione».
La città con status di prefettura di Pingliang, nella provincia nordoccidentale del Gansu, al confine con la provincia dello Shaanxi e con la Regione autonoma hui del Ningxia, è famosa per i calligrafi hui che vi abitano, i quali mescolano lo stile di scrittura tradizionale cinese e quello musulmano. Amate dai musulmani all’estero, le dua realizzate dai calligrafi sono largamente diffuse anche in numerose case e ristoranti halal della zona. Dalla fine dell’anno scorso, però, nei villaggi della città la maggioranza di tali dua sono state nascoste o coperte con la pittura per ordine dei funzionari dell’amministrazione locale.
Un abitante hui della zona ha raccontato a Bitter Winter che i funzionari hanno ordinato alla gente di cancellare da sé le dua, minacciando di spaccare porte o cancelli su cui si trovassero.
«Per anni appendere le dua ha fatto parte delle nostre usanze, ma il governo ha ordinato di coprirle», ha spiegato l’uomo. «Chi ha provato a trattare è stato minacciato di ricevere delle punizioni».
Il giro di vite rispetto alle dua fa parte delle campagne nazionali del PCC per “sinizzare” l’islam. Tali attacchi, simili alle operazioni contro la «generalizzazione dell’halal», prendono di mira la popolazione cinese musulmana e vengono messi in atto con il pretesto di sradicare «l’estremismo religioso».